Rosi e Michele due fratelli che vivono in una casa popolare torinese. Lui affetto da schizofrenia acuta, lei confusa e umiliata dalla sua ricerca all'interno dei servizi sociali
Lunedi, 25/11/2013 - Giovedì 21 novembre 2013 Rosi mi ha chiamata al telefono perché andassi da lei per starle vicino durante una delle frequenti crisi di suo fratello. Io sono andata e insieme abbiamo chiamato il 118, il quale ci ha passato la polizia. Abbiamo spiegato loro il fatto facendo ascoltare per telefono le voci strane che uscivano da quel ragazzo esile. Sono venuti i poliziotti che hanno calmato il ragazzo. Quando l'ambulanza è arrivata lui era ormai calmo per cui loro non potevano ricoverarlo. La mia domanda è questa: possibile che non si rendano conto che quel ragazzo ha veramente bisogno di essere ricoverato e dopo aver trascorso un po' di tempo al repartino psichiatrico dovrebbe essere inserito in una comunità che lo aiutino ad apprendere che per lui le cure sono vitali e che gli insegnino a curarsi prima di lasciarlo tornare nella città insieme a tutti gli altri per fare una vita quasi normale
Ma la sanità pubblica a quanto pare a moòtissime lacune. siamo passati dai manicomi con le camicie di forza e gli elettroshok alla libertà piena e assoluta di queste creature così bisognose di cure
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