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RU 486 generalizzata

RU 486 generalizzata

La Regione Lazio autorizza i consultori a praticare l'interruzione di gravidanza mediante la RU486. "Metodo più umano"...

Giovedi, 06/04/2017 - L'avevamo detto ai tempi della 194: la "pillola" è un contraccettivo la cui formula consentirà alla farmacologia di aumentarne la potenzialità e consentire l'aborto chimico.

Oggi la Regione Lazio autorizza i consultori a praticare l'interruzione di gravidanza mediante la RU486. "Metodo più umano", commenta la ginecologa, mentre la destra conservatrice pretende la pratica ospedalizzata e accusa di violazione della legge.

La possibilità di approvare una legge che ponesse fine alla clandestinità di un reato lasciato da sempre impunito (i medici firmavano certificati di morte pietosi nei casi di emorragia dovuta ad uso di prezzemolo o di ferri da calza) ha dovuto pagare il prezzo dell'obiezione di coscienza. Nel 1978 non c'era alttra via.

Ma le manifestazioni delle donne che chiedevano la "maternità libera e responsabile" influirono sul titolo della 194 ("Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza") e sul primo articolo (" Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio"). Oggi non si scriverebbe così e non sarebbe proponibile alcuna mediazione. Inevitabile che il tempo giochi il suo ruolo non solo nel formalismo legislativo, ma nell'accettazione del progresso farmacologico.

Tuttavia si dovrà procedere anche a ragionare sui diritti delle donne? Arrivata la privatizzazione del problema, le donne saranno più libere o più sole?

Perché se dovessi ricominciare il discorso, oggi non avrei dubbi: perché mai una donna deve chiedere l'autorizzazione allo Stato per abortire? Mica lo chiedono per avere un figlio….

Tuttavia la responsabilità del restare incinta o del mettere incinta non sono questioni individuali. Perché è vero che la donna può eliminare tutte le fatiche de non dire nulla al suo compagno e l'attraversamento dei ciellini in preghiera davanti alle ginecologie. Ma non potrà assumere RU486 a ripetizione, senza compromettere la salute. E non potrà subire pretese maschili ormai prive di cautele.

Si tratta, dunque, di non favorire l'uso del corpo della donna a misura del desiderio maschile e cancellare la responsabilità di ciascuno/ciascuna che, desiderandoo fare l'amore (o fare sesso), rispetto alla possibilità procreativa. Le conseguenze di possibili irresponsabilità restano a carico delle donne.

Torniamo a parlane o lasciamo "privatizzare"?

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