Lunedi, 30/05/2016 - Sara Di Pietrantonio, 22 anni, studentessa della facoltà di Economia di Roma Tre ha chiesto aiuto nella notte tra sabato e domenica quando il suo ex l’ha bloccata in via della Magliana, è salito sulla sua macchina con una bottiglia di liquido infiammabile, gliela ha lanciata addosso, l’ha inseguita mentre lei cercava di fuggire e quando l’ha raggiunta l’ha strangolata e le ha dato fuoco. “Se qualcuno si fosse fermato ad aiutarla” dicono adesso gli inquirenti “forse Sara si sarebbe salvata”. Invece la sua vita è finita dietro un muretto di cemento, le braccia allargate, la camicetta strappata e il corpo semicarbonizzato. Così l’ha trovata sua madre che non vedendola rientrare era uscita a cercarla.
“Fa male sapere che sono passate persone che avrebbero potuto aiutare la piccola Sara – detto in chiusura della conferenza stampa nella Questura di Roma la giovane dottoressa che ha coordinato le indagini - e non l’hanno fatto per paura o per indifferenza”.
E l’altro messaggio che le autorità hanno voluto mandare è quello di denunciare comportamenti violenti ed aggressivi. Sara e il suo assassino, Vincenzo Paduano, avevano avuto una relazione, finita qualche tempo fa per volontà della giovane donna. Lui aveva cominciato a seguirla, “e non sempre Sara se ne era accorta” dicono gli inquirenti, aveva manifestato comportamenti aggressivi come quando, una settimana fa, durante una discussione l’aveva aggredita bloccandole le braccia e strattonandola. Fino all’epilogo di sabato notte.
Una storia ignobile che si somma a quelle delle numerose donne, in Italia e nel mondo, a cui un uomo sottrae la vita per la sua incapacità di gestire un rifiuto. Una tragedia senza confini che ci interroga ma le parole restano letteralmente in gola. “Mamma sto tornando” aveva scritto Sara a sua madre, un whatsapp del tutto simile a quelli che ci scambiamo tra madri e figlie per tenere a bada le ansie e spostare un po’ più avanti l’asticella di una indipendenza appena conquistata. Ma Sara non arriva a casa e non esistono le parole per consolare sua madre.
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