“Solo le Arti sono la forza motrice della civiltà dei popoli. E se le Arti hanno questo immenso potere, la Musica che ne è Regina, la Musica che non può esprimere cose cattive, ma può solo inondare il cuore di dolcezza, di de
Domenica, 03/11/2013 - “Solo le Arti sono la forza motrice della civiltà dei popoli. E se le Arti hanno questo immenso potere, la Musica che ne è Regina, la Musica che non può esprimere cose cattive, ma può solo inondare il cuore di dolcezza, di desideri spassionati di bene, quanto può sugli uomini?”
Sebastiano Guzzi, una vita per la musica
La Calabria nasconde tesori nascosti nelle pieghe della sua terra: uno di questi è il musicista Sebastiano Guzzi, vissuto tra il 1890 e il 1968 di cui esce una preziosa monografia che ne ripercorre la vita e le opere.
Attraverso lettere, documenti e testimonianze di amici, allievi e artisti a lui contemporanei, da artista ad artista, la pianista e musicologa Chiara Macrì ci narra queste insospettate vicende poiché la complessità e la ricchezza della figura di Sebastiano Guzzi, sia come musicista che come uomo merita di essere conosciuta (Chiara Macrì, Sebastiano Guzzi, EMW, Edizioni musicali, 2013, con la splendida copertina di Maurizio Carnevali, Generazioni in musica).
Guzzi nasce in una Calabria che versa in gravissime condizioni economiche, sociali e politiche, anche se durante il primo ventennio di vita repubblicana si assiste ad un timido processo di modernizzazione grazie all’azione negli anni Cinquanta della Cassa per il Mezzogiorno e agli effetti della Riforma agraria.
Sebastiano nasce il 20 gennaio del 1890 a Martirano Antico in provincia di Catanzaro. Gli viene attribuito il nome del Santo patrono, San Sebastiano, i cui festeggiamenti ricorrono ogni 20 gennaio. Proprio quel giorno a Martirano, in occasione della festa, suona la banda del paese, diretta dal padre Giuseppe. A lui Sebastiano è particolarmente legato in virtù della comune passione musicale: da lui è avviato alla musica e con lui comincia a collaborare nella trascrizione delle parti destinate ai vari strumenti della banda. Apprende il flauto traverso e l’ottavino. A 20 anni Sebastiano si arruola, con il grado di “aspirante allievo musicante”, nel 48° Reggimento Fanteria di stanza a Catanzaro. Superato l’apposito concorso, nel 1911 entra come musicante effettivo nel 19° Reggimento Fanteria e ammesso alla ferma quinquennale; nello stesso anno viene promosso Caporale musicante. Nel 1916 è aggregato alla Banda Presidiaria del 48° Reggimento Fanteria di stanza a Catanzaro. Due anni dopo, per ragioni di studio, ottiene il trasferimento presso il 35° Reggimento Fanteria di stanza a Bologna. Qui frequenta il Liceo Musicale nella classe di Composizione e strumentazione per banda. Riceve gli insegnamenti del direttore, Franco Alfano, il cui nome rimane legato al completamento nel 1925 della Turandot di Giacomo Puccini. Nel 1919 ottiene il diploma in Composizione, Strumentazione e Direzione di banda con il massimo dei voti e la lode. Spinto da Alfano, partecipa al concorso per la direzione della Banda Municipale di Berlino, dove vince. Ma il Maestro rifiuta per rientrare nella sua terra, cui lo legavano profondi affetti. Da Spinazzola in Puglia, Guzzi rientra in Calabria e si stabilisce a Caulonia dove assume la direzione del locale complesso bandistico. Sposa Rosa Casadonte, la cui lunga e appassionata storia d’amore è testimoniata dalla presenza di una folta corrispondenza e dalla quale ebbe sette figli. Nel 1925 rientra a Nicastro, chiamato per insegnare alla locale scuola di musica. A conclusione dei corsi, Guzzi riesce a ricostituire la banda che sarà composta da 62 elementi. Il nuovo complesso esordisce nel 1926 in occasione della festa dello Statuto albertino e riscuote subito successo. Guzzi si trasferisce a Maida dove mette insieme un organico di 55 elementi, ottenendo diversi riconoscimenti. Nel 1936 porta la banda ad esibirsi, insieme ad altre cinquanta provenienti da tutta Italia, allo Stadio dei Marmi di Roma, sotto la direzione di Pietro Mascagni. Dal 1936 viene chiamato a guidare il complesso bandistico di Gioiosa Jonica (dove rimane fino al 1940) passando a Crotone, ma nel 1943, a seguito dei bombardamenti, la banda si scioglie e Guzzi rientra a Nicastro sofferente a causa di un’ulcera gastrica che gli procura frequenti emorragie. Sebastiano Guzzi è ormai famoso in tutta Italia. Muore nel 1968.
Il musicista esercita un ruolo innovatore sia nella didattica sia nella scelta del repertorio (ringraziamenti alla competenza musicale della Macrì che ricostruisce la storia delle bande musicali con dovizia di particolari). Guzzi contribuisce a dare maggiore dignità al ruolo del maestro di banda. Severo ed esigente con gli allievi si schiera a favore di un repertorio originale da far adottare alle bande. Incoraggiato da Francesco Pellegrino, il musicista calabrese indirizza gran parte delle energie creative verso un repertorio di composizioni originali costituite da Marce, uno dei generi distintivi della musica per bande, marce sinfoniche, marce funebri, eroiche, solenni e militari.
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