Venerdi, 21/02/2020 - Circa 5 anni fa, Wim Wenders con Juliano Ribeiro, uno dei due figli del grandissimo fotografo SEBASTIÃO SALGADO e della sua ancor più grande moglie e compagna di una vita, Lélia WANICK, omaggiò entrambi e l’altro loro figliolo, Samuel, con un docu meraviglioso, IL SALE DELLA TERRA.
C’é una immagine subito all’inizio dove Wenders ritrae Salgado.
Ma non la prima all’interno di un paesaggio immenso. Una che segue dove Salgado viene ritratto interamente, dal basso, con delle grosse nuvole che gli fanno da sfondo. Bianche, sensuali che valgon quasi tutto il film.
Per tutto il testo filmico, una carica di immagini incredibili eterne splendide indimenticabili, nel loro aver fissato per sempre la storia del mondo, dell’umanità e, persino, della ferinità: si incrociano scariche di storia biografica a reali cannonate di immagini: le foto di Salgado.
In bianco e nero…
Un film da vedere e rivedere, spesso, per re imparare la storia del mondo, dell’universo, la nostra piccola e grande storia di vivi e di quelli che ci han preceduto.
E nel riflesso di questa immensitá si puó capire il senso dell’uomo.
E poi - a metà film - l’idea geniale di Lélia, la moglie di Salgado: riportare la natura dove era sparita, ridare vita alla foresta sudamericana.
Impossibile, solo da pensare. Ed invece accade.
Un miracolo che dimostra solo che tutti potremmo esserne parte.
Solo se volessimo.
Solo se per un istante pensassimo a noi stessi come parte di una storia più grande. Un ingranaggio fondamentale affinché la storia dell’uomo e del mondo possa continuare ed essere. ..
Ed in queste settimane si è aperta SEBASTIÃO SALGADO - Exodus. In cammino sulle strade delle migrazioni, una mostra che riprende, in parte, quel filo conduttore, curata dalla stessa Lélia, per gli spazi di Palazzo Buontalenti, a Pistoia.
Si potrà goderne fino al 14 giugno prossimo.
Si compone di un corpus di 180 fotografie, racconta la storia del nostro tempo attraverso i momenti drammatici ed eroici di singoli individui. Per anni infatti il fotografo brasiliano ha documentato le migrazioni di massa restituendo con i suoi scatti la condizione esistenziale di milioni di uomini che sono stati capaci di spezzare i legami con le proprie radici, cercando loro stessi in un viaggio verso altri luoghi.
È ormai passata quasi una generazione da quando queste fotografie sono state esposte per la prima volta – ha dichiarato la stessa Lélia: eppure, nemmeno tanto paradossalmente, per molti aspetti il mondo che ritraggono non è cambiato. I profughi di oggi sono solo le vittime più visibili di un processo globale che dimostra quanto tutto ciò che accade sulla Terra sia collegato, dal crescente divario tra ricchi e poveri alla crescita demografica, dalla meccanizzazione dell’agricoltura alla distruzione dell’ambiente, dai cambiamenti climatici al fanatismo sfruttato a fini politici.
Exodus. In cammino sulle strade delle migrazioni racconta la condizione di profugo, l’istinto di sopravvivenza, i momenti di esodo, i disordini urbani e le tragedie di continenti ormai alla deriva, racconta la paura e la povertà così come la volontà, la dignità e il coraggio…quello di vivere, il più difficile.
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