Lunedi, 28/10/2019 - Santa Subito
di Adriana Moltedo esperta di Comunicazione e Media
Alessandro Piva con La CapaGira (2000) sua opera prima, diventò un caso. Le battute erano in barese strettissimo e furono necessari i sottotitoli. Per di più fu girato in bianco e nero. Lì Piva descrive una società esclusivamente maschile, malinconica e ancestrale, con un amarissimo umorismo tipico di chi vive nella marginalità. Si parlò di lui come di un nuovo Pasolini, ma intanto fu premiato con David di Donatello e Nastro d'Argento come miglior regista esordiente nel 2000. Aveva 34 anni.
Dopo 19 anni, dopo aver preso distanza dal cinema, non perché non abbia fatto nulla, ma niente di rilevante, con Santa Subito Piva è di nuovo un caso. Batte “la mega super produzione americana di Scorzese, - come lui stesso ha dichiarato,- con un piccolo docu-film girato a basso costo nella piccola Bari".
Il film Santa Subito è infatti il vincitore del Premio del pubblico BNL della Festa del Cinema di Roma 2019. Il film è stato prodotto da Apulia Film Commission e Fondazione Con il Sud.
Il pubblico lo ha premiato, ma la critica ha taciuto, rimasta a bocca aperta.
Ma cosa ha di speciale questo film?
Il femminicidio.
Piva furbescamente ha azzeccato il tema.
Santa subito racconta un caso di cronaca di una morte annunciata.
L’opera di Piva ripercorre la storia di Santa Scorese che a soli 23 anni venne uccisa per mano del suo persecutore nella provincia barese.
Alessandro Piva ha voluto lanciare un personale appello “affinché le donne siano lasciate meno sole, soprattutto quando si ritrovano in balìa di una psicosi travestita da amore.”
La sera del 15 marzo 1991, al rientro a casa, Santa viene accoltellata a morte dal suo persecutore davanti agli occhi impotenti dei genitori e di una società all’epoca impreparata ad affrontare i reati di genere e lo stalking. Aveva 23 anni. Lei, giovane attivista cattolica della provincia di Bari, per anni aveva subito le morbose attenzioni di uno sconosciuto molestatore, senza mai mettere in discussione la sua vocazione all’aiuto del prossimo e il suo percorso spirituale.
Niente da ridire.
Piva sceglie di intervistare i superstiti della tragica morte di Santa Scorese. Sua madre, suo padre, la sorella Rosa Maria, le guide spirituali, le amiche, i parenti, tutti coloro che gravitavano attorno a Santa e che rimanevano, per loro stessa dichiarazione, presi dal suo entusiasmo.
Aveva intrapreso un cammino religioso di cui era molto convinta, come racconta la voce di Federica Torchetti che ne restituisce tutta l'intensità.
Anche il titolo è formidabile.
«Santo sùbito» è uno slogan in italiano, gridato nel 2005 per reclamare la rapida canonizzazione di papa Giovanni Paolo II. L'espressione nacque durante l'enorme adunata dei fedeli cattolici a Roma in occasione della morte e dei funerali di Giovanni Paolo II. In quell'occasione un folto gruppo di fedeli, soprattutto giovani, sfilò gridando lo slogan e sollevando striscioni che lo esponevano
Tema e titolo.
Anche questo è cinema. Piva ha fatto sognare a modo suo i giovani votanti.
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