L’emergenza femminicidi di questi ultimi giorni per l’ennesima volta induce Se non ora quando ad interrogarsi sulle misure da mettere in campo per contrastare la violenza di genere, partendo dalla valutazione di quelle finora approntate. Già nell’immediatezza della normativa varata nel 2013, il movimento si disse critico sull’approccio securitario dato al fenomeno e sull’emergenzialità degli strumenti varati contro il femminicidio.
A distanza di quasi tre anni Se non ora quando sollecita nuovamente le istituzioni ad affrontare il fenomeno sociale della violenza sessuata in maniera più sistemica. Non solo misure per debellarla dal punto di vista punitivo, a reati già avvenuti, ma adeguato sostegno ed accompagnamento delle donne nel cammino di consapevolezza verso la denuncia dell’abusante. E, soprattutto, un più stringente intervento della scuola, come agenzia educativa pubblica, per rompere gli stereotipi riguardanti il ruolo sociale, la rappresentazione ed il significato dell’essere donne ed uomini.
E’ più che necessaria un’azione preventiva, a carattere formativo, per arginare una cultura che denega alla donna la facoltà di decidere della propria vita. Insegnare alle giovani generazioni come abbattere gli stereotipi di genere, che vogliono la donna subordinata all’uomo, e nel contempo istruire gli adolescenti a superare il senso di potere sulle coetanee, conseguente allo stato di abbandono, è un imperativo categorico per educare a relazioni rispettose dell’eguaglianza tra i generi. Diventa, quindi, fondamentale il ruolo della scuola pubblica per riscrivere codici comportamentali innovativi, capaci di ingenerare una nuova cultura delle relazione tra donne ed uomini.
Conseguentemente Se non ora quando chiede alla ministra dell’Istruzione, Stefania Giannini, di predisporre azioni più stringenti, al fine di supportare le scuole nell’affrontare i temi del contrasto alla violenza contro le donne. Un piano adeguato di prevenzione è fondamentale per consentire che, dai nidi alle scuole di ogni ordine e grado, vada attuata in tutte le forme quell’educazione all’affettività, che è base formativa. Auspichiamo, quindi, che le nuove Linee guida di indirizzo generale, provenienti dal MIUR, vadano nella direzione di dare più idonea sostanza all’educazione della parità di genere nelle scuole pubbliche del Paese.
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