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Se la Chiesa cattolica diventa secolare

Se la Chiesa cattolica diventa secolare

Magisteri fallibili - “Come non vedere un parallelismo fra l’invadenza sempre più audace ed impudica in tema di sessualità, procreazione, famiglia e il contemporaneo affermarsi di una cultura non rispettosa della dignità e della libertà femminile?

Stefania Friggeri Lunedi, 18/04/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Aprile 2011

La celebrazione dei Patti Lateranensi si è tenuta quest’anno in tono minore. Il Vaticano si è limitato al rispetto formale del protocollo, al fine di sottolineare il disagio della Chiesa dopo la richiesta del Tribunale di processare Berlusconi per il caso Ruby. Ma ancora una volta, pur muovendosi con machiavellica diplomazia, la Chiesa, facendo sedere i suoi massimi rappresentanti accanto al Cavaliere sorridente, attraverso i media compiacenti ha inviato al paese un messaggio di indulgenza non privo di valore politico. È vero: alla cerimonia hanno assistito sia il Cardinal Bertone (segretario di Stato, rappresentante della Città del Vaticano, stato straniero) sia Bagnasco, (presidente della C.E.I, un ente che è sì un organismo che opera all’interno della società italiana, ma è anche il braccio spirituale del Vaticano). Grazie a Mussolini e a Craxi, dunque, lo Stato italiano si deve confrontare con la doppia faccia della Chiesa di Roma: una insostenibile stortura del diritto che, dopo la scomparsa della Democrazia Cristiana, ha progressivamente permesso al clero, col beneplacito della classe politica, di operare come una lobby investita di potere spirituale (Ruini, ad esempio, in occasione del referendum sulla legge 40 ha dato precise indicazioni di non-voto). Come non vedere un parallelismo fra l’invadenza sempre più audace ed impudica del magistero in tema di sessualità, procreazione e famiglia (temi che parlano delle/alle donne) e il contemporaneo affermarsi di una cultura non rispettosa della dignità e della libertà femminile? Una cultura machista, rozzamente prevaricatrice e licenziosa, di cui Berlusconi è il simbolo, contro la quale nella Chiesa, il 13 febbraio (giorno delle manifestazioni delle donne all’insegna dello slogan “Se non ora, quando?”, ndr), parole chiare sono venute solo da una donna, ovvero da una rappresentante di quel sesso (“ianua diaboli”: porta dell’inferno) che la Chiesa cattolica ritiene indegna del sacerdozio, della facoltà di trasformare il pane e il vino in carne e sangue di Cristo. Perché suor Eugenia Bonetti nella Chiesa può svolgere solo compiti educativi, assistenziali, e poco più. È vero che nella visione manichea dell’immaginario cattolico (o Maria o Maddalena) Berlusconi ha scelto Maddalena (prima attraverso le sue TV poi nella sua vita privata) ma essendo un incredulo, conformista ed amorale, ha esaltato strumentalmente la figura di Maria (mamma Rosa, le zie suore, la biografia patinata della sua vita familiare) allineandosi alla visione patriarcale e maschilista della Chiesa romana. Infatti, indifferente alla calcolata doppiezza di Berlusconi, il Vaticano ha temporeggiato anche di fronte alle sue scandalose sregolatezze senili, e solo spinto dalle innumeri proteste è uscito dal suo rumoroso silenzio; con parole anche dure, ma sempre lontane da quel “sì, sì, no, no” che chiede il Vangelo. Ancora una volta, cioè, Roma pratica la vendita delle indulgenze: le parole allusive ma non dirette dei prelati (che Berlusconi può permettersi di derubricare perché si limitano genericamente a condannare il peccato e ad invitare alla virtù) sono ricambiate dal premier con una legislazione rispettosa della dottrina cristiana in tema di bioetica, famiglia, vita sessuale ecc. e con regalie varie (tipo le agevolazioni fiscali alle scuole cattoliche). Danaro e potere dunque, due elementi che oltretevere godono di massima considerazione: nei secoli infatti la Chiesa si è barcamenata in una doppia politica che la vedeva contemporaneamente sia nelle stanze del potere sia accanto agli ultimi. Come testimoniano vari ordini monastici che, sorti a testimoniare una diversa impronta dello spirito evangelico, si sono tenuti lontani dagli intrighi, dallo sfarzo, dalle manovre politiche della Chiesa trionfante. Della chiesa, cioè, che tuttora non rinuncia al potere temporale in un piccolissimo ma ricchissimo stato, di cui il Papa è sovrano assoluto, come nel seicento, a capo di una struttura centralizzata e gerarchica. Quella stessa che, riverniciata e mascherata con parole stravolte dal loro significato originario (libertà, democrazia), permetterebbe a Berlusconi, affondata la Costituzione, di salvarsi dai processi, continuare a governare l’Italia e mandarla a fondo. Ci si chiede allora: può contribuire a ricostruire la fibra morale del popolo italiano, che vuol dire anche riconoscere la dignità delle donne, chi non ha contrastato il gruppo di potere che ha corrotto il paese? Allevando nella sua pancia consumismo, edonismo, razzismo? Promuovendo l’avidità, il conformismo, la menzogna? Ma l’equidistanza della Chiesa ufficiale (che ha persino accusato di “moralismo” chi oggi si scandalizza dei costumi di Berlusconi dopo avere difeso per anni costumi “libertini” come l’aborto e i Dico) denuncia la crisi di autorevolezza di un magistero che deve ricorrere all’autorità della legge scritta per ottenere quell’“ethos”, quei comportamenti che non riesce ad ottenere con la formazione delle coscienze. Trovandosi anche qui in sintonia con lo spirito dei tempi nell’età del berlusconismo: il fine giustifica i mezzi.

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