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Sakamoto, un MITO che ne porta un altro - di Mirella Caveggia

Sakamoto, un MITO che ne porta un altro - di Mirella Caveggia

L'artista giapponese e il suo Tour europeo. Le tappe italiane

Mercoledi, 04/11/2009 - Nel suo tour europeo, Ruychi Sakamoto ha coronato il Festival MiTo Settembre Musica celebrando con il pubblico in visibilio del Teatro Regio di Torino una felice unione fra la musica e l’ispirazione, fra l’artista e il suo strumento. Anzi, i suoi strumenti, perché la complessità degli arrangiamenti richiedeva due pianoforti a coda congiunti.

Quando il nome di Sakamoto è sul cartellone, ogni concerto registra un tutto esaurito. È infatti un privilegio l’ascolto di questo artista giapponese, che diffonde la magia di un paesaggio sonoro immenso e lo illumina con armonie sempre nuove, scaturite da una tradizione antica e intrecciate con le infinite risorse tecnologiche della musica del nostro tempo. Autore delle colonne sonore di film famosi come “L’ultimo Imperatore” e il “Piccolo Buddha” di Bertolucci, “Furyo” di Oshima e “Tacchi a spillo” di Almodovar, nel corso di una lunga carriera il multiforme artista ha dato prova di un talento ricchissimo che gli è stato riconosciuto con un Oscar e con l’ultimo Leone d’argento a Venezia per le musiche del film “Donne senza uomini” di Shirin Neshat.

Simbolo di affascinanti sperimentazioni e di accostamenti sapienti di suoni classici e di sonorità elettroniche è lo strumento su cui scorrono le mani di questa personalità dell’arte musicale contemporanea: il duplice pianoforte, da un lato tradizionale, e dall’altro sorgente di suoni elaborati al computer e registrati in precedenza. Questo concerto – due ore senza intervallo - riassume un percorso che si è snodato fluido sulle tracce accademiche dei grandi compositori da Bach a Satie e sul dettato delle evoluzioni tecnologiche contemporanee. Con risultati ed elaborazioni impareggiabili che vibrano a lungo nella memoria. Anche “Playing the Piano” e “Out of Noise”, i dischi che hanno accompagnato il tour, manterranno viva la malia di tanta musica, capace di evocare atmosfere rarefatte e di chiamare alla meditazione, ma anche ricca di passioni, desideri, fermenti, ribellioni, di forti emozioni dilatate in uno spazio senza confini.

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