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SECONDO INCONTRO / LE SCOMODE CIFRE DELL'ITALIA DELLE DONNE con Elsa Fornero e Giuliano Cazzola

SECONDO INCONTRO / LE SCOMODE CIFRE DELL'ITALIA DELLE DONNE con Elsa Fornero e Giuliano Cazzola

Il Consiglio nazionale degli Attuari e Noi Rete Donne verso il secondo appuntamento del 29 marzo 2023 su Donne, lavoro e pensioni

Lunedi, 20/03/2023 - Il Consiglio nazionale degli Attuari e Noi Rete Donne organizzano due incontri (6 e 29 marzo 2023) per mettere a fuoco lavoro, sicurezza, pensioni: i dati, il presente e le prospettive future.

LANCIO ANSA (https://www.ansa.it/amp/sito/notizie/economia/pmi/2023/03/29/fornero-welfare-sbilanciato-su-parte-finale-la-pensione_f1e04946-7e0e-4240-8113-9e7e7ff7136e.html)
(ANSA) - ROMA, 29 MAR - "Noi abbiamo un welfare sbilanciato sulla parte finale" della vita, ossia "sulle pensioni" ed è "la parte di spesa sociale più rilevante. Ma, in realtà, il welfare riguarda tutta la vita lavorativa, nella quale si formano, o si disfano le famiglie, e se si hanno figli c'è la difficoltà di conciliare il lavoro e la vita familiare per le donne". Lo afferma l'ex ministro del Lavoro Elsa Fornero, partecipando ad un evento online promosso dal Consiglio nazionale degli attuari e da Noi Rete Donne, facendo, tra l'altro, riferimento all'importanza, per la componente femminile, di godere di un'educazione finanziaria, sin dalla più tenera età. "Anche dalla ricerche empiriche di Banca d'Italia risulta che le donne hanno più difficoltà nell'accesso al credito, rispetto agli uomini", anche in virtù di una serie di "condizionamenti sociali", che surclassano, a volte, "quella parità normativa che c'è" fra i sessi, prosegue, parlando di "un dominio della cultura maschilista" che è riuscito a "schiacciare" molte donne.
    "Attente a noi stesse a non farci ingabbiare - ammonisce, infine, Fornero - anche se oggi le giovani non hanno più professioni 'femminilizzate' e, dunque, le donne possono fare tutto" nel mercato occupazionale e devono respingere ogni genere di "discriminazione", anche le "discriminazioni sottili" negli ambienti lavorativi. (ANSA).


Incontro online mercoledì 29 marzo dalle 17 alle 19
DONNE, LAVORO E PENSIONI
EVENTO DI ATTUARI E NOI RETE DONNE CON ELSA FORNERO E GIULIANO CAZZOLA
° Analisi dei numeri del mercato del lavoro e prospettive occupazionali e previdenziali
° Iniziativa nell’ambito delle azioni per la diffusione delle informazioni sulla disparità di genere
Roma, 27 marzo 2023 - Elsa Fornero, economista, già Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali e Giuliano Cazzola, giuslavorista, già Presidente del Collegio dei Sindaci INPS, parteciperanno mercoledì 29 marzo prossimo, dalle ore 17 alle 19, al secondo incontro online su “Le scomode cifre dell’Italia delle donne”, organizzato dal Consiglio Nazionale degli Attuari e da Noi Rete Donne. Il tema di questo appuntamento è “Il lavoro e le pensioni delle donne: ieri, oggi domani”.
Obiettivo dell’iniziativa, nata nell’ambito delle azioni per la diffusione delle informazioni sulle disparità di genere, è fornire una fotografia della situazione del lavoro e delle pensioni attraverso una panoramica sui dati più aggiornati del fenomeno e sulle prospettive future. Introdotte da Tiziana Tafaro, Presidente del Consiglio Nazionale degli Attuati, e da Daniela Carlà, promotrice di Noi Rete Donna, interverranno per fare il punto della situazione: Liana Verzicco, esperta mercato del lavoro già ricercatrice Istat, Giuliana Coccia, senior expert Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile, Antonietta Mundo, già attuaria INPS.
Per seguire i lavori
R.S.V.P – info@giovannamarchicomunicazione.com

RAPPORTO FINALE DEI DUE INCONTRI PUBBLICATO IN VERSIONE INTEGRALE IL 10 NOVEMBRE 2023

Insurance Daily 03/04/2023 pg. 1

 

L'arretratezza italiana: una società contro le donne

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MERCATO
Numeri impietosi che inchiodano l'Italia agli ultimi posti delle classifiche sulla parità di genere: colpa di politiche insufficienti, di falsi impegni, di una cultura patriarcale dominante e incontrastata. Se n'è parlato in un evento organizzato dal Consiglio nazionale degli
attuari e da Noi Rete Donne

Si è ancora molto lontani da un'autentica parità tra donne e uomini sotto i profili delle retri buzioni, del trattamento pensionistico e dell'indipendenza economica. E negli ultimi dieci anni, nonostante alcune iniziative, i risultati non sono stati positivi. È quanto è emerso dall'incontro online Le scomode cifre dell'Italia delle donne , organizzato dal Consiglio nazionale degli attuari e da Noi Rete Donne sul tema del lavoro e delle pensioni, moderato da Tiziana Tafaro , presidente del Consiglio nazionale degli attuari, e da Daniela Carlà , promotrice di Noi Rete Donne. L'obiettivo dell'iniziativa è stato fornire una fotografia sullo stato dell'arte del welfare dedicato alle donne, attraverso una panoramica sui dati e sulle prospettive future. E quindi vediamo questi dati. Se guardiamo sul lungo periodo, cioè gli ultimi quarant'anni, qualcosa si è mosso ma tutte le misurazioni incastonano l'Italia sotto le medie europee che, occorre ricordarlo, considerano anche paesi, come quelli dell'Est Europa, che storicamente sono in una fase di sviluppo diversa rispetto a quelli dell'Europa occidentale cui appartiene l'Italia. UN DIVARIO ANCORA ABISSALE Negli ultimi quarant'anni, il tasso di occupazione delle donne in Italia è aumentato di 16 punti, arrivando al 55% nel 2022 (72,9% media Ue), partendo però da un livello basissimo: nel 1977, solo un terzo delle donne occupabili lavorava. Il divario di genere si è effettivamente dimezzato, passando dal 41,1% del 1977 al 18,1% del 2022. I fattori che hanno determinato questo miglioramento sono molteplici: un aumento della domanda nel settore terziario e dei servizi, una migliore protezione legislativa della maternità, l'emancipazione dai modelli arcaici familiari e un elevato livello di istruzione raggiunto dalle donne. Nonostante questi progressi, in Italia anche a parità di livello di istruzione i tassi di attività delle donne sono più bassi: anche se le donne studiano e fanno di più degli uomini, ciò non le aiuta a entrare nel mercato del lavoro, rispetto, invece, ai dati degli altri maggiori paesi europei. Nel nostro paese, anche la presenza di uno o più figli appare determinante (in negativo), proprio perché mancano delle strutture di welfare per coniugare lavoro e vita privata. In Danimarca, non c'è discrepanza nel differenziale di genere del tasso di occupazione tra una donna con un figlio e una con tre o più figli (9,3%), mentre il dato italiano per le donne senza figli è già il 14,4% e si alza fino alla cifra record per Ue del 42,3% per chi ha tre o più figli. (continua a pag. 2) (continua da pag. 1) IN REALTÀ NON È CAMBIATO NULLA "In dieci anni, ci sono stati tanti interventi legislativi, ma sono stati soprattutto di carattere congiunturale e non strutturale: in realtà non è cambiato nulla", ha spiegato Giuliana Coccia , senior expert dell' Alleanza per lo sviluppo sostenibile . "In Italia, per una donna, ci sono minori possibilità di intraprendere una carriera professionale autonoma rispetto a un uomo e le retribuzioni dei dipendenti mostrano un paradosso: all'aumentare del titolo di studio, il differenziale tra uomini e donne aumenta invece che diminuire perché le donne non riescono a diventare dirigenti". Insomma, il famoso soffitto di cristallo, per le donne italiane è ancora lì. Carriere disconti nue, orario ridotto (non per scelta personale), rientri nel mondo del lavoro faticosi, spesso impossibili e dopo molti anni in cui la cura dei figli è stata delegata interamente a loro, lavori retribuiti peggio portano, inevitabilmente, a pensioni più basse. I dati ci dicono che se il tasso di occupazione femminile crescesse fino a raggiungere la media dell'Unione Europea (72,9%), oltre due milioni e 400mila donne sarebbero entrate nel mercato del lavoro, con il risultato di più indipendenza economica e pensioni migliori. Ma anche quando si guarda ai numeri delle occupate, è necessario approfondire il tipo di occupazione: in Italia, per esempio, il ricorso al part-time racconta due mondi diversi. Nel 2022, solo il 7,9% degli uomini aveva un contratto part-time, mentre per le donne la cifra è più che quadrupla: 33%. I SEMI DELLA DISEGUAGLIANZA Le cause di tutto questo sono chiare ma, come ha sottolineato l'ex ministro Elsa Fornero in realtà se ne parla poco e male. "L'indipendenza economica delle donne - ha scandito - è un obiettivo che la società deve porsi: stiamo dando troppo poco valore sociale a questa battaglia, vorrei che ci fosse una campagna per lo sviluppo puntuale dell'indipendenza economica delle donne. L' Onu vi fa riferimento. Deve diventare un valore della società e inquadrarlo nell'ambito del ciclo di vita, considerando anche il peridio dell'infanzia, dell'adolescenza e della vita giovane, fasi fondamentali per determinare il corso della vita e dove sono collocati i semi della diseguaglianza". Secondo Fornero, con un welfare come il nostro, troppo sbilanciato sulla parte delle pensioni, bisognerebbe predisporre un "impianto assicurativo che parta dalla nascita per evitare che i bambini nati in condizioni svantaggiate abbiano meno possibilità degli altri in tutti i campi, dall'alimentazione alla scolarità". Il compito del welfare dovrebbe essere quello di "ridurre le disparità da subito", nella logica banale, ma che di questi tempi sembra essere dimenticata, del "chi ha di più deve dare a chi ha di meno". UN DOMINIO DELLA CULTURA MASCHILISTA Anche l'educazione finanziaria, secondo l'ex ministro, è uno dei campi in cui il gap di genere è più motivato da stereotipi. Un esem pio: "le metafore usate nella finanza - ha spiegato Fornero - sono molto più familiari agli uomini che alle donne, perché queste hanno minore familiarità verso gli strumenti di risparmio. E anche nei casi in cui il livello di istruzione delle donne è più alto rispetto a quello degli uomini, spesso le donne non si sentono abbastanza sicure e hanno meno propensione al rischio". C'è da sempre un condizionamento, una mancanza di autostima. Un altro esempio è l'accesso al credito, più ostacolato per la parte femminile della popolazione. Tornando alle pensioni, Fornero è stata categorica: pur in un ambiente con una parità di norma, come il nostro, non c'è da stupirsi che le donne prendano meno. "La loro vita lavorativa è stata schiacciata da un dominio della cultura maschilista, che le ha caricate di tutti i doveri di cura", ha detto. Secondo Fornero, le donne devono stare attente anche a "non farsi ingabbiare", a non accettare "politiche di paternalismo che mascherano una generosità un po' pelosa". E quindi attenzione alle politiche di compensazione ex-post per discriminazioni ex-ante: "le discriminazioni sottili non devono più far parte della nostra società". Fabrizio Aurilia
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IL SOLE 24H
Divari di genere, alle donne 264 euro in meno a settimana rispetto ai colleghi uomini
I numeri elaborati dal Consiglio nazionale degli Attuari insieme a Noi Rete Donne e presentati a Roma. Fornero: «Usare il welfare per colmare la disparità sin dall’infanzia»
7 aprile 2023

Neodemos / 18 aprile 23


Donne e pensioni in Italia: il peso di una scarsa partecipazione al mercato del lavoro
di Giuliano Cazzola
In Italia le donne sono state tradizionalmente poco attive sul mercato del lavoro. Le cose stanno oggi rapidamente migliorando, ma siamo ancora in ritardo rispetto agli standard Europei e soprattutto, il passato, ormai immodificabile, penalizzerà ancora per molti anni le pensionate italiane. Il tutto aggravato da un contesto di invecchiamento demografico e scarsa consapevolezza della portata dei problemi previdenziali
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Il 29 marzo 2023, si è svolto a Roma un webinar dal titolo “I lavori e le pensioni delle donne: ieri, oggi e domani” organizzato dal Consiglio Nazionale degli attuari e da “Noi Rete Donne”. L’obiettivo (“mettere a fuoco lavoro, sicurezza, pensioni: i dati, il presente e le prospettive future”) è stato pienamente raggiunto, grazie alle qualità delle relatrici (Giuliana Coccia, Elsa Fornero, Antonietta Mundo, Tiziana Tafaro e Liana Verzicco coordinate da Daniela Carlà), le cui relazioni hanno affrontato e collegato le diverse problematiche che connettono l’occupazione, il reddito, e i modelli di vita alle pensioni delle donne, con percorsi di vita e di lavoro tipicamente diversi da quelli degli uomini1.

Lavoro femminile in Italia: un ritardo che si colma solo lentamente

Negli ultimi quarant’anni sono stati compiuti importanti passi in avanti: il tasso di occupazione delle donne, che partiva da livelli bassissimi (nel 1977 appena un terzo delle donne era occupato) è aumentato di 16 punti, superando il 53% nel 2020 (ma nella UE a 27 era già il 67,5%). Di conseguenza il divario di genere nei tassi di occupazione si è più che dimezzato (dai 41,1 punti percentuali del 1977 ai 18,1 del 2018), anche se rimane ancora tra i più alti d’Europa (quasi 19 punti in Italia contro una media europea di circa 10), a dispetto di livelli di istruzione femminili mediamente più elevati. Il progresso del periodo 1977-2020, inoltre, è risultato molto meno marcato nelle regioni meridionali: +6,8% contro +20,2% nel Nord e +23,4% nel Centro. Questa situazione, ovviamente, incide non solo sui redditi, ma di conseguenza anche sulla tipologia e sull’importo delle pensioni degli uomini e delle donne. 
Il grafico che segue riassume e in parte spiega in sintesi i principali differenziali di genere (fig 1

 

Come si vede, nel 2012, il 56,5% delle lavoratrici si è presentato all’appuntamento con la pensione con un’anzianità fino a 25 anni; ciò significa che era in possesso soltanto del requisito contributivo minimo di 20 anni, che consentiva di andare in quiescenza al compimento dell’età di vecchiaia (ora 67 anni). Con una storia lavorativa così breve, indipendentemente dal tipo di calcolo (retributivo o contributivo), l’importo della pensione non può che essere modesto.

Diverso era il caso degli uomini: il 70,6% di loro aveva un’anzianità di 35 anni e più. Le ripartizioni interne (soprattutto con riferimento al 53,3% di questi lavoratori che ha alle spalle una storia lavorativa di compresa tra i 35 e 40 anni) danno conto della possibilità (come accade in pratica da decenni) dei lavoratori di accedere a qualche forma di anticipo pensionistico e, soprattutto, di far valere una base contributiva tale da assicurare un trattamento più elevato. 


MATERIALI
2023_NRD_ATTUARI_Mundo_PENSIONI_ieri_oggi_domani_ULTIMA_29-03-2023.pdf
2023_NRD_ATTUARI_FORNERO_Womens_Life_Cycle_29_MARZO_2023.pdf
2023_NRD_ATTUARI_CNA-NRD_Lavoro_GCoccia_260323.pdf

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