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Sego, “cœur et poivoir”

Sego, “cœur et poivoir”

Ségolène Royal - Donna di cuore e di potere

Bartolini Tiziana Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2007

“Una donna di cuore e di potere". Così Françoise Gange, la filosofa che da venti anni esplora i miti trattando il tema in numerosi romanzi e saggi, ha definito Ségolène Royal aggiungendo che, al fatto di essere "una femminista cosciente delle ingiustizie fatte alle donne", unisce generosità e audacia. Certo è che la determinazione è il requisito minimo indispensabile per chiunque intenda affrontare la lunga marcia che separa l'intenzione al traguardo della presidenza di un grande paese come la Francia. Figurarsi se il 'chiunque' è donna. Anzi 'la donna' che ha osato sfidare il sistema politico francese e i templi della 'gauche', non meno ingessati di quelli nostrani. Una volta superate le primarie e quindi dopo aver conquistato il suo partito, impresa già non da poco, il campo di battaglia per madame Royal è stata una nazione intera. La rimonta nei sondaggi è stata confermata dalla vittoria con quel 25% al primo turno, determinata da 80 francesi su 100 che hanno votato. Poi la Francia ha scelto Sarkozy, un uomo di destra. Ma tutto quello che è accaduto deve essere valutato e valorizzato dalle donne e la sfida di Ségo è assimilabile, con le dovute proporzioni, alle sfide che qualsiasi donna deve sostenere se intende fare politica o conquistare posizioni dominanti in qualsiasi ambito. Le elezioni presidenziali francesi ci sollecitano una questione centrale e non risolta: il rapporto delle donne con il potere - con la sua conquista, con la sua gestione, con il suo impiego, con il suo mantenimento - conservando una identità femminile, una diversità di genere. E’ ancora troppo ampio lo spazio che separa le polemiche con cui alcuni filoni del pensiero femminista accolgono e interpretano le ascese di donne e le banali ri-scoperte delle capacità femminili. Nella sua campagna elettorale la Royal ha dosato argomenti femminili e 'di sinistra', resistendo parecchio alla fascinazione del 'centro', ipotetico e ambito luogo della politica in cui si annacquano idee e si devitalizzano progetti innovativi. Lei ha osato parecchio e la Francia al ballottaggio ha potuto scegliere tra due diverse impostazioni, tra un'idea di destra e un'altra di sinistra. Non è un piccolo risultato in uno scenario generale in cui la politica azzarda poco. "Osez!" è stata l'esortazione che nei comizi finali lei ha lanciato ad una Francia che le ha riconosciuto alcuni meriti importanti, ma non sufficienti a farla diventare presidente. Uno tra questi meriti è quello di aver suscitato l'attenzione e gli entusiasmi, soprattutto dei giovani, per la politica. Non è poca cosa, di questi tempi. Per costruire società migliori è una buona base di partenza quella che muove dalla speranza e dalla passione. Una campagna elettorale che scalda i cuori anziché infastidire le persone è già un buon risultato e se in Francia è stato merito di una donna, rallegriamoci e cerchiamo di capire perché è potuto accadere. Altra cosa che dovremmo capire è come sia possibile che accanto a noi, senza troppi annunci o particolari polemiche, un presidente di destra ha ridotto a quindici i ministeri affidandone sette a donne.
Sono libere le mani di Sarkozy in una Repubblica presidenziale oppure è la sua testa ad essere svincolata da schemi obsoleti? In attesa di capire se i passaggi successivi del nuovo governo di destra saranno altrettanto agili e inattesi, speriamo di avvistare da noi anche parziali effetti delle lezioni impartite dai 'cugini francesi'.
(30 maggio 2007)

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