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RU486, Finocchiaro: basta con intimidazioni, governo pensi a sostegno vero a maternità

RU486, Finocchiaro: basta con intimidazioni, governo pensi a sostegno vero a maternità

Il comunicato di Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato

Venerdi, 11/12/2009 - "Con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale della delibera dell'Agenzia italiana del Farmaco sulla pillola abortiva Ru486 si conclude finalmente un iter durato anche troppo e si dà il via libera, anche in Italia, all'utilizzo, negli ospedali e nell'ambito della legge 194, di un farmaco che nel resto d'Europa è diffuso da decenni. Ora auspichiamo che il governo voglia concentrarsi, invece che sui continui attacchi alla legge sull'aborto, sulla prevenzione, sul potenziamento dei consultori e su un sostegno vero alla maternità. Perché la verità è che nel nostro Paese, al di là delle chiacchiere di questo governo, la gravidanza, la conciliazione tra lavoro e maternità e la famiglia sono penalizzate, tutti i giorni, ogni giorno, come sanno bene tutte le donne italiane e immigrate". Lo dice Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato.

"L'Agenzia italiana del farmaco - prosegue Anna Finocchiaro - ha dato prova dell'autonomia che la deve istituzionalmente contraddistinguere. Detto questo, trovo davvero singolare che vari rappresentanti del governo e della maggioranza continuino, anche oggi, a fare terrorismo e a intimidire le donne, i medici e le strutture ospedaliere, nel tentativo di dettare legge anche sui modi concreti di somministrazione di un farmaco. Si tratta di un comportamento ideologico e scorretto, che denota la volontà di continuare a mettere, sempre, in discussione la 194. Al contrario, credo che il compito di un governo serio, dovrebbe essere quello di sostenere concretamente e anche finanziariamente le donne nel percorso della maternità consapevole. Come tutte le giovani donne e le madri lavoratrici sanno, invece, nel nostro Paese mancano i fondamentali: dagli asili nido al sostegno alla cura, a veri assegni famigliari, alla tutela del posto di lavoro precario. A Gasparri, Sacconi e Roccella dico: basta con le ipocrisie, mettetevi al lavoro su questi che sono i veri bisogni delle donne italiane".



Roma, 10 dicembre 2009

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