Economia/ Intervista a Laura Pennacchi - Mai percentuali così basse erano state raggiunte. Le famiglie sono in ginocchio e a farne le spese sono prima di tutto, come sempre, le donne
Giulia Salvagni Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2005
Allarme Istat: il potere di acquisto delle famiglie ed il commercio al dettaglio (sceso del 4%) non era mai diminuito così. Sembra che la situazione economica degli italiani non possa andar peggio. I piccoli commercianti chiudono, chi resiste non sa ancora per quanto potrà, e i supermercati non stanno meglio. Da tempo, in rete, gira una nota semiseria che ironizza sulle promesse del Centro destra e mette in guardia sugli aumenti delle imposte di bollo bancarie (vedi scheda). Noidonne ha incontrato un’esperta in politiche economiche, Laura Pennacchi* (Ds), per fare il punto su quanto sta accadendo. Ha letto quella nota che sta circolando nelle poste elettroniche degli italiani?
No, tuttavia il “Sole 24 ore” di recente ha scritto riguardo agli aumenti delle imposte di bolli e imposte di registro. Questi incrementi sono classificati come “tasse indirette” nelle voci generali del Bilancio dello Stato. Sono analoghe all’Iva e sono state decise con il maxi emendamento che Berlusconi aveva presentato alla fine della discussione della Finanziaria dello scorso anno. Dopo tutta quell’incredibile propaganda che fecero sul taglio delle imposte sul reddito, cioè dell’Ires, videro che nella realtà dei fatti non avrebbero potuto tagliarle perché non c’erano risorse alternative. Ma quei tagli alle tasse dei cittadini sono poi stati approvati.
Non subito, all’inizio decisero di soprassedere perché il deficit dello Stato sarebbe notevolmente aumentato. Poi Berlusconi, visti i sondaggi che illustravano la furia della gente per le promesse non mantenute, ha fatto fare marcia indietro a Siniscalco, ministro dell’Economia - che sarebbe colui che dovrebbe vigilare sulla correttezza dei conti pubblici e sui loro equilibri -, gli ha imposto in extremis questo taglio dell’imposta sul reddito. Taglio criticato da Confindustria, perché non era sulle imposte delle imprese ma sui redditi personali dei singoli, e criticato da tutti gli altri perché era un taglio che andava a facilitare i super ricchi. È stata una manovra paradossale. E c’è stata addirittura una relazione tecnica del governo che ha valutato che grazie a quel taglio delle imposte, decretato alla fine del 2004, il 63% dei contribuenti più poveri non ne riceveva alcun beneficio, un certo beneficio ne aveva solo il 37% dei contribuenti, mentre l’1 % dei super-contribuenti – i ricchissimi - si accaparrava l’80% del beneficio quindi è chiaro che è stato tutto costruito a loro vantaggio. Quindi ha diminuito da una parte ma ha aumentato dall’altra.
Certo, e per coprire questo repentino cambio di prospettiva, non è stato sufficiente aumentare un’infinità di altre imposte come quelle che dicevamo prima: le tasse indirette. Vanno considerati anche gli aumenti operati dagli enti locali, che per far fronte al taglio dei trasferimenti di fondi dello Stato a loro favore, hanno aumentato le imposte di loro pertinenza, come l’Ici e l’addizionale dell’Irap. Togliere finanziamenti agli enti locali è significato togliere ai servizi di utilità sociale come gli asili nido, l’assistenza domiciliare agli anziani. Tutte cose che ricadono sulle spalle delle famiglie e in particolare sulle donne.
Sì, inoltre trovo dannoso per la società questo far leva sull’istinto peggiore, quello che concepisce l’istituto delle tasse come un esproprio da parte dello Stato. La nostra Costituzione indica le tasse come un contributo al bene comune, tutti devono pagare sulla base della loro capacità contributiva, quindi chi ha di meno dà meno, e dà di più chi è ricco. La responsabilità collettiva si realizza con lo sviluppo delle funzioni pubbliche secondo una sfera di collaborazione ampia che dà importanza primaria ai servizi pubblici, a partire dai più elementari, come strade e fogne, per arrivare ai servizi più sofisticati come gli asili, le scuole, gli ospedali, l’assistenza agli anziani e così via... Il centrodestra, invece, si è addirittura inventato una tipologia nuova che è la proroga del condono fiscale, alla quale hanno fatto un grande ricorso soprattutto i lavoratori indipendenti. Infatti i dati Istat dimostrano che la pressione fiscale è aumentata sui lavoratori dipendenti che oggi pagano più tasse, anche perché non è stato restituito loro il fiscal drag – che è quell’incremento di pressione fiscale determinato sul calcolo dell’inflazione, non per un incremento reale del reddito – restituzione prevista invece dalle normative dei partiti del centrosinistra. Oggi quindi la pressione è aumentata sui dipendenti. In cambio pare che Berlusconi non sia mai stato tanto ricco come in questi anni.
In materia fiscale si enuclea in modo più evidente la pericolosità del governo Berlusconi, che ha come pendant un elemento estremamente accattivante che è quello del dire: “Io do più libertà ai cittadini perché abbasso le tasse”. Però esprimendo lo Stato come un’entità oscura che “mette le mani nelle tasche dei cittadini”, istiga alla estraneità, all’indifferenza e soprattutto all’avversione contro tutto ciò che è pubblico, quindi esprime la deresponsabilizzazione collettiva. L’esaltazione della sua libertà individuale, che significa essere liberi dall’oppressione che lo Stato esercita tramite le tasse, è una libertà di chi ha di più, di chi ha più forza economica (che viene premiato con il tipo di estremo alleggerimento della pressione fiscale messa in atto) contro chi è più debole. Tuttavia all’inizio è riuscito ad ammaliare la moltitudine che lo ha votato.
Berlusconi ha fatto leva sugli istinti peggiori delle persone. Certo, in ognuno di noi c’è anche un lato negativo, non siamo perfetti. Non è che siamo tutti contenti di pagare le tasse. Però c’è la parte migliore di noi che sa che sono, appunto, un contributo al bene comune. Chi ha votato il centrodestra si è fatto abbagliare. Però alla fine l’abbassamento della qualità della vita si vede. Le persone stanno sperimentando il deterioramento dei servizi. Avremmo bisogno di destinare risorse enormi agli asili nido, abbiamo le percentuali più basse in Europa, nel sud Italia arriviamo addirittura al 3% di asili rispetto a quella che sarebbe la domanda. È pazzesco. E c’è il sistema dell’assistenza agli anziani che andrebbe sviluppato, così come il sistema sanitario che sta a pezzi. Ma il centrodestra si ispira al pensiero neoconservatore americano che persegue da un lato l’aggressività in politica estera, dall’altro l’aggressione all’idea della responsabilità collettiva; in questo furore contro le tasse c’è questo. Il tentativo di demolizione della responsabilità collettiva si è espresso anche nell’uso estremo che questo governo ha fatto dei condoni. I democratici americani sono quelli che hanno più analizzato la pericolosità del pensiero e della prassi neo-conservatrice, Thomas Friedman, un commentatore del New York Times, ha scritto: “I cittadini dovrebbero sempre pensare che ‘meno tasse’ corrisponde sempre a meno servizi”.
(24 giugno 2005)
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