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Schermi di piombo

Schermi di piombo

Libri e cinema - Edito da Rubbettino, esce il libro del giovane Christian Uva sul terrorismo nel cinema italiano

Colla Elisabetta Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2007

Di nuovo cinema e letteratura si confrontano sugli anni Settanta: vitali, inquieti, ribelli, anticipatori e imprescindibili, nati dalla stagione del ’68, per molti fonte di grande nostalgia, per la società vento di forte rinnovamento e di scontro fra gruppi armati ed istituzioni. Ben equilibrato nelle diverse parti che lo compongono, il volume Schermi di Piombo, fresco di stampa e presentato di recente a Roma nell’ambito del Festival cinematografico RIFF, apre con un evocativo C’era una volta la rivoluzione… che avvia la disamina del complesso rapporto fra cinema e politica nell’Italia degli anni Settanta, passando in rassegna l’ampia varietà di film che hanno accompagnato la nascita e l’evoluzione della sofferta stagione dei cosiddetti anni di piombo. “Il sisma socio-politico degli anni Settanta – scrive l’autore – è ben annunciato dalle scosse che cominciano ad incrinare il paese nel decennio precedente, quello che si apre con i morti di Reggio Emilia (7 luglio 1960) e si conclude con la strage di Piazza Fontana (12 dicembre 1969): sono gli anni in cui matura la “rabbia giovane” che esploderà nei furori del ’68. Gli umori della grande utopia rivoluzionaria impregnano la ‘macchina dei sogni’, per il momento l’unico dispositivo capace di portare davvero l’immaginazione al potere”. Sono dunque anni in cui il cinema vive una stagione di grande fermento e sperimentazione: escono nelle sale opere propedeutiche come 'Prima della rivoluzione' (1964), del giovanissimo Bernardo Bertolucci, 'I pugni in tasca' (1965) film d’esordio di Marco Bellocchio, 'Zabriskie Point' (1970) di Michelangelo Antonioni. Ne seguiranno tanti altri, duri, impegnati, capaci di far respirare allo spettatore un’aria totalmente nuova, nei contenuti e nelle forme: da 'Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto' (1970) e 'Todo Modo' (1976) di Elio Petri, a 'Sbatti il mostro in prima pagina' (1972) di Marco Bellocchio, 'Io ho paura' (1977) di Damiano Damiani, 'Italia: ultimo atto' (1977) di Massimo Pirri, un vero caso cinematografico che descrive apertamente il brigatismo rosso, dove la protagonista non a caso si chiama Mara (come la Cagol, compagna di Renato Curcio). Nell’intento di guardare la realtà del nostro paese come il grande schermo la rappresenta, l’autore, il giovane talentuoso e già affermato Christian Uva (scrittore e regista di documentari e di speciali televisivi), vuole esplorare la “tragedia della ragione e della rabbia”, che ha dato inizio alla lotta armata, esaminandone le diverse angolazione ideologiche e le implicazioni umane e psicologiche, oltre alle conseguenze sul piano sociale e politico, avvalendosi dell’ampia mole di film legati a vario titolo a quella stagione. Se Nanni Moretti racconta una generazione in crisi nel film 'Ecce Bombo' (1978), in Germania Margarethe Von Trotta gira un film-symbol come 'Anni di piombo' (1981), manifesto di un’intera epoca e delle possibilità di scelta ad essa legate, e ancora - per tornare in Italia - dagli anni Ottanta fino ai giorni nostri la riflessione continua con film quali: 'Maledetti vi amerò' (1981) di Marco Tullio Giordana, 'Il caso Moro' (1986) di Giuseppe Ferrara, 'La Messa è finita' (1985) di Nanni Moretti, 'La Fine è nota' (1993) di Cristina Comencini, 'La seconda volta' (1995) di Mimmo Calopresti, 'La mia generazione' (1996) di Wilma Labate, 'Do you remember revolution?' (1998) di Loredana Bianconi, 'Piazza delle cinque Lune' (2003) di Renzo Martinelli, Buongiorno Notte' (2003) di Marco Bellocchio (2003) e 'La Meglio Gioventù' (2003) di Marco Tullio Giordana. Se anche il grande schermo si è talvolta conformato ad un “pensiero unico”, sottraendosi ad un reale confronto con le motivazioni di quel fenomeno, la nutrita filmografia sul tema, presa in esame nella sua interezza, testimonia l’ampio sforzo del cinema popolare, come di quello colto, di fotografare ed interpretare le tensioni e i drammi che hanno sconvolto il Paese sotto forma di violenza politica tra “opposti estremismi”, di vero e proprio terrorismo, di stragismo e di piani eversivi originati da sezioni deviate dello Stato. Interessante la sezione degli Approfondimenti, composta da alcuni saggi firmati da esperti su temi quali: lo studio del terrorismo e il cinema, i cineasti di fronte alla catastrofe, note sul cinema politico, la fisionomia del terrorismo nero nel cinema italiano anni ‘70, il terrorismo in Germania. Parte integrante del volume (oltre al corredo fotografico) sono infine le 'Conversazioni', a cura di Chiara Gelato e Christian Uva, una serie di interviste e testimonianze di ex-terroristi (Giusva Fioravanti e Francesco Piccioni), scrittori (Carlo Lucarelli) e cineasti (Guido Chiesa e Wilma Labate) che contribuiscono a mettere a fuoco le zone più nevralgiche del dibattito, approfondendo e problematizzando alcuni nodi non ancora sciolti della recente storia italiana. Il prezzo del volume, edito da Rubbettino nel 2007, è di 18.00 euro.
(7 giugno 2007)

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