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Santo silenzio

Santo silenzio

Rete Centri antiviolenza - "I papi condannano guerrafondai, riscuotitori di pizzo, sequestratori, spacciatori, rapitori di bambini, delinquenti e debosciati di ogni genere, tipo e dimensione, ma non una parola di sdegno contro quegli uomini che con l

Raffaella Mauceri Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Agosto 2008

Una volta, che il papa si pronunciasse su questioni di mafia, ambientali, etniche, mediatiche e perfino burocratiche come quando papa Woytjla disse la sua sul modello per la dichiarazione dei redditi raccomandandosi che fosse semplice e accessibile a tutti, specialmente a chi aveva un curriculum scolastico breve. Una volta, dicevamo, sarebbe stato a dir poco impensabile!
Fino a qualche decennio fa, gli ambiti di esclusiva competenza dei papi infatti erano pochissimi, praticamente tre: teologia, finanze e sessualità, nella misura in cui, oltre al puro spirito e ai puri soldi, i papi erano impareggiabili intenditori di ogni sussulto della carne, e, benché obbligati alla castità, davano (e danno) precise istruzioni su come praticare un rapporto di coppia, beninteso rigorosamente matrimoniale, nonché su come fare i genitori a partire dal concepimento e fino alle soglie della nonnitudine.
Oggi i papi, e tutta la scala gerarchica ecclesiale dalle eminenze grigie giù giù fino all’ultimo parroco di campagna, si intendono di tutto, parlano di tutto e opinano su tutto. Soprattutto di politica. Ed è una vera fortuna se oggi quando si parla di guerra, invocano la pace, con… buona pace dei loro predecessori che sulle guerre invece che perdere tempo a pronunciarsi, le facevano e basta.
Addirittura, nel nobile intento di condannare la guerra, il Pastore tedesco, alias papa Ratzinger, si è fatto sfuggire una frase poco felice o poco chiara ed è incappato nell’ira funesta dei musulmani.
Stupisce non poco, dunque, il silenzio dei papi e della chiesa tutta davanti al macroscopico fenomeno della violenza che colpisce le donne stuprate, picchiate, perseguitate, sgozzate e fatte a pezzi.
I papi condannano guerrafondai, riscuotitori di pizzo, sequestratori, spacciatori, rapitori di bambini, delinquenti e debosciati di ogni genere, tipo e dimensione, ma non una parola di sdegno contro quegli uomini che con l’arma dello stupro e del coltello, fanno scempio del corpo delle donne. Su questo, vige un rigoroso, enigmatico, santo silenzio.
Indimenticabile, invece, l’invito di Woytjla alle donne bosniache imprigioniate nei campi di stupro del nemico e ripetutamente violentate dai serbi, torturate e mutilate a volte fino alla morte, a tenersi il frutto di quell’atroce, bestiale, efferato concepimento.

(*) Presidente Rete Centri antiviolenza Le Nereidi

(25 agosto 2008)

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