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SENZA LACRIMARE, canto alla vita di Iole Chessa Olivares

SENZA LACRIMARE, canto alla vita di Iole Chessa Olivares

Simbologia del sangue e della farfalla nella poesia di Iole Chessa Olivares

Lunedi, 06/05/2013 - SENZA LACRIMARE, canto alla vita di Iole Chessa Olivares



dedicata a Casa Duir



Vicine e lontane altezze

inquietudini

che non si lasciano

domare.

Nel salire sfuggente

pause affilate

brevi

per la sfida in allerta

accolta solo

da un vibrato del cielo.

Il sangue fiduciosa linfa

gioca

tutto il suo intimo

con strappo di farfalla

allaga il cuore

avanti contemplando

lascia affiorare

meraviglia e candore

vive

la distanza dallo zenith

senza lacrimare.



Iole Chessa Olivares



Il protagonista di questa bella lirica inedita di Iole Chessa Olivares è il sangue – fiduciosa linfa - che addirittura ALLAGA il cuore. Denso di significato questo verbo ALLAGARE: il sangue – che inonda e irriga - infatti simboleggia tutti i valori del fuoco, del calore e della vita che si ricollegano al sole. A questi valori si aggiunge tutto ciò che è bello, nobile, generoso, elevato. Partecipa anche della simbologia generale del rosso. E noi sappiamo che Iole ama questo colore: basta citare il titolo della bellissima raccolta “Quel tanto di rosso”. Non ne occorre molto, di questo colore, ma è necessario come il sangue: simboleggiano entrambi la vita con la sua forza, la sua potenza, il suo sviluppo. Il sangue è infatti universalmente considerato come il veicolo della vita. “Il sangue è la vita”, si dice in modo biblico e questa lirica è un canto alla vita proprio in quell’allagare del sangue il cuore, il centro di ogni sentire, veicolo delle passioni. Direi anche che il sangue veicola l’anima come è considerato da alcune popolazioni. E’ questo che spiegherebbe, secondo Frazer, i riti dei sacrifici, durante i quali c’è grande cura affinché il sangue della vittima non si sparga sul suolo.

Un altro richiamo è importante, quello alla farfalla. Iole ama questo spirito viaggiatore, simbolo della leggerezza e della femminilità:



UNA VAGA QUIETE



Mi difende

una vaga quiete

nell’assurdo del cuore:

sboccia provvisoria,

dondola in punta di voce

sullo scempio

di un passo affrettato.



Mi difende

con in tasca farfalle

pronte ai rumori di fondo,

al graffio del pesco,

ad altre mutazioni di pelle.



(Una vaga quiete, La buccia del grido, Lepisma, 2002)



Fausta Genziana Le Piane

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