Segnalazione: "Vita da sfollati" di Silvestra Sorbera + Intervista all'autrice.
Buonasera miei cari lettori,
come proseguono le vostre letture? Io sto restando affascinata dalla scrittura della Woolf, autrice che, devo ammettere con una punta di imbarazzo, non conoscevo molto. Tuttavia c'è tempo per conoscere e, magari, legge
“Vita da sfollati” è la storia di una vita intera, quella di Biagio e Mita. Una storia d’amore che inizia con un lutto e si dipana verso il passato. Come un treno che corre veloce sui binari del passato e del presente, binari che idealmente si uniranno come le vite dei protagonisti.
Storie d’amore e di guerra in una Sicilia arida dove il sole cocente e gli stenti sono la quotidianità. Fanno da sfondo lo sbarco alleato, la paura di partire soldato, la fame e poi ancora la ripresa italiana, la televisione e il boom economico.
Filo conduttore della storia la famiglia con i suoi alti e bassi privati e nazionali.
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Autrice:
SILVESTRA SORBERA, classe 1983, una laurea in Scienza della Comunicazione conseguita nel 2004 presso l’università di Catania.
Subito dopo la laurea inizia a scrivere per il quotidiano La Sicilia conseguendo l’iscrizione all’albo dei giornalisti pubblicisti, ha collaborato con diversi periodici cartacei e non.
Negli anni ha partecipato a diversi concorsi letterari spesso con buoni esiti pubblicando anche alcuni racconti e aforismi.
Nel 2009 pubblica il mio primo libro (Commissario Livia) con il gruppo Albatros, il testo è attualmente in vendita su Amazon ed ha riscosso un buon successo, nel settembre del 2013 pubblica una storia per bambini (Simone e la rana) e a dicembre un saggio letterario-cinematografico.
Vita da sfollati è la sua terza opera letteraria
Attualmente vive a Torino, collabora con due quotidiani on-line (Italia24ore e Torinofree) e scrive nel suo blog http://sorberasilvestra.wordpress.com/.
Le va di parlarci un po’ di lei? Chi è Silvestra Sorbera?
Sono una persona molto semplice, sono una mamma, una donna che vuole restare sempre una ragazzina di 17 anni piena di sogni e di speranze, sono una persona molto curiosa a cui piace esplorare e conoscere, sono allo stesso tempo molto riservata. Mia madre dice sempre che sono come le margherite di campo, semplice ma resistente, devo dire che è vero. Chi mi conosce bene ha avuto modo di entrare in contatto con la Silvestra privata, con le sue fragilità e quella, per così dire “pubblica”, la Silvestra che sembra un uomo di latta anche se in realtà non è esattamente così ma, anche io, come tutti “devo recitare la mia parte” per dirla alla Ligabue.
Qual è stata la scintilla che l’ha portata a scrivere romanzi?
Non saprei. Da ragazzina scrivevo sempre, cose semplici adatte all’età. Ho sempre amato leggere e, spesso, partivo da una favola e poi cambiavo le carte in tavola. La prima volta che mi sono seduta e ho detto “adesso scrivo” avevo 16 anni, ero al mare ed ho iniziato a strutturare quella che poi sarebbe diventata la Livia del primo libro.
Dalla sua biografia emerge che ha pubblicato libri di diverso genere. Dal giallo, alla storia per bambini, a un saggio. Sentiva l’esigenza di spaziare?
Si. Chi come me scrive ha la grande fortuna di poter mettere su carta le emozioni e così, io scrivo quello che la vita mi regala. Volevo fare la carriera militare ma ho perso i concorsi e così e nato “Commissario Livia”, dall’amore per Camilleri è nato un saggio letterario-cinematografico a lui dedicato. Dopo il primo libro sono stata ferma un po’ e poi è arrivato mio figlio, Simone. Anche lui come me adora i libri e le favole e così spesso ci troviamo ad inventare storie ed ecco così la sua favola. La vita ci offre un ventaglio di esperienze talmente varie che è un peccato non coglierle tutte.
Cosa l’ha portata a scrivere “Vita da sfollati”? Come nasce l’idea?
Il racconto è solo di poche pagine ma in realtà ha avuto un periodo d’introspezione molto lungo. Come per gli altri è nato dalla vita. In particolare è nato da un dolore, un lutto, una di quelle ferite che si rimarginano solo in parte e, per farlo occorre tempo. Chi scrive per mestiere sa che mettere su carte le proprie emozioni è il mood migliore per razionalizzare, per mettere ordine e perché no, per togliersi un peso dal cuore e così è nato il testo.
Che cos’è per lei la Scrittura?
Scrivere significa raccontare, sognare, ma anche far ridere. A volte quello che si ha da dire è interessante, altre volte meno, è comunque un modo per far emozionare le persone, nel bene o nel male.
Le va di parlarci un po’ del suo romanzo?
Biagio e Mita, i protagonisti del racconto, sono due persone di una certa età che hanno trascorso insieme tutta la vita. E’ la storia di quasi tutti i siciliani ottant’enni che hanno fatto la guerra, visto lo sbarco alleato e portato in casa la prima televisione. E’ una storia di vita, scritta in poche pagine, la vita di un uomo che si ritrova solo, la sua donna muore e lui, da buon vecchio siciliano, non ha mai preparato un caffè e così, non sa cosa fare, la vita gli ha tolto tutto, è una “sfollato” nell’anima, l’unica cosa che può fare è pensare. E’ rimasto solo e pensa alla sua vita insieme a Mita, portando il lettore nella terra spesso sconosciuta dei sentimenti più profondi, quelli che quasi mai andiamo a disturbare perché farebbe troppo male.
C’è un messaggio che vuole donare al lettore con la storia di Biagio e Mita?
No, niente di preciso. Molti mi hanno detto che hanno visto in Biagio e Mita i loro genitori o i loro nonni, questo mi basta, significa che il racconto ha suscitato qualcosa.
Un bravo scrittore è prima di tutto un buon lettore, a mio avviso. Lei ama leggere? Quale genere preferisce? Ci sono scrittori che hanno influenzato un poco il suo modo di scrivere o che ama maggiormente?
Amo leggere. Amo molto Camilleri e Pansa ed entrambi hanno avuto una grande influenza linguistico-narrativa nei miei lavori. Amo molto anche gli autori classici, Pirandello, Verga, Brancati, Svevo, ultimamente però, visto l’arrivo di Simone leggo “Il re Leone” “La spada nella roccia” “Nemo” “Cars” e molto altri.
C’è una condizione particolare o un determinato momento della giornata in cui preferisce scrivere?
Prima, quando non ero mamma, ogni momento libero andava bene. Adesso le cose sono un po’ cambiate e devo dire che la scrittura creativa si concentra principalmente la sera, quando tutti gli altri dormono. E’ una mia scelta. Perché mai dovrei mettermi a battere la tastiera del computer quando posso passare il pomeriggio a costruire castelli con mio figlio?
Ha già nuove idee per futuri romanzi?
Sto scrivendo un secondo libro che ha per protagonista di nuovo il Commissario Livia, l’idea è di farne una serie ma, ci vorrà ancora del tempo, nel frattempo scrivo qualche racconto breve breve.
Ha consigli da dare a chi volesse realizzare il sogno di pubblicare un libro?
Non saprai, anche perché oggi il mondo dell’editoria è in crisi e pubblicare è sempre più difficile. Sicuramente ci vuole una buona dose di coraggio, una cosa è scrivere e tenere il libro nel cassetto, una cosa e vederlo lì, pubblicato. E’ necessario prima di tutto essere distaccati, capire che quella “tua creatura” sarà soggetta alla critiche più spietate. Mi sento di dire semplicemente di provarci, se credete nella storia che avete scritto, mettetevi in gioco, lasciatela sedimentare un po’, riprendetela in mano e poi confrontatevi con il mondo fuori. L’impegno e la buona volontà, a lungo andare, pagano.
Un grazie sincero per avermi ospitato e avermi dato la possibilità di parlare dei miei lavori. Buon lavoro e buone letture a tutti.
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