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Roma / Violenze contro le giornaliste

Roma / Violenze contro le giornaliste

Il velo squarciato. Intimidazioni e violenze contro le giornaliste nell'esercizio del loro lavoro. Il convegno, il messaggio del presidente della Repubblica e l'appello

Mercoledi, 28/11/2012 - "Il velo squarciato. Intimidazioni e violenze contro le giornaliste nell'esercizio del loro lavoro".



Il messaggio del presidente della Repubblica Napolitano, al convegno, le giornaliste ricevute dal presidente della Camera Fini.

Lanciato l'appello alle istituzioni, al mondo dell'informazione, alla società civile. Firma anche tu!



La violenza contro le donne è ormai "una vera e propria emergenza sociale". Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel messaggio trasmesso al convegno “Il velo squarciato. Intimidazioni e violenze contro le giornaliste nell'esercizio del loro lavoro”, promosso alla Camera dei Deputati dalla Commissione Diritti e Pari opportunità dell'Associazione Stampa Romana, da Ossigeno per l'Informazione e dall'Ordine dei Giornalisti del Lazio. “E' necessario coglierne la portata e le dimensioni effettive", continua il messaggio del presidente della Repubblica, e “occorrono interventi per tutelare con maggiore efficacia le donne che con coraggio manifestano situazioni di abuso".

Organizzata in occasione della Giornata Mondiale ONU per l'eliminazione della violenza sulle donne, l'iniziativa ha permesso visibilità pubblica e attenzione istituzionale ad alcune delle storie di ordinaria violenza più oscurate d'Italia, quella contro le croniste minacciate per il lavoro quotidiano, per l'esercizio del diritto di informare. A raccontare le loro storie, dopo l'introduzione di Nella Condorelli e Arianna Voto, presidenti della CPO ASR, sono state quattro giornaliste: Ester Castano, giovanissima cronista che, per i suoi articoli di cronaca, è stata querelata e diffidata formalmente dal sindaco di Sedriano, paesotto a pochi chilometri da Milano, poi arrestato per corruzione, il 10 ottobre scorso; Marilena Natale, giornalista della Gazzetta di Caserta che lavora fra Aversa e Casal di Principe, più volte minacciata per aver denunciato episodi di malaffare che hanno portato, fra l'altro, allo scioglimento del comune per infiltrazioni camorristiche; Luisa Betti, collaboratrice del Manifesto, pluriminacciata per avere descritto il giro di interessi che ruota attorno alle sottrazioni di minori alla patria potestà per asserita Sindrome di Alienazione Parentale (il caso più noto e quello del bambino di Padova prelevato dalla polizia in modo brutale da scuola) e Marilù Mastrogiovani, giornalista di Casarano, in provincia di Lecce, minacciata insieme ai suoi familiari per un'inchiesta in cui rivela come le imprese messe fuori gioco per sospetti collegamenti mafiosi riescono a rientrare nel giro degli appalti.

Alla fine dell'incontro, le giornaliste con le promotrici ed i promotori dell'incontro sono state ricevute dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, che ha definito la violenza contro le donne "una piaga inaccettabile", una riprova di pregiudizi persistenti e di grettezza culturale. Iniziative come questa, ha aggiunto Fini, "devono essere un monito per ribadire con forza il dovere di tutti, istituzioni e società civile, di affrontare con coraggio i numerosi e tuttora irrisolti aspetti di questo fenomeno, troppo spesso non compiutamente conosciuto nelle sua reale portata".

Il presidente della Camera ha inoltre accolto con attenzione l'Appello alle istituzioni, al mondo dell'informazione e alla società lanciato durante il convegno affinché venga data più attenzione e visibilità agli episodi di violenza contro le donne e, insieme, agli episodi di informazione oscurata con abusi e violenza, per garantire il diritto all'informazione ai cittadini e cittadine ed il diritto di informare agli operatori ed alle operatrici dell'informazione. In Italia, ha detto Alberto Spampinato di Ossigeno “c'è una crescente intolleranza per il lavoro dei giornalisti e per il giornalismo critico. Ciò produce un numero di minacce, intimidazioni ed abusi che non ha eguali nell'Unione Europea: è necessario portare questi problemi all'attenzione pubblica nell'interesse della democrazia".

L'appello ha già l'adesione di varie associazioni e del consiglio comunale di Firenze, che martedi 26 novembre lo ha sottoscritto con un ordine del giorno unanime.

Al convegno hanno portato il saluto, per la FNSI, Giovanni Rossi e Daniela Stigliano, per l'ASR il segretario Paolo Butturini, esponenti della rete Giulia tra cui Alessandra Mancuso e Vanna Palumbo. Presenti tra il folto pubblico giornaliste e giornalisti, deputati e deputate, rappresentanti di associazioni.



APPELLO

Nella ricorrenza della Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, istituita nel 1999 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, celebrata congiuntamente a Roma il 27 novembre 2012, nella sala Aldo Moro del Palazzo di Montecitorio, sede della Camera dei Deputati, per iniziativa della Commissione Pari Opportunità dell'Associazione Stampa Romana, dell'Associazione Ossigeno per l'Informazione – Osservatorio sui Giornalisti minacciati in Italia promosso da FNSI e ODG, dell'Ordine dei Giornalisti del Lazio con l'incontro pubblico “ Il Velo Squarciato. Intimidazioni e violenze contro le giornaliste. Le testimonianze, l'Appello”, durante il quale sono state presentate le testimonianze di quattro giornaliste vittime di minacce ed intimidazioni nello svolgimento della loro attività professionale premesso che: in Italia la violenza contro le donne in quanto donne, continua a generare numerosi e gravi delitti, fra cui oltre cento omicidi l'anno per femminicidio all'origine della violenza contro le donne ci sono in primo luogo le seguenti cause: 1. l'ignoranza del basilare concetto di uguaglianza fra gli esseri umani senza distinzione di genere; 2. il permanere di anacronistici comportamenti discriminatori e di pregiudizi e stereotipi di genere 3. la difficoltà di rendere universalmente accettati i valori della parità; 4. il permanere di condizionamenti culturali e di linguaggi sessisti ampiamente utilizzati anche dai mass media 5. la difficoltà di comunicare con continuità e con la dovuta considerazione (attraverso i mass media) le informazioni sugli ostacoli che limitano la partecipazione delle donne alla vita pubblica e alle professioni, nonché notizie competenti ed approfondite sul contesto sociale che rende possibili le violenze e le discriminazioni; 5. in Italia, secondo i più autorevoli certificatori internazionali, l'informazione giornalistica non è "libera" come negli altri paesi dell'Unione Europea, ma "parzialmente libera" a causa delle seguenti ragioni: a. la concentrazione della proprietà editoriale in poche mani b. l'irrisolto conflitto di interessi fra attività editoriale, attività politico- istituzionale, interesse pubblico

c. l'elevato numero di giornalisti sotto scorta, di giornalisti che subiscono minacce, di giornalisti che subiscono intimidazioni per effetto di norme poco garantiste nei loro confronti in materia di diffamazione e di risarcimenti , norme che prevedono esborsi sproporzionati e la pena del carcere, come nei regimi autoritari: 6. sono numerose le donne giornaliste minacciate in Italia a causa della loro attività professionale e alcune di loro sono specificamente impegnate a diffondere informazioni sulle violenze e le discriminazioni subite dalle donne, come è documentato dai Rapporti annuali dell'osservatorio Ossigeno per l'Informazione promosso dalla FNSI e dall'Ordine dei Giornalisti, che ha censito in sei anni oltre mille fra giornalisti e giornaliste vittime di minacce e gravi abusi; ciò premesso, si fa appello alle istituzioni pubbliche, al mondo dell'informazione, alla rete di associazioni impegnate nella promozione dei diritti umani e per la piena affermazione dei valori democratici e del principio di eguaglianza e alla libertà femminile, le forze politiche e parlamentari, affinché: - sia pienamente e correttamente rappresentata la drammaticità della violenza contro le donne, indicandone le cause articolate e dando spazio al dibattito sul modo di superarla; - siano utilizzati nella descrizione dei fatti di cronaca e dei femminicidi un linguaggio ed una narrazione coerenti e non sessisti - si assumano le iniziative legislative e normative più opportune per rimuovere le cause che fanno dell'Italia un paese in cui la libera informazione ha uno spread negativo; - si contribuisca attivamente alla promozione di iniziative volte a difendere allo stesso tempo i diritti e la libertà delle donne e la libera informazione, in nome dell'eguaglianza, del diritto dei cittadini/cittadine di essere informati, nell'interesse della pace e dello sviluppo.

ROMA, Palazzo di Montecitorio, 27 novembre 2012

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