Domenica, 22/07/2012 - Il primo festival in Europa dedicato alla creatività e ai processi creativi, un progetto ideato a diretto da Giulia Cogoli e promosso dalla Fondazione Carispezia e dal Comune di Sarzana, è giunto alla sua nona edizione. E' il Festival della Mente e si svolge a Sarzana dal 31 agosto al 2 settembre 2012.
Che cosa più della cultura, della creatività, dell'impegno creativo e intellettuale può aiutarci, in un anno così difficile, a decodificare quanto sta succedendo, a cambiare - anche di poco - una realtà in cui non ci si riconosce più, a darci una nuova tensione positiva? Il Festival della Mente, che ha visto circa 500 eventi realizzati nelle precedenti edizioni, quasi 400 relatori e oltre quarantamila presenze lo scorso anno, con persone provenienti da tutta Italia, rinnova il suo impegno, perché parlare di creatività e processi creativi in un momento di grave crisi è un’occasione ancora più importante, attraverso la quale tenere attivo un presidio di confronto e condivisione. La direttrice Giulia Cogoli ha costruito un programma che prevede incontri, lezioni, spettacoli, concerti, workshop con alcuni dei più significativi pensatori italiani e stranieri: scienziati, filosofi, linguisti, artisti, registi, attori, scrittori, psicoanalisti. Un festival per tutti: bambini, ragazzi e adulti di tutte le età, dove si parlerà di scrittura, musica, scienze, storia, linguistica, psicoanalisi, filosofia, neuroscienze, arte, paesaggio, società, teatro, cibo, botanica e molto altro. Con un filo conduttore che emerge molto forte dai temi e dalle angolature scelte dai relatori: la conoscenza come valore assoluto e imprescindibile. Molti ospiti, infatti, quest'anno hanno deciso di focalizzarsi sul tema dell'accesso alla cultura, della diffusione e responsabilità della conoscenza e della creatività, come risposta e come impegno contro la crisi. Alcune anticipazioni sul programma: LA CENTRALITÀ DELLA CONOSCENZA Diritto alla cultura, responsabilità del sapere: apre la manifestazione la lectio magistralis di Gustavo Zagrebelsky, nella quale il costituzionalista riflette sull'accesso alla cultura, sull'etica e sulla responsabilità di coloro che detengono il sapere, da cui possono divenire i grandi benefici e i grandi malefici della vita delle società. Di priorità della conoscenza parla anche l’antropologo Marc Augé, che indaga sul divario crescente tra aristocrazia del sapere e massa di semplici consumatori e su una cultura condannata a restare ad appannaggio di pochi eletti. La mente richiede costante esercizio per non cadere nell’atrofia: il giurista Franco Cordero parla di fobia del pensiero, considerando l’utilizzo massivo della televisione e l'appiattimento intellettivo che ne deriva. Il filosofo Giacomo Marramao analizza la natura profonda della relazione di potere: il congelamento, la fossilizzazione e asservimento della creatività, mentre è necessario potenziare la capacità di pensare e creare nuovi mondi. Lo studioso di ermeneutica biblica Haim Baharier invoca un ritorno allo studio dei testi sacri, per dare spazio all'immaginazione, per creare e comprendere. Contro il sistema scolastico, lo psichiatra e psicoterapeuta Gustavo Pietropolli Charmet analizza una scuola devota al passato, o meglio, che non abitua gli adolescenti a guardare al futuro, privandoli della speranza necessaria per costruire il proprio domani.
Lascia un Commento