CHE GENERE DI POLITICHE? / 2 - Un percorso di lavoro comune che ha pressato i partiti e il Parlamento per avere più donne nelle assemblee elettive
Carlà Daniela Domenica, 03/02/2013 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2013
L’Accordo di Azione Comune per la Democrazia Paritaria è sottoscritto da oltre 50 associazioni e reti di donne. Non ci proponiamo di organizzare eventi, ma di definire un percorso di lavoro, monitorare i risultati, individuare e suggerire meccanismi per realizzare una democrazia paritaria, e perciò contemporanea e inclusiva. La nostra società è attraversata da tensioni schizofreniche tra individualismi e comunitarismi, tensioni che possono risolversi solo in una dimensione della democrazia effettivamente equilibrata, non sessista e rappresentativa di tutte le persone. È il nostro obiettivo, sul quale strutturiamo la nostra agenda: non più smemorande! Abbiamo scritto ai partiti e ai movimenti per le primarie, per la composizione delle liste, per le posizioni di candidabilità. Stiamo seguendo la campagna elettorale, investendo della par condicio di genere (finalmente prevista per legge dallo scorso dicembre) i vertici della Rai e l’AGCOM. Siamo in contatto con la Commissione di vigilanza RAI. I riscontri sono molti e positivi. Seguiremo i risultati elettorali, l'assegnazione degli incarichi parlamentari, la formazione del governo. Intanto crediamo che, laddove improntate alla doppia preferenza e alle liste separate per genere, le primarie abbiano prodotto qualche risultato positivo (ma non ancora il 50 e 50, neppure il 40 e 60). Non siamo ingenue ma realiste, sia chiaro! Sappiamo che, di per sé, la doppia preferenza non costituisce un fattore di trasformazione qualitativo, anche perché obbliga le donne ad allearsi con la politica così come è. Ma, contestualmente, un maggior numero di donne è comunque agente positivo di trasformazione, detonatore di contraddizioni, motore di nuovi e avanzati equilibri. Più donne, subito, in Parlamento, nelle Regioni e nei comuni dove si voterà nei prossimi mesi per stringere un patto e cambiare insieme regole e comportamenti.
ACCORDO DI AZIONE COMUNE PER LA DEMOCRAZIA PARITARIA
Appello ai partiti e movimenti nella prospettiva delle prossime elezioni
Nella imminenza della presentazione delle liste elettorali per il Parlamento nazionale e per le elezioni in tre importanti regioni (Lazio, Lombardia e Molise) le 49 associazioni, gruppi e reti femminili aderenti all’Accordo di azione comune per la democrazia paritaria rinnovano un pressante appello ai partiti politici presenti nel Parlamento uscente e/o nelle Assemblee regionali e locali, nonché alle nuove formazioni e ai movimenti promotori di liste affinché assumano un chiaro impegno onde favorire, in conformità con il dettato degli articoli 3, 51e 117 della Costituzione, la presenza paritaria delle donne nelle eligende assemblee. È molto viva nel paese l’esigenza di un forte rinnovamento, unita purtroppo a una disaffezione al voto e a una critica generalizzata agli esponenti politici. Non v’è dubbio che le donne si sono rivelate meno coinvolte nelle pratiche di scambio e di corruzione sempre più diffuse. Inoltre, per il duplice impegno sia nel mondo professionale che nell’attività di cura, le donne sono portatrici di un diverso punto di vista sul mondo del lavoro, sui bisogni delle famiglie, sulla emarginazione dei giovani, sui problemi che oggi angustiano la comunità sociale, punto di vista che è essenziale per salvare la convivenza civile e ridisegnare una società a misura di donne e di uomini, che promuova salute, cultura, relazioni pacifiche, qualità della vita, godimento dei diritti. Più donne nella politica e nelle istituzioni significa dunque di per sé un loro profondo rinnovamento e un maggiore interesse del cittadino nei confronti della res pubblica. Se ne è avuta una riprova durante le recenti elezioni primarie per la scelta dei candidati e delle candidate da parte del PD e di SEL, che avevano introdotto la doppia preferenza di genere: molte donne si sono candidate e sono stati prescelte, a dimostrazione che elettori ed elettrici hanno fiducia nelle donne e le considerano portatrici di cambiamento nella politica. L’entusiasmo dei cittadini ha dimostrato che quando c’è la possibilità di scelta, la partecipazione è rilevante e questo conferma la nostra posizione sulla necessità di favorire l’entrata in politica delle donne. Riconosciamo che il Parlamento uscente è stato in grado di adottare importanti, (anche se parziali), leggi ispirate al principio di promuovere la partecipazione delle donne nei centri di decisione. Tuttavia è mancata una vera e propria politica paritaria: ad esempio, in recenti modifiche delle leggi elettorali e degli Statuti regionali da parte di alcune Regioni non si è provveduto a inserire norme per il riequilibrio di genere e il Parlamento non ha modificata in tal senso la legge elettorale nazionale. Le firmatarie dell’appello, perciò, sottolineando l’importanza del voto femminile, che può avere un impatto notevole, come dimostrato nelle ultime elezioni statunitensi, richiedono che siano i partiti, le formazioni e i movimenti ad adottare comportamenti e atti per garantire una vera e propria democrazia paritaria fin dai prossimi importanti appuntamenti elettorali. In particolare si chiede:
a) di presentare liste alternate per genere con un numero di candidature femminili pari al 50% dei candidati;
b) di presentare un egual numero di donne e di uomini quali capilista;
c) di presentare candidature femminili nel cinquanta per cento dei collegi ritenuti conquistabili;
d) di invitare i propri elettori ed elettrici, laddove è prevista l’espressione di una preferenza, a utilizzarla con particolare attenzione per le candidate;
e) di presentare nei “listini” o nelle liste bloccate candidate e candidati in ordine alternato per favorire la elezione di una consistente percentuale di donne;
f) di far conoscere i criteri di scelta delle candidate e dei candidati;
g) di assicurare nelle tribune elettorali televisive la presenza paritaria delle candidate e dei candidati, nel rispetto delle nuove norme introdotte dall’articolo 4 della sopracitata legge 215 del 2012 e del regolamento approvato dalla Commissione di vigilanza;
h) di rendere pubblico come sia stata realizzata l’utilizzazione della quota dei rimborsi elettorali destinata per legge a promuovere la presenza delle donne in politica.
Da parte nostra seguiremo le ricadute delle nostre richieste e diffonderemo quanto è utile per informare le elettrici e gli elettori che hanno a cuore la democrazia paritaria, consapevoli che un Paese che emargina le donne non è un paese democratico.
Firmato oltre 50 associazioni
(vedi elenco su: http://www.noidonne.org/blog.php?ID=03869)
Info e contatti: danielacarla2@gmail.com - morronir@libero.it
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