Login Registrati
Salone del Libro di Torino / la 'Fiera del maschio italiano'

Salone del Libro di Torino / la 'Fiera del maschio italiano'

164 maschi sono la 'matrice' della nostra cultura (?) italiana. Pardon, della nostra misoginia. Le donne sono ferme a quota 16, parola di Gian Arturo Ferrari & C.

Venerdi, 08/04/2011 -
“Questa è la Fiera del maschio italiano”. Non si poteva dire con parole più chiare di queste. A pronunciarle è Donatella Mei, attrice, autrice, poeta e cabarettista. Una delle tante, tantissime voci femminili italiane che con grinta e professionalità cercano di imporsi a un pubblico sempre più anestetizzato dalla “neutra normalità” di un mondo al maschile, in cui le facce che vediamo, dai manifesti ai giornali, sono sempre ed esclusivamente le stesse (eccezion fatta, si intende, per le “cornicette” di zanardiana memoria).

Stiamo parlando del XXIV Salone Internazionale del Libro, consolidato appuntamento culturale della prima capitale d’Italia, fra i più importanti d'Europa. Ed è proprio perché è Torino, città che sa sempre reinventarsi e reinvestire, riemergendo sempre dalle difficili posizioni in cui si trova: città post-industriale, post-operaia, post-olimpica, post-museale, con una Milano sempre più vicina e fagocitante. Proprio perché è Torino, città che amo; proprio perché si tratta della “fiera del libro”, perché è “il Salone”, con la sua meritata fama, insomma per tutti questi motivi irrita ancora di più che questa sia l’occasione per "proclamare" una sottospecie di Italia dei libri “negazionista” delle donne.

Dei 150 “grandi libri” che - anno dopo anno - dal 1861 al 2011 hanno “scandito la storia d’Italia e hanno contribuito a plasmare il nostro costume, il gusto, il nostro pensiero” (infatti…), solo 15 sono scritti da donne.

E dei 15 personaggi meritevoli di essere ricordati perchè hanno “travalicato il confine della pagina letteraria” e sarebbero così diventati “matrice dell’identità di noi italiani d’oggi” (interessante l’uso della parola “matrice”), c’è una sola donna, Oriana Fallaci.

Per non parlare dei 15 “superlibri”, in cui non rientra nemmeno una donna: infatti vengono chiamati i “totem”, i “must”, i “testi fondativi su cui l’Italia si è formata e si è lacerata, ora si è unita ora si è divisa”. Divisa. Certo. Più che altro dividono e, più che travalicare, sopprimono del tutto la metà del mondo, cioè le donne, che nonostante tutto si ostinano a leggere, scrivere, vivere, lavorare, a fare esattamente tutte le stesse cose e forse di più di quelle che fanno gli uomini. Solo che non lo dice nessuno.

Io non so chi abbia stilato quegli elenchi, se sia stata una sola persona con una sua personale classifica, oro colato per ignari e ignoranti navigatori della rete come me. O se sia stato un lavoro d’equipe. Ma penso che uno sforzo in più si potesse fare. Non basta il fiore all’occhiello del concorso Lingua Madre, curato da Daniela Finocchi, per avere la coscienza a posto e zittire così il popolo “rosa”.

Per aver voglia di ritrovare le voci femminili nella letteratura, nell’arte, nella scienza, nella cultura, occorre prima ammettere il maschilismo che è in noi. E questo, chissà perché, gli uomini non hanno voglia di farlo. Torino può fare di meglio.





REGISTRATI E COMMENTA, oppure INVIA IL TUO ELENCO DI "SUPERLIBRI" SCRITTI DA DONNE ITALIANE A eribet@noidonne.org





(8 aprile 2011)

Lascia un Commento

©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy - Cookie Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®