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Save the children presenta il Rapporto sullo Stato delle Madri nel Mondo 2009

Save the children presenta il Rapporto sullo Stato delle Madri nel Mondo 2009

La Svezia è la nazione che vanta parametri di eccellenza; il Niger, seguito da Sierra Leone e Ciad, i Paesi con i parametri peggiori.

Mercoledi, 06/05/2009 -

Save the Children - la più grande organizzazione internazionale indipendente per la difesa e promozione dei diritti dell’infanzia, che quest’anno celebra i 90 dalla fondazione a livello internazionale e i 10 anni di esistenza in Italia, – in occasione della Festa della Mamma ha presentato il Rapporto sullo Stato delle Madri nel Mondo 2009 e il dossier Madri italiane e straniere in Italia: quale tutela per la loro salute e per quella dei bambini?

E’ la Svezia, seguita da Norvegia e Australia, la nazione che raggiunge risultati di assoluta eccellenza per ciò che riguarda la salute, l’educazione, la condizione economica ossia il benessere di madri e bambini. Ed è anche la “prima della classe” per l’impegno in favore dello sviluppo della prima infanzia. All’estremo opposto, cioè in ultima posizione in graduatoria, il Niger, il paese in cui madri e figli stanno peggio.

Il nostro paese si posiziona invece al 16esimo posto della classifica del benessere materno-infantile, guadagnando tre posizioni rispetto al 2008 e avvicinandosi ai primi 10 paesi della classifica, ma si attesta addirittura al secondo posto, dopo la Svezia per quanto riguarda poi il solo benessere dei bambini e raggiunge una buona posizione anche per il supporto allo sviluppo della prima infanzia attestandosi nella zona A della classifica. Lo studio tuttavia rivela delle disparità e situazioni preoccupanti soprattutto fra le madri single con figli e le donne straniere che fanno registrare livelli di povertà, emarginazione sociale e minore tutela sanitaria.

E’ impressionante il divario che esiste tra le condizioni di vita di donne e bambini nei paesi più poveri e nei paesi in cima alla classifica: in Afghanistan e Sierra Leone 1 bambino su 4 non raggiunge il suo quinto compleanno mentre in Svezia solo 1 bambino su 333 muore entro i 5 anni; in Afghanistan, Ciad ed Etiopia meno del 15% dei parti avviene in presenza di personale specializzato a fronte del 99% in Sri Lanka; sempre in Afghanistan e Sierra Leone 1 donna su 8 morirà durante la gravidanza o il parto, in confronto a 1 donna su 47.000 in Irlanda.

Una donna in Angola, Djibuti e Niger studia, in media, 4 anni mentre una donna australiana o della Nuova Zelanda studia mediamente per oltre 20 anni; una ragazza nata in Swaziland, in genere, non arriva ai 40 anni mentre una giapponese vive in media fino a 86 anni.

Nel mondo ogni anno continuano a morire oltre 500 mila donne a causa di complicazioni legate alla gravidanza e al parto e oltre 9 milioni di bambini prima di compiere i cinque anni. Inoltre – stima Save the Children – quasi il 40% di tutti i bambini sotto i 5 anni nei paesi in via di sviluppo – pari a 200 milioni di minori – non riesce a raggiungere il suo massimo e completo sviluppo cognitivo, a causa della povertà, scarsa alimentazione, precarie condizioni di salute e cure inadeguate

Per leggere il Rapporto completo: www.savethechildren.it



Nadia Angelucci

 


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