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Roma / Mostra sulle donne di scienza

Roma / Mostra sulle donne di scienza

E' visitabile fino al 24 novembre la mostra 'Via alle scienziate - le donne della scienza" (Roma, Biblioteca Gerolamo Cardano)

Sabato, 12/11/2011 - Teano, Maria l’Ebrea, Ipazia, Sophie Germain, Laura Bassi, Lise Meitner, Lady Byron, Marie Curie: sono solo alcune delle 100 e più studiose presenti nella mostra “Via alle scienziate – le donne nella scienza” che è stata inaugurata giovedì 3 novembre alla Biblioteca Guglielmo Marconi (Roma,via Gerolamo Cardano 135)a cura di formaScienza. Fino al 24 novembre si potrà scoprire il racconto della loro straordinaria vita e capire perché nessuno l’ha mai raccontata.

Vite “occultate” eppure, malgrado uno scenario maschilista, vite di “successo” nel senso ampio di donne che sono riuscite, nonostante un destino che le voleva sempre e comunque autodidatte e assistenti a vita, a farci arrivare la loro voce. E se forte dev’essere stata la voce di Teano, matematica e cosmologa, che nel VI secolo a.C successe a Pitagora e diffuse la dottrina in Grecia ed Egitto, fortissima echeggia la voce di Sophie Germain che nel secolo dei Lumi studiava di notte e di nascosto dalla famiglia nella biblioteca paterna finché non fu scoperta e le fu consentito di farlo alla luce del giorno. Scriveva in latino, e sotto lo pseudonimo di Monsieur Le Blanc iniziò una fitta corrispondenza sulla teoria dei numeri primi con i matematici del suo tempo, studiosi del calibro di Lagrange e Gauss; addirittura i suoi calcoli sono tra quelli alla base della costruzione della Torre Eiffel. E proprio al ‘700 – quando, grazie a padri e mariti illuminati, le donne fanno meno fatica a studiare -, risale la prima cattedra universitaria assegnata a una donna: siamo nella dotta Bologna e a Laura Bassi spetta l’insegnamento di Fisica all’interno della facoltà di Medicina. Anche se nel 1793, Olympe De Gouges sarà ghigliottinata per aver rivendicato il ruolo delle donne nella rivoluzione francese con la sua “Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina”. Poi sarà l’800 e con il Romanticismo verrà il binomio uomo/razionalità – donna/natura e quest’ultima si ritroverà incastrata nella cura della prole. Ciò nonostante, proprio allora visse e operò la figlia di Byron, Ada Lovelace, programmatrice ante litteram visto che inventò la macchina calcolatrice studiando i principi del calcolo automatico. Col ‘900, almeno in Italia, arriva per le donne il diritto allo studio ma lo stereotipo per cui il gentil sesso non è tagliato per la scienza, è duro a morire. Ancora oggi, quando non ci sarebbe nessun motivo legale a frenare la parità, oggi che le donne si laureano nelle discipline scientifiche meglio, prima e più numerose degli uomini, è un fatto che per ottenere gli stessi traguardi una ricercatrice debba pubblicare 2,6 volte in più dei colleghi maschi. E’ il solito soffitto di cristallo per cui i tanti talenti femminili poi ai vertici spariscono e la selezione avviene solo sugli uomini: tanto che la Comunità europea inquadra il problema in un ordine macroeconomico, contro cui ripensare l’organizzazione del lavoro e, a ben vedere, un’intera cultura.

“Le vie della scienza” prevede sia conferenze che proeizioni di film.



L'ingresso è gratuito.

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