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SARA VALMAGGI / PD

SARA VALMAGGI / PD

Candidata 2010 - Consigliera Regione Lombardia -

Mercoledi, 24/02/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2010

Nata a Milano nel 1968, consigliera regionale dal 2005 eletta nella circoscrizione di Milano esponente del Partito Democratico, componente dell’esecutivo regionale del suo partito. In Consiglio Regionale fa parte della III commissione sanità e assistenza e della VII commissione Cultura, formazione professionale, sport, informazione. E’ stata assessore al Comune di Sesto San Giovanni nella Giunta Penati e dal 2002 al fianco del Sindaco Oldrini per occuparsi di educazione, cultura, sport, giovani e politiche temporali. Nella sua esperienza professionale all’interno della pubblica amministrazione si è occupata di politiche del lavoro e pari opportunità. E’ stata segretaria cittadina dei DS di Sesto San Giovanni e dirigente provinciale della F.G.C.I.



Regionali, Valmaggi (PD): “C’è ancora molto da cambiare perché la Lombardia guardi alle donne”



Cinque anni impegnativi e intensi si sono appena conclusi. È stato il mio primo mandato da consigliera regionale. Un’esperienza nuova e diversa per me, che fino a cinque anni fa avevo partecipato al governo della mia città, Sesto San Giovanni. Ma il cambiamento non mi ha spaventata, anzi. Mi sono misurata con un territorio più vasto, che ho imparato a conoscere, e con una sfida diversa dal solito: fare opposizione, controllando e, dove necessario, contrastando da un lato, non rinunciando ad essere propositiva dall’altro. Ora ho deciso di rimettermi nuovamente in gioco, questa volta a fianco di Filippo Penati, perché credo nella possibilità di cambiare e soprattutto perché per rinnovare la Lombardia, è bene conoscerla fin da subito, per sapere prima dove andare a parare.

E di cose che non vanno nella nostra Regione ce ne sono parecchie, a cominciare da chi la governa. A nessuna donna è stato dato alcun ruolo di responsabilità, né all’interno della giunta e neppure nei consigli di amministrazione in cui il Pirellone può nominare i suoi referenti. In questi anni io e miei colleghi ci siamo impegnati affinché anche tra le mura della Regione si affermasse il principio della democrazia paritaria tra uomo e donna. Principio contenuto anche nel nuovo Statuto regionale. Sono stata promotrice di una legge che finalmente mettesse la Regione di fronte al dovere di occuparsi davvero delle donne vittime di violenze. Ma non sempre il nostro interlocutore è stato disposto al confronto, anzi.

Abbiamo far fronte a un sistema che mortifica, oltre al ruolo delle donne in politica, anche quello dei rappresentanti dei cittadini, centralizzando tutte le decisioni, in barba al federalismo. Un sistema refrattario a ogni proposta di miglioramento, indipendentemente dall’ambito di discussione: dal sistema sanitario, che si ostina a privilegiare le aziende ospedaliere a discapito della medicina del territorio, al sostegno al diritto allo studio, liquidato con la politica dei buoni scuola e delle doti, tanto iniqua quanto estemporanea.

Per questo tutte le leggi di iniziativa consiliare che hanno avuto esito positivo sono state una conquista: da quella per il Garante dell’Infanzia a quella per la tutela della Memoria del ‘900, passando per il già citato statuto regionale. Ma non basta. Bisogna cambiare passo, perché la Lombardia, che negli ultimi quindici anni è cresciuta meno di tutte le altre Regioni, sia all’altezza delle sfide del presente e del futuro.





www.saravalmaggi.it

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