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Scatti e sguardi... dell'altro mondo

Scatti e sguardi... dell'altro mondo

A Roma il Palazzo delle Esposizioni ospita la mostra “L’altro sguardo. Fotografe italiane 1965-2018”, curata da Raffaella Perna, con oltre duecento fotografie dalla Collezione Donata Pizzi

Martedi, 12/06/2018 - “La conoscenza della fotografia in Italia purtroppo è ancora insufficiente. Dobbiamo studiarla e promuoverla di più ed è importante che le istituzioni pubbliche ci supportino. In mostra presentiamo un tipo di fotografia autoriale che richiede attenzione. Sono oltre duecento opere fotografiche realizzate nell’ultimo cinquantennio da circa settanta autrici italiane appartenenti a diverse generazioni”. Con queste parole Donata Pizzi, fotografa e collezionista di fotografia che da sempre lavora con le immagini (è stata, tra l’altro, archivista nell’archivio fotografico dell’Espresso e capo dell’ufficio iconografico di Giunti editore) riassume il senso della mostra che, nelle sale di Palazzo delle Esposizioni a Roma presenta, dall’8 giugno al 2 settembre 2018, una selezione di immagini provenienti dalla sua raccolta:  "L’altro sguardo. Fotografe italiane 1965-2018” (Roma, Palazzo delle Esposizioni visitabile fino al 2 settembre 2018).
La collezione di Donata Pizzi si è venuta formando a partire dai primi anni Duemila ed è incentrata sulla fotografia italiana realizzata da donne. Questa scelta nasce sia da una naturale affinità della collezionista con le fotografe, sia perché, finora, questo settore è stato il più trascurato dagli studi e dal mercato, e quindi è apparso subito il più bisognoso di valorizzazione. Unica nel suo genere, la collezione è stata esposta per la prima volta al pubblico nel 2016 alla Triennale di Milano. Ma rispetto alla mostra milanese, l’edizione romana presenta ben quattordici nuove autrici.
Il percorso espositivo si articola in quattro sezioni tematiche, che vanno dai lavori pionieristici di Paola Agosti, Letizia Battaglia, Lisetta Carmi, Elisabetta Catalano, Carla Cerati, Paola Mattioli, Marialba Russo, sino alle ultime sperimentazioni condotte tra gli anni Novanta e il 2018 da Marina Ballo Charmet, Silvia Camporesi, Monica Carocci, Gea Casolaro, Paola Di Bello, Rä Di Martino, Anna Di Prospero, Bruna Esposito, Luisa Lambri, Raffaella Mariniello, Marzia Migliora, Moira Ricci, Alessandra Spranzi, Marinella Senatore, solo per fare alcuni nomi.
La prima sezione, “Dentro le storie”, è dedicata alla fotografia di reportage e di denuncia sociale, dove figura tra l’altro la celebre serie dei Travestiti di Lisetta Carmi realizzata nel 1965, tra le prime stampe acquistate da Donata Pizzi. Segue la sezione “Cosa ne pensi tu del femminismo?” (da una domanda che tramite una sua opera Paola Mattioli rivolgeva nel 1974 al padre) sui rapporti tra immagine fotografica e pensiero femminista. La terza, “Identità e relazione”, esplora questioni legate all’identità di genere e alla rappresentazione delle relazioni affettive. Infine l’ultima, “Vedere oltre”, illustra alcune delle ricerche contemporanee basate sull’esplorazione delle potenzialità espressive del mezzo anche in relazione al video.
Come spiega la curatrice, Raffaella Perna, studiosa esperta dei rapporti tra arte e femminismo, il titolo della rassegna, “L’altro sguardo. Fotografe italiane 1965-2018”, vuol essere anche un omaggio a Lea Vergine che nel 1980 ideò “L’altra metà dell’avanguardia”, un’esposizione che fece epoca, segnando l’avvio della riscoperta del ruolo fondamentale (allora del tutto dimenticato) giocato da pittrici e scultrici all’interno dei movimenti artistici della prima metà del Novecento. E mentre sarebbe azzardato voler individuare a ogni costo uno specifico femminile nelle fotografie esposte in mostra, andare alla ricerca di uno sguardo femminile “altro” da quello maschile appare lecito, infatti già tra Otto e Novecento le donne hanno saputo utilizzare la fotografia in modo originale, con un’attitudine per lo più diversa da quella maschile, concentrandosi, come osserva Federica Muzzarelli nel suo saggio in catalogo, su due nuclei tematici: il corpo e l’azione. La collezione, proprio in quanto insieme, finisce dunque col raccontare una storia che di solito non si vede, la storia delle donne. D’altronde, come ricorda la stessa Donata Pizzi citando una frase di Lucy Lippard: “L’arte non ha sesso, ma l’artista sì”.
Promossa da Roma Capitale - Assessorato alla Crescita culturale, organizzata dall’Azienda Speciale Palaexpo, ideata dalla Triennale di Milano e dal Museo di Fotografia Contemporanea di Milano-Cinisello Balsamo in collaborazione con l’Azienda Speciale Palaexpo, la mostra è arricchita da un catalogo edito da Silvana Editoriale con testi, in italiano e inglese, di Federica Muzzarelli, Raffaella Perna, un’intervista a Donata Pizzi e schede biografiche delle fotografe di Mariachiara Di Trapani.
Info: www.palazzoesposizioni.it






DIDASCALIE
Isabella Balena, Un profugo somalo ed uno siriano sopravvissuti al naufragio del 3 ottobre fanno il bagno in una spiaggia, 2013, stampa ink-jet

Giovanna Borgese, Le ragazze terroriste - Le ragazze di Prima Linea, 1981, stampa gelatina
bromuro d’argento

Lisetta Carmi, dalla serie I travestiti, 1965, stampa gelatina bromuro d’argento

Agnese De Donato, Donne non si nasce, si diventa, 1970, stampa gelatina
bromuro d’argento

Elena Givone, Taiane e Amanda, 2009, stampa Lambda

Brigitte Niedermair, Oukhet/ Sister “Ich Liebe dich”, 2005, stampa cromogenica

Lori Sammartino, dalla serie Iconografia ed espressività degli stati psicopatologi, 1968, stampa ai sali d’argento



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