Sebben che siamo donne... Due nomi, due mondi, una Storia
Marisa Rodano / Gloria Chianese - Del mutare dei tempi. L’età dell’inconsapevolezza il tempo della speranza / Mondi femminili in cento anni di sindacato.
Bartolini Tiziana Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2008
Un’autobiografia che è anche Storia
Appena chiuso il libro la frase che assale la mente – e prima ancora il cuore – è: “una lunga storia d’amore”. In quale altro modo definire un’esistenza intensa, appassionata come quella di Marisa Rodano (Del mutare dei tempi. L’età dell’inconsapevolezza il tempo della speranza 1921-1948, ed Memori, pagg 377, euro 18,00), che intreccia indissolubilmente fin dagli anni della giovinezza l’amore per Franco - l’uomo della sua vita - alla passione politica, la fede religiosa alla militanza nel Partito Comunista Italiano. Una narrazione elegante che mescola sapientemente piccoli episodi di vita quotidiana a citazioni di personaggi e documenti di rilevanza storica e illustra un vortice di attività che, nonostante le difficoltà economiche e le ristrettezze dell’Italia attanagliata dalla morsa della guerra, passano dai moti di piazza alle difficoltà di allattamento dei figli, dalle riflessioni che portarono alla fondazione dell’Udi al contemporaneo e affatto secondario problema di far asciugare i pannolini del figlio che soffre di disturbi intestinali. Il senso della ricchezza ed eroicità che le vite delle donne hanno, sempre, è reso tangibile dal racconto della Rodano che, partendo dai ricordi di famiglia, racconta gli anni dell’Italia del ventennio poi il periodo della clandestinità della lotta antifascista a Roma e si ferma al 1948, preannunciando un secondo volume che arriverà fino al 1968. Non è un caso la data di inizio di questa avventura: Marisa nasce il 21 gennaio 1921, lo stesso giorno in cui fu fondato il PCI. E’ anche tenendo conto di questo elemento, forse, che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano “dinanzi a un vistoso attenuarsi del senso della storia” nella prefazione sottolinea l’importanza della “ricostruzione di esperienze umane, ideali e culturali e di vicende sociali e politiche che hanno segnato il divenire dell’Italia del Novecento”.
“Sebben che siamo donne”
Frutto di una ricerca storica e di una lunga fase di studio culminata nelle celebrazioni per il centenario della Cgil, i due volumi – che si compongono di numerosi saggi affidati a diverse/i esperte/i - riconfermano che per le donne “il lavoro ha rappresentato nel passato e rappresenta tuttora lo strumento più potente di emancipazione, attraverso la lotta, la conquista e la difesa di spazi crescenti di autonomia e libertà”, come asserisce Guglielmo Epifani nella presentazione. La curatrice Gloria Chianese si dice consapevole di aver iniziato “un lavoro di scavo” nella costruzione di una storia “della tradizione sindacale al femminile” al fine di “arricchire il filone di studi che pone al centro la dimensione pubblica dell’identità femminile”. La presenza nel sindacato delle donne è stata offuscata, nonostante il valore intrinseco delle lotte condotte, lotte che hanno contribuito in modo spesso decisivo “anche se non sempre visibile” a sancire diritti e cittadinanza per tutti i lavoratori, uomini e donne”. (Mondi femminili in cento anni di sindacato, a cura di Gloria Chianese, ed Ediesse, due volumi, euro 40,0)
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