Martedi, 06/03/2012 - Sono tutte bellissime, altissime, magrissime. Sono le donne della pubblicità, quelle che sorridono sicure sulle pagine dei giornali, sui cartelloni tre per sei, sugli spot televisivi. Donne irreali, inventate per far vendere un prodotto nelle quali quasi nessuna si riconosce. Ma si può fare buona pubblicità senza ricorrere nei soliti stereotipi? A vedere quanto è accaduto il 2 marzo scorso, presso lo Spazio europa del Parlamento europeo a Roma, si direbbe proprio di si.
La seconda edizione del Premio Immagini amiche, l’iniziativa, promossa dal Parlamento Europeo e dall’Udi, in partenariato con il Dipartimento Pari opportunità e con la Commissione europea, volta proprio a valorizzare una comunicazione che, al di là degli stereotipi, veicoli messaggi creativi positivi, ha visto, infatti, la vittoria di donne vere come Milena Gabanelli e Geppi Cucciari per la televisione, Kinder cereali per lo spot con Valentina Vezzali, Piazza Italia e l’agenzia Diaframma Advertising per le affissioni, AMREF per la pubblicità sulla stampa e l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni per la pubblicità sul web.
La scelta, presa all’unanimità dalla giuria presieduta dalla giornalista e scrittrice Daniela Brancati, è stata affiancata da quella non meno importante del “popolo del web”, che ha espresso le sue preferenze votando sul sito www.premioimmaginiamiche.it, e che ha decretato la vittoria di SkyTG24 per la televisione, dello spot della Mellin, e del video “Per la mia strada”, realizzato da Corrente Rosa, per quanto riguarda il web. Pieno accordo con la giuria, invece, per quanto riguarda il premio alle affissioni che ha visto vincere nuovamente Piazza Italia e quello per la carta stampata che è andato ancora a AMREF.
Una menzione speciale della giuria è andata al comune di Padova per essere intervenuto con determinazione per liberare la città da campagne pubblicitarie fondate su stereotipi violenti e sessisti, rinnovando l'impegno nella lotta contro ogni tipo di violenza sulle donne e nella promozione di una cultura differente.
Infine un riconoscimento della giuria è andato all´Istituto tecnico commerciale di Bologna Rosa Luxemburg.
“Ci sono tanti modi di combattere una battaglia culturale. Un modo è punire, reprimere, l’altro modo, che è quello che preferiamo, è far conoscere e premiare le azioni positive, quelle che sono amiche delle donne”. Ha detto Daniela Brancati, presidente del premio. “Purtroppo, - ha proseguito - nell’immaginario attuale prevale l’idea che le donne esistano soltanto fino ai 30 anni, sono tollerate dai 30 ai 40 e completamente invisibili dai 40 anni in su. Il nostro premio invece vuole promuovere immagini di donne vere, reali, “quotidiane”, e stimolare quindi i “creativi” a produrre buona comunicazione, efficace per le aziende ma anche rispettosa della nostra immagine. Ma è anche un appello - ha concluso -perché il mondo della comunicazione capisca che non si può costruire un successo a spese nostre”.
La premiazione, ha visto, dopo il saluto di Clara Albani, direttrice dell’Ufficio informazione di Roma del Parlamento europeo, di Emilio Dal Monte, vicedirettore della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, di Alessandra De Marco per il dipartimento Pari opportunità e di Vittoria Tola dell’Udi nazionale, gli interventi delle parlamentari europee Roberta Angelilli, Silvia Costa e Barbara Matera.
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