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SCRIVERE IL CINEMA

SCRIVERE IL CINEMA

Chiusa a Mirabella Eclano (AV) la consolidata manifestazione dedicata alla sceneggiatura. Una tre giorni di qualità, con film per bambini e adulti, documentari e personaggi, che ha premiato donne e giovani e un film singolare, Soldato Semplice.

Venerdi, 09/09/2016 - “Torno da Venezia, dove ho presentato, Il crimine non va in pensione, un film contro la ludopatia, soprattutto degli anziani: il gioco d’azzardo è un fenomeno in preoccupante crescita. Ho dato anche una mano alla Gregoraci, che presentava un film su Mata Hari. Un’esperienza interessante, anche se faticosa, poiché la mostra è caotica e frenetica”. Esordisce così Salvatore Misticone, in arte Scapece, premiato nella serata di chiusura di Scrivere il cinema, Premio internazionale di sceneggiatura Il carro d’oro, la manifestazione ideata e diretta da Giambattista Assanti, giunta alla 23ma edizione, a Mirabella Eclano (AV).

Come nasce Scapece? - gli chiediamo: “In maniera singolare. Premetto che io ho sempre fatto molto teatro, un banco di prova fondamentale, un’emozione forte, per capire se sai davvero recitare e se sei sincero quando “affronti” il pubblico. Mi trovavo al teatro Valle di Roma, quando fui notato da Luca Miniero e Paolo Genovese, che allora lavoravano insieme. Fui invitato a creare il personaggio per il loro primo film, Incantesimo napoletano: ci inventammo così lo zio di Torre Annunziata, uno specialista in limoncello, che non parlava molto bene. In seguito, fu ampliato per le esigenze di Benvenuti al sud, e il suo lessico perfezionato. A proposito di sud, io sono napoletano, ma giro molto e, spesso, in grandi città come Roma, dove non posso fare a meno di notare che ormai manca quel senso di comunità che qui invece, è ancora spiccato e che vi invito perciò, a non disperdere”. Misticone, interprete anche nell’opera prima di Assanti, Ultima fermata (nomination al David di Donatello 2016), da appassionato di mare, quasi cittadino onorario (come si autodefinisce) e responsabile del gruppo pesca dei ragazzi della Lega navale di Procida, ha voluto regalare al pubblico una coinvolgente poesia di Ernesto Murolo, che si richiama ai temi del mare e dei monti, “U vient”, e ha salutato il collega di Made in Sud, teatro e televisione, Gaetano De Martino, presente in sala e a sua volta, già premiato. Film vincitore di questa edizione, Soldato semplice, di e con Paolo Cevoli, noto caratterista di Zelig, che ha interpretato, scritto e diretto, con mano delicata e insieme intensa, un’opera sulla Prima Guerra mondiale, che pur nell’apparente lievità, costringe ad una riflessione sulla crudeltà e l’inutilità della guerra. Premiato per la sua interpretazione da coprotagonista, il giovanissimo Antonio Orefice, efficace nella parte di Aniello Pasquale, scugnizzo caprese, analfabeta, ma ingegnoso e generoso, che ci ha confidato come nella realtà desidererebbe poter coronare il sogno di fare l’attore, pur consapevole di essere ancora esordiente. Premiati ancora, i giovani: Mattia Di Pierro (debuttò nella parte del bambino di Io non ho paura di Gabriele Salvatores) e Raffella Ferri, impegnati entrambi in uno spettacolo teatrale itinerante, Le amiche di Lady Macbeth. Entrambi del sud, di origini lucane lui, irpine, lei, hanno sottolineato l’importanza delle radici e dell’emigrazione temporanea, volta ad apprendere, fino al ritorno nei propri luoghi, per arricchirli della conoscenza maturata. Premiati tre scrittori: Antonietta Gnerre, fine poetessa e critica letteraria, organizzatrice del Premio La Cultura nella Basilica, prossima edizione il 17 settembre a Prata di Principato Ultra (AV); Teresa Simeone, autrice di Papa Francesco, uno straniero in Vaticano, e Paolo Saggese, per Lettera a un giudice. Paola Nazzaro, originaria di Avellino, affermatasi come una tra le migliori costumiste del cinema italiano, ha sottolineato come una buona scrittura di un film, ovvero la sceneggiatura, sia l’asse portante per decretarne il successo e si è augurata di lavorare in un futuro prossimo, con lo stesso Assanti. Ha evidenziato come la cultura, al di là delle risorse economiche, abbia bisogno di idee e impegno dei più giovani, che rappresentano il ricambio generazionale, quindi ha consegnato ai giurati Frongillo, Cassano e Gentile, tre penne, metafora per la preparazione della prossima edizione.

Nelle due serate precedenti, la proiezione del documentario, Mi mancherai, dedicato a Pertini, con l’intervento del professor Stefano Caretti, presidente del Centro Studi Sandro Pertini, ha dato vita a un appassionante dibattito. Presente il sindaco Francescantonio Capone, che con l’intera amministrazione comunale, ha elogiato il festival, menzionandone l’alta qualità che fin dagli esordi l’ha caratterizzato, con personaggi del calibro di Richard Attemborough e Wim Wenders. Confermando il pieno appoggio al suo promotore, ha rimarcato come, mettendo in evidenza i meriti dei giovani, li inciti a seguire i propri sogni e impegnarsi, anche a costo di sacrifici, come ha fatto lo stesso Assanti, per realizzarli. Ha condotto Edoardo Sirignano.

Floriana Mastandrea

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