Sabato, 16/10/2021 - Lo scorso 13 agosto la Karimi aveva scritto una lettera aperta alla comunità cinematografica internazionale:
“ (...) Vi scrivo col cuore a pezzi e con la profonda speranza che possiate unirvi a me nel proteggere il mio bellissimo popolo, specialmente i cineasti, dai Talebani (...)”.
(cfr. https://www.noidonne.org/articoli/venezia-78-sahraa-karimi-regista-afghana-al-panel-internazionale-18100.php).
Ora assumerà l’incarico di Visiting Professor per l’anno accademico 2021/2022 al CSC, il Centro Sperimentale di Cinematografia – Scuola Nazionale di Cinema.
Karimi, prima donna afghana ad aver conseguito un PhD in cinema (all’Università di Bratislava) e ad aver diretto – dal 2019 fino alla fuga – l’Afghan Film Organization, terrà un corso interdisciplinare di ‘innovative storytelling’ in lingua inglese che prevede anche la ‘mentorship’ di alcuni lavori degli studenti.
«Nei giorni drammatici di agosto – riferisce Marta Donzelli, neo-Presidente della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia – l’appello di Sahraa Karimi mi aveva molto colpito. Sahraa non è solo un’artista di grande talento, ma una donna dallo straordinario coraggio che ha dedicato gli ultimi anni allo sviluppo di un cinema libero nel suo Paese, al supporto di giovani artiste e artisti e ai diritti delle donne. Dopo essere riuscita a ottenere un suo contatto, grazie ad Alberto Barbera ed alla Mostra del Cinema di Venezia (che nel 2019 la invitarono a partecipare alla sezione Orizzonti con il suo film “Hava, Maryam, Ayesha”), quando era già in salvo a Kiev, le ho scritto per dirle che le porte della nostra scuola erano aperte e che ci sarebbe piaciuto invitarla come ‘visiting professor’ a Roma. Il fatto che abbia accettato la nostra proposta mi ha riempito di gioia, una piccola luce nel buio. La presenza di Sahraa Karimi al CSC Scuola Nazionale di Cinema ci consentirà di ampliare l’offerta formativa in una chiave di internazionalizzazione. Si tratta di un’enorme opportunità per le ragazze e per i ragazzi della nostra scuola, una scuola che immaginiamo sempre più inclusiva e aperta a nuovi linguaggi e ad una pluralità di culture».
E Sahraa Karimi ha dichiarato: «Credo che insegnare in una delle migliori scuole di cinema europee, il Centro Sperimentale di Cinematografia, non sia solo una grande opportunità per una regista come me, ma anche un onore. Scambiare le mie esperienze, che provengono da un ‘background’ culturale e sociale completamente diverso, con quelle di ragazze e ragazzi che iniziano ora il viaggio che li porterà domani ad essere dei registi, scoprire e mettere alla prova in questi studenti un talento di cui non sono ancora del tutto consapevoli o che non hanno ancora avuto modo di sfruttare appieno.
Per me, inoltre, questa opportunità di insegnamento è un viaggio di guarigione per sopravvivere al trauma che io e il mio Paese abbiamo attraversato negli ultimi mesi».
Sahraa Karimi è una regista afghana che ha vissuto e studiato in Iran fino all’età di 16 anni. A 14 anni entra nel mondo del cinema interpretando il film “Daughters of the Sun” di Maryam Shahriar. Dopo la sua seconda esperienza come attrice, in “White Sleep” di Hamid Jebeli, comincia ad interessarsi più fortemente al cinema. A 17 anni Karimi emigra in Slovacchia, dove si forma all’Academy of Performing Arts di Bratislava, fino a ottenere, come si diceva - prima donna afghana – un PhD in cinema. Durante gli studi realizza oltre 30 cortometraggi. In seguito dirige i documentari “Afghan Women Behind the Wheel”, premiato in numerosi festival internazionali e trasmesso da Arte France e BBC e “Parlika – A Woman in the Land of Men”.
Il suo già citato lungometraggio d’esordio, “Hava, Maryam, Ayesha”, tra i primi film indipendenti del cinema afghano, partecipa in concorso nella sezione Orizzonti alla 76a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, è stato premiato al Los Angeles Asian Film Festival ed al Dhaka International Film Festival, e scelto dall'Afghanistan come candidato alla corsa all'Oscar.
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