I risultati elettorali recenti, così positivi per chiunque abbia il cuore a sinistra, hanno offerto un’altro dato soddisfacente sul quale è utile e piacevole fare qualche considerazione: il forte calo dell’indice di gradimento del presidente del consiglio. Un insuccesso della persona, di quella persona che aveva puntato tutto sulla sua capacità di sedurre, nella certezza di poter dire qualunque cosa, dalla più bislacca alla più imbarazzante, sicuro di ricevere il plauso incondizionato. Questa volta non è stato così, non è più così! E questa recente dimostrazione di rinsavimento di una buona parte, per lo meno, dei nostri connazionali oltre a rallegrarmi mi ha fatto tornare in mente una riflessione che avevo scritto qualche tempo fa, sempre riferendomi al “nostro”, e che con alcuni ritocchi voglio riproporre perché quanto mai in tema:
mi ero soffermata a considerare la diversa valenza delle due parole seduzione e seduttività. Allora avevo portarto l’esempio del nuovo eletto presidente Obama che qualche giornalista aveva definito un seduttivo e lo avevo accostato al nostro primo ministro qualificandolo un seduttore.
Dal termine se-durre derivano sia seduttività che seduzione. Ma nell’uso i significati dell’una e dell’altra parola risultano sostanzialmente diversi.
Si può essere seduttivi e si può essere seduttori, due ruoli che agiscono però su due piani diversi.
La seduttività attiene ad un modo di essere e di porsi all’esterno, che attrae, che affascina, perché riflette modalità dell’essere,valori - e comportamenti conseguenti - introiettati e assunti in un tutt’uno che la persona (seduttiva) restituisce all’esterno. La seduzione sottende un “agire per”, ed è il “per” che fa la differenza, in quanto sottende uno scopo, un calcolo. Forse diviene più chiaro se guardiamo alle definizioni ed agli esempi che il vocabolario F.Sabatini offre: il seduttore è chi riesce a conquistare (spesso usato.... sessualmente)... si serve di modi atti a ingannare col fascino e con lusinghe ingannatrici. Accompagnano queste indicazioni alcuni esempi: è quello il s. di mia figlia... il s. di una minorenne; si dice ”fare opera di seduzione”. Il seduttivo è come dire seducente in sé.
Tra gli esempi non troviamo fare opera di seduttività. In altre parole l’uno, il seduttivo, è, l’altro fa.
Trovo le due distinzioni molto esplicite e vorrei aggiungere qualcos’altro: Obama - il seduttivo - nel suo mostrarsi all’esterno ha coinvolto molto spesso la sua compagna Michèle, producendo un duplice effetto, l’uno rinforzo dell’altra, e una ricaduta d’immagine positiva potenziata, anche sulla scena politica oltre che sull’opinione pubblica.
Il nostro seduttore invece vuole essere Unico, fa a meno della controparte, anzi non vuole averne al suo fianco (nelle esposizioni pubbliche, s’intende). Nessuno che possa fargli ombra, più a suo agio se libero dal ciarpame familiare, (se potesse si libererebbe anche di quello politico e istituzionale!). Sicuro di sé ha proceduto fino ad oggi su questa strada e, nel primo giro, a gamba tesa ha sfondato, giocando sulle reazioni viscerali, meramente emotive e di italica tradizione (il machismo incontra molto nel nostro paese e non solo tra gli uomini, ahimé). Il secondo giro deve avergli provocato qualche turbamento, ma si sa le reazioni emotive hanno la caratteristica di essere volatili, come certi vini con poco corpo o di scarsa qualità, e il gioco sembra proprio che stia per esaurirsi. Noi non possiamo che limitarci a sperare in questo, per non sentirci ancor più umiliate, come cittadine e come donne, da un modello siffatto che rischia di adulterare il nostro paese in tutta la sua complessità.
Contiamo allora sull’effetto boomerang di un gioco di seduzione logoro e fasullo.
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