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Salute e sicurezza delle donne

Salute e sicurezza delle donne

Emilia Romagna - Ampliato il programma di mammografia / Ideato piano poliennale integrato dedicato alle attività contro la violenza sulle donne

Lunedi, 08/03/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2010

Salute delle donne, ampliato il programma di mammografia



È motivo di orgoglio per le due consigliere Laura Salsi e Gabriella Ercolini l´estensione del programma di screening gratuito per la diagnosi precoce dei tumori della mammella. Il programma prevede il coinvolgimento delle donne nelle fasce di età dai 45 ai 49 e di quelle dai 70 ai 74 anni.

“La Regione Emilia-Romagna, inoltre - hanno dichiarato con soddisfazione le due consigliere del Pd - è l´unica ad avere previsto questa estensione in modo da offrire una nuova opportunità di prevenzione”. Complessivamente le interessate dallo screening sono circa 840mila con un investimento di circa 14 milioni di euro all’anno.

A sostegno dell´iniziativa è prevista la campagna informativa che ha come slogan “Lunga vita alle signore”. Tra gli strumenti di informazione opuscoli, radio e video comunicati, locandine. Per informazioni si può contattare il numero verde gratuito 800033033 del Servizio sanitario regionale (giorni feriali dalle 8,30 alle 17,30 e il sabato dalle 8,30 alle 13,30) oltre al sito all’indirizzo www.saluter.it/screening_femminili.

Per la diagnosi dei tumori del seno e per l’appropriata prescrizione ed erogazione della mammografia, la Giunta regionale, nel luglio scorso, ha definito inoltre priorità e percorsi di accesso alla mammografia, al di fuori del programma di screening in modo da assicurare l’esame a tutte le donne per le quali lo stesso esame è necessario secondo le evidenze scientifiche. Le mammografie urgenti o urgenti differibili devono essere erogate nei tempi previsti (entro 72 ore per le urgenti ed entro 7 giorni per urgenti differibili) nei Centri senologici pubblici.

Sono poi in corso di definizione protocolli e percorsi diagnostici individuali per le donne che presentano un fattore di rischio legato a ereditarietà/familiarità. Oltre a questo, anche alle donne dai 40 ai 44 anni, al di fuori dell’urgenza e delle condizioni di rischio ereditario/familiare, la mammografia sarà garantita ma entro 90 giorni e non nei tempi di attesa previsti dalla norma (60 giorni).

In sintesi, al di fuori dello screening, dell’urgenza, di condizioni di rischio per familiarità/ereditarietà e per la mammografia richiesta per la prima volta dai 40 ai 44 anni, l’esame mammografico è reputato inappropriato e pertanto può avere lunghi tempi di attesa.

Sotto i 40 anni di età, la mammografia non è indicata e pertanto la presa in carico avviene con la visita clinica del senologo ed eventuali accertamenti successivi.





Contro la violenza alle donne



La Regione ha posto le basi per la costruzione di un piano poliennale integrato dedicato alle attività contro la violenza sulle donne, con la volontà dichiarata di proseguire un impegno forte nella battaglia di civiltà contro la violenza che ancora oggi viene perpetrata, troppe volte, contro le donne. In effetti, la nostra Regione è all’avanguardia in questo senso: recentemente è iniziato il primo corso regionale rivolto agli uomini autori di violenze domestiche nei confronti delle donne, parte di un processo più ampio di cambiamenti culturali verso le discriminazioni e gli agiti comportamentali a carattere violento verso le vittime.

L’Assemblea Legislativa ha approvato all’unanimità il testo di una risoluzione, la cui prima firmataria è Laura Salsi, che fissa il tema della violenza come una priorità dell’agenda politica.

Si è compiuto un atto molto significativo: la dimostrazione che la politica può fare molto quando riesce a guardare oltre le appartenenze di schieramento per mettere in campo azioni concrete per debellare un fenomeno che ancora oggi rappresenta una vera e propria piaga del nostro paese.

In Emilia Romagna, le caratteristiche e le dimensioni del fenomeno della violenza verso le donne sono piuttosto allarmanti, ciò anche in considerazione del fatto che molti episodi rimangono ancora senza denuncia e quindi i dati raccolti ed elaborati registrano il fenomeno solo in parte. Il dato più preoccupante resta quello della dimensione intrafamiliare della violenza: questo ci suggerisce che, oltre alle donne, c’è un numero alto di minori che crescono in ambienti familiari connotati da relazioni affettive distorte e dolorose.

Se a ciò colleghiamo i risultati di diverse indagini che evidenziano come la violenza agita e subita nell’età adulta sia legata agli stili relazionali e ai modelli educativi parentali e familiari vissuti nell’infanzia, ben comprendiamo l’urgenza di mettere in campo azioni di contrasto al fenomeno, in modo da spezzare la spirale di violenza che coinvolge più generazioni e più fasi di vita e che vede nella perpetrazione di schemi comportamentali aggressivi e violenti il suo punto di forza.

L’azione bipartisan compiuta dalla nostra Assemblea Legislativa non rimarrà solo un atto simbolico perché il testo che è stato presentato impegna la Giunta regionale dell’Emilia-Romagna “ a progredire, in sinergia con gli Enti Locali, nel rafforzamento del proprio impegno a promuovere e sostenere l’attività degli 11 centri antiviolenza e delle 8 case delle donne attive in Regione”.

L’unanimità dei consiglieri ha anche chiesto al Parlamento di definire con una legge l’istituzione della cosiddetta “Statistica nazionale di genere” come strumento fondamentale di monitoraggio del fenomeno violento e di discriminazione e un impegno concreto con l’istituzione di un fondo nazionale di venti milioni di euro, anche per la realizzazione di un Piano nazionale pluriennale per il contrasto alla violenza contro le donne e la violenza intrafamiliare.



Salsi: “Ci dicano dove sono i 180 milioni per il Po”



La consigliera regionale di Reggio Emilia chiede un impegno alla Regione per valorizzare il fiume e per capire dove sono i 180 milioni già previsti



La consigliera di Reggio Emilia Laura Salsi ha presentato una Risoluzione nella quale non solo impegna la Giunta regionale “a farsi motore propulsivo di un rilancio concreto del fiume Po, come ricchezza naturale economica e umana, portando – si legge nel documento – la governance del bacino su livelli e standard europei”, ma anche e soprattutto per capire dove sono andati a finire i 180 milioni già previsti dalla delibera Cipe con i fondi Fas per il progetto “Valle del fiume Po”. Laura Salsi chiede pertanto alla Giunta regionale di attivarsi in tutte le sedi opportune “affinché il Ministro dell’ambiente ottemperi l’accordo con le Regioni per la nomina dell’Autorità di distretto del Po, così come previsto dalla normativa europea”. Tra gli altri impegni chiesti all’esecutivo regionale, inoltre, quello di fare in modo che il progetto Valle del fiume Po “converga in una visione unitaria dei progetti per tutto il bacino del fiume, dalla cura del territorio, alla forestazione e manutenzione delle aree golenali, per valorizzare il ‘grande fiume’, migliorarne le condizioni di navigabilità e la stessa produzione di energia idroelettrica, e non solo dove c’è un forte interesse da parte degli operatori energetici”. Da evitare, invece, sostengono i consiglieri nella risoluzione, che venga avanti un progetto “che in nome della navigabilità del fiume alteri profondamente la già critica situazione dell’assetto idrogeologico del territorio”. Al posto di grandi opere, "occorre invece sostenere la necessità di piccoli interventi mirati che - sottolineano infine i consiglieri - non solo contribuiscano a migliorare le condizioni del Po, ma che possano anche costituire un’opportunità per l’economia dell’intero bacino”.



(8 marzo 2010)



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