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Senza donne lo sviluppo langue

Senza donne lo sviluppo langue

Kazakistan / “a case study” - I programmi di riduzione della povertà sono più efficaci se costruiti secondo una prospettiva di genere. Un caso concreto lo dimostra

Cristina Carpinelli Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2007

“La variabile di genere è essenziale per lo sviluppo di un paese. Ecco perché la costruzione dei bilanci pubblici secondo un’ottica di genere dovrebbe essere parte integrante della pianificazione delle azioni di governo. Il Kazakistan ha mosso i primi passi in questa direzione”. Lo afferma Irina Unzhakova del Women’s Federation “Status”(WFS), responsabile del progetto “Public Council for a Gender Budget”, il cui obiettivo è diffondere la conoscenza dei principi del “gender budgeting” tra i funzionari statali, i membri del Parlamento e le Ong a livello locale. Il progetto in questione rientra nel Piano di Azione Nazionale 1999 del WFS per il miglioramento dello status delle donne kazake, ed è nato con lo scopo d’integrare il programma 2003-2005 (prima fase) di riduzione della povertà predisposto dal governo in via sperimentale a Ust-Kamenogorsk, città industriale situata nel nord-est del Kazakistan.
Gli indicatori scelti dal progetto per misurare il livello di applicazione del “gender budgeting” al programma governativo sono la sensibilità di genere degli attori coinvolti nell’attuazione del programma e l’impatto sui suoi beneficiari. Una prima valutazione di questo programma ha, tuttavia, messo in evidenza che i funzionari statali non hanno alcuna idea di cosa sia il “gender budgeting”. Il programma è stato avviato senza porre attenzione all’aspetto di genere, nonostante quest’ultimo sia esplicitamente menzionato nei principi enunciati nella sezione introduttiva del documento programmatico, insieme ad altri fattori. E ciò è assolutamente ovvio, dato che le persone interessate alla distribuzione di beni e servizi pubblici sono innanzi tutto quelle economicamente e socialmente più svantaggiate. A Ust-Kamenogorsk, il gruppo più vulnerabile di popolazione è costituito di donne oltre i 40 anni d’età con uno o più minori a carico, e con salute precaria. Benché siano state economicamente attive per oltre 20 anni, molte di loro sono oggi lavoratrici saltuarie, disoccupate od occupate nell’economia informale. Di conseguenza, il loro reddito è variabile e occasionale. Queste donne hanno contattato i centri per l’impiego e le Ong in cerca d’appoggio e assistenza. Circa il 70% delle loro richieste è volto ad ottenere un aiuto per trovare un lavoro fisso, mentre il restante 30% si riferisce al bisogno di soccorso per la cura di membri della famiglia malati e disabili, di protezione dalla violenza domestica, e al riconoscimento di social benefits nel settore socio-sanitario.
Senza curarsi di ciò, il programma si concentra sui bisogni della popolazione povera complessivamente considerata, vale a dire priva di quei connotati basilari quali età, sesso, condizione familiare, stato di salute ecc., frequentemente correlati alla povertà. Inoltre, nonostante sia focalizzato sui gruppi più bisognosi di popolazione, esso non antepone coloro il cui reddito si trova sotto la soglia nazionale di povertà. Nel periodo di avvio del programma, il reddito mensile medio pro capite della popolazione povera consisteva di KZT 1,871 (12 dollari), che rappresentava il 12,5% del reddito pro capite nominale della popolazione urbana. Nel 2003, 8mila persone (il 2,6% della popolazione) vivevano sotto il livello di povertà, di cui oltre la metà erano donne. Il riassetto della struttura economica del Kazakistan, in seguito al crollo dell`Urss, ha prodotto una crescita nel ramo energetico, mentre si è registrata una contrazione negli altri comparti, soprattutto in quello agricolo dove è alta la forza lavoro femminile impiegata nella coltivazione del cotone. Uno dei risultati intermedi più attesi dalla realizzazione di questo programma era quello di diminuire di 3mila unità il numero di poveri entro il 2005. Ma l’obiettivo è stato raggiunto solo in parte. Il programma non dispone di dati di partenza disaggregati. Esso parla genericamente di giovani, famiglie a basso reddito con minori a carico, orfani, anziani soli, disabili ecc. Costoro sono quelli che, se il programma andrà a buon fine, dovrebbero usufruire dell’assistenza sociale, di un supporto domiciliare, di micro-crediti, di corsi di riqualificazione professionale e del workfare (programma di assistenza pubblica che prevede prestazioni di lavoro da parte degli assistiti). Inoltre, non è affatto chiaro se le 5.604 persone attualmente registrate al centro locale per l’impiego siano tutte da considerare povere.
Dati statistici recenti indicano che oltre un terzo delle donne del Kazakistan soffre di anemia provocata dall’inquinamento dell’acqua potabile densa di metalli pesanti (che impedisce all’organismo l’assorbimento del ferro) e di sali provenienti da pesticidi e concimi usati nelle piantagioni di cotone. Le gravi forme di anemia sono una delle cause degli alti tassi di mortalità infantile e materna che, nel 2004, erano rispettivamente di 20.6 morti ogni mille nascite e di 64.8 morti ogni 100mila nascite. Metà della popolazione femminile di Ust-Kamenogorsk è affetta da questa patologia. Ma anche qui non è chiaro quante di queste donne si trovino in uno stato reale d’indigenza. In ogni caso, l’inclusione nel programma di un capitolo apposito per il trattamento profilattico dell’anemia, aiuterebbe certamente a ridurre il quoziente di morbosità di questi due indici. L’assenza di dati disaggregati secondo il genere comporta la perdita di una serie d’informazioni fondamentali. Se è vero, infatti, che i giovani costituiscono uno dei gruppi più colpiti dalla transizione al mercato, le ragazze sono comunque quelle che hanno sofferto di più la trasformazione del paese: molte di loro sono entrate nel giro della prostituzione di strada e dello sfruttamento sessuale (per non parlare delle 2.000 giovani che sono andate a lavorare nell’industria del sesso in Corea del Sud). E’ cresciuto in maniera abnorme il numero di malattie trasmesse per via sessuale, di aborti e parti prematuri, e la perdita della salute riproduttiva è un serio problema.
Per quanto riguarda le azioni individuate nel programma per lo sviluppo delle infrastrutture, esse includono la sanità di base, il controllo sulla qualità dell’acqua e del cibo, la distribuzione di benefits per l’accesso alle strutture prescolastiche e il potenziamento di strade e trasporti. Quelle, invece, direttamente finalizzate ad alleviare la povertà fanno leva su attività in grado di generare reddito, su agevolazioni per l’accesso ai servizi socio-sanitari e sui sussidi sociali ai poveri (incluso quello di disoccupazione). Sebbene le spese pubbliche previste per il settore sociale e assistenziale siano cresciute nel biennio 2003-2005, le attività mirate a creare reddito sono state, al contrario, sotto-finanziate. Quindi, le possibilità di produrre maggiore ricchezza nel paese sono dubbie. Anche il workfare non è un mezzo efficace di riduzione della povertà, a causa della sua breve durata e bassa utilità (solo il 10% di coloro che ne hanno usufruito, nel biennio considerato, è riuscito a trovare un’occupazione stabile).
In conclusione, il programma disposto dal governo ha bassa efficacia. Una delle ragioni è l’assenza del fattore di genere nella definizione della lista dei beneficiari. La sua introduzione consentirebbe di utilizzare meglio le spese pubbliche messe a bilancio per diminuire la povertà. Ma a tale fine, è necessario promuovere l’impiego più efficiente delle risorse per eliminare le disuguaglianze e la discriminazione di genere. Ciò implica, a sua volta, la riconsiderazione della gerarchia delle priorità fissate nei bilanci procedendo ad una riallocazione della spesa, che potrebbe essere più proficua della sola variazione incrementale del fondo complessivo. Ancora prima, i funzionari statali coinvolti nel processo di stesura dei bilanci pubblici dovrebbero ricevere un’idonea formazione. La rete delle Ong del Kazakistan, in collaborazione con gli esperti internazionali, è pronta ad organizzare il necessario training.
(2 febbraio 2007)

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