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Salute e benessere della mamma e del neonato

Salute e benessere della mamma e del neonato

Maternità consapevole - Parto fisiologico, salute della mamma e del bambino e Codice Internazionale i temi del convengo tenutosi nella Tenuta di San Rossore (Pisa)

Anna Maria Ricci Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2008

I Comuni di San Giuliano Terme e Pisa e i rispettivi Consigli Cittadini per le Pari Opportunità e dalla Società della Salute Zona Pisana lo scorso 1° febbraio hanno organizzato il convegno “Nascere e Generare: tra responsabilità e diritti. Quali Leggi vorremmo”. Al centro del dibattito il DDL “Nuove Norme per la tutela dei diritti della partoriente, la promozione del parto fisiologico, la salvaguardia della salute del neonato” e il Codice Internazionale sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno nell’intento di discutere dei contenuti di queste due leggi, articolare proposte, “mettendo sempre la donna e il neonato al centro”, tutelando davvero i diritti e la salute della donna, e del bambino.
L’iniziativa è stata cullata e nutrita da un gruppo di lavoro composto dalle donne di alcune associazioni (AIED, MAMI, IBFAN, Le Dieci Lune, NATIVAmente) coordinate dal Consiglio per le Pari Opportunità di San Giuliano Terme. I Patrocinatori: l’Ente Parco San Rossore (che ha ospitato l’iniziativa), la Provincia di Pisa, l’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana, ASL5.
Fin dall’inizio sono emerse alcune domande: è proprio necessaria una legge sul parto? Perchè il titolo adduce alla tutela dei diritti della partoriente e alla promozione del parto fisiologico e contemporaneamente troviamo, un articolo, il n. 11, esclusivamente dedicato al parto fisiologico e non il contrario, ovvero un articolo sulla patologia? Dando anche uno sguardo al linguaggio usato nel documento approvato dalla XII Commissione (www.tuteliamocilparto.it) ci accorgiamo che pone tutta la sua enfasi sul rischio e sul dolore del parto ma non sulla sua fisiologia: dall’elenco dei “termini ricorrenti” vediamo che la parola medico è usata come aggettivo e ricorre 17 volte, la parola rischio ricorre 12 volte, la parola fisiologico ricorre 3 volte, la parola benessere ricorre 2 volte, la parola libera scelta ricorre 1 volta, la parola informazione ricorre 2 volte + 1 volta riferita a “campagna di …” Infine si parla sempre di figli e non di figlie...
Il convegno ha ricevuto oltre al saluto del Presidente dell’Ente Parco Giancarlo Lunardi anche il caloroso saluto della D.ssa Fortunata Dini, Assessora alle Pari Opportunità del Comune di San Giuliano Terme: “Vorremmo che la normativa creasse le condizioni affinché la donna possa acquisire la consapevolezza di essere soggetto del parto e non oggetto ed essere libera di scegliere come vivere questa esperienza e quale esperienza del nascere offrire alla propria bambina o al proprio bambino. Mi piacerebbe molto, inoltre, che quanto emergerà possa essere utilizzato a livello locale al Tavolo di Lavoro sul percorso-nascita, attivato dalla nostra Società della Salute per attuare il Piano Integrato di Salute”.
Barbara Siliquini, madre attiva, promotrice della rete “Tuteliamoci il parto” e Presidente dell’Associazione Lombarda Partonaturale esorta le donne a “muoversi per fare qualcosa affinchè il pianeta nascita cambi”. L’empowerment delle donne non può che passare dalle donne per le donne e quindi dai loro percorsi di consapevolezza.
Partendo dai bisogni biologici delle donne intrecciati con quelli sociali Verena Schmid, ostetrica da 25 anni e fondatrice della Scuola Elementale di Arte Ostetrica di Firenze, ha avanzato moltissime proposte: avere una legge che sancisca i diritti delle donne e madri rispetto a se stesse e al proprio figlio nel senso della libera scelta e del sostegno adeguato, il diritto ad avere un’ostetrica, il diritto di scegliere il luogo e il modo della nascita secondo i propri criteri, il diritto al finanziamento dell’assistenza al parto ovunque avvenga, quindi DRG (prestazione) concesso anche a donne che scelgono un parto extraospedaliero; una legge dovrebbe invitare le regioni a promuovere progetti sperimentali su nuove forme di continuità dell’assistenza e prevedere nuovi modelli organizzativi che attualmente possono essere promossi solo in forma sperimentale e dovrebbe infine retribuire il lavoro di madre riconoscendole un lavoro sociale. Infine avere una legge nazionale che non regolamenti la professione dell’Ostetrica – in quanto già normata – o che costringa le regioni a creare dei servizi per i quali mancano ancora i presupposti ma che se ne incentivi la sperimentazione (es. case maternità) e che non alteri le norme europee.
Nella proposta di legge e in generale nemmeno nei servizi esistenti per il parto, la dimensione psicologica ha un “ruolo” di primaria importanza: diventa evidente, invece, quando si trasforma in patologia. La Dr.ssa Gabriella Smorto, Psicologa, Psicoterapeuta e Direttora dell’Unità Operativa di Psicologia Azienda Asl 5 di Pisa, ha sottolineato che “non serve parlare della necessità di garantire l’assistenza psicologica quando le donne stanno male se non si fa niente a monte perchè esse non stiano male o perchè stiano il meno male possibile. La dimensione psicologica dovrebbe essere tenuta in considerazione insieme a quella biologica nell’organizzazione stessa dei servizi e non a latere”.
Ed è con le relazioni di Elise Chapin, Presidente Nazionale del Movimento Allattamento Materno Italiano e di Linda Grilli, giornalista Free Lance, che si è parlato della protezione dell’allattamento materno da qualsiasi forma di promozione dei sostituti del latte materno. Il Codice Internazionale sulla Commercializzazione dei sostituti del latte materno approvato dall’OMS nel maggio del 1981, dovrebbe essere attuato in tutto il mondo come standard minimo. L’Italia e tutti gli stati dell’Unione Europea lo hanno sottoscritto. In particolare l’UE ha impartito nel 1991 una direttiva che chiedeva a tutti gli Stati membri di approvare una legge entro il 1994. L’Italia lo ha fatto con il DM del 6 aprile 1994 n. 500 e le conseguenti leggi nazionali: il DM 16 gennaio 2002 e il recente DM 22 febbraio 2005, n. 46. Questi due DM però sono, di fatto, più deboli del Codice Internazionale e limitano le restrizioni commerciali alle sole formule lattee iniziali per neonati (latti 1), lasciando le compagnie libere di violare il Codice per tutti gli altri prodotti, come latti 2, latti 3, tisane, omogeneizzati, biberon e tettarelle. Insomma: la normativa italiana dovrebbe proteggere maggiormente l’allattamento materno!
Marina Toschi, Consigliera di Parità della Regione Umbria e componente della Commissione Salute Donna Ministero della Salute, ha sottolineato che per avere leggi rispondenti ai bisogni delle donne, le stesse dovrebbero essere presenti al 50% nei luoghi decisionali.
Tra gli interventi del pubblico in sala molti i contributi sulla necessità del riconoscimento del “ruolo” di madre anche in termini professionali ed economici, sulla competenza di partoriente della donna, sull’importanza del ruolo degli operatori che ruotano intorno al pianeta nascita, sul ruolo cruciale delle istituzioni. Marilù Chiofalo, Presidente del Consiglio Cittadino per le Pari Opportunità di Pisa, ha concluso i lavori del convegno, proponendo di portare alla Commissione Salute Donna i temi affrontati durante il convegno e attivandosi a livello locale, “facendo rete”.
Mi auguro, infine, che gli spunti e le proposte emerse possano essere recepite e valorizzate non solo dalla rete di Associazioni, dalle madri, dai padri, dagli Operatori della Nascita, dalle istituzioni ma anche dai politici locali e nazionali.

* Presidente Consiglio Pari Opportunità Comune di San Giuliano Terme

(25 marzo 2008)

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