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Roma / Lucinda Childs e Michele Pogliani al Teatro Vascello. Riflessioni sui paradossi

Roma / Lucinda Childs e Michele Pogliani al Teatro Vascello. Riflessioni sui paradossi

In scena fino al 7 aprile

Venerdi, 05/04/2024 - Atteso ritorno sulla scena romana di Lucinda Childs, classe 1940, coreografa e ballerina statunitense pluripremiata ed applaudita in tutto il mondo, il cui curriculum stellare include la celebre collaborazione con Robert Wilson e Philip Glass, un Leone d’Oro alla Biennale di Venezia, svariate coreografie per l’Opera di Parigi, LesBallets de Monte Carlo e la White Oak Dance Company di Baryshnikov. Molti in sala la ricordavano ai Giardini della Filarmonica, quando, qualche decennio fa, fu invitata da Vittoria Ottolenghi, un’altra indimenticabile primadonna della danza italiana, che ha fatto conoscere ai romani e agli italiani i grandi interpreti internazionali.

Lo spettacolo è diviso in due parti ben distinte. La prima, in esclusiva italiana, per la regia di Lucinda Childs e Hans Peter Kuhn, è basata su un testo di Susan Sontag, “Description (of a description)”, che Lucinda Childs interpreta attorialmente, aggiungendo alla recitazione dei movimenti appena accennati, suggestivi, ma molto scarni. Le parole raccontano un evento fortuito: mentre la protagonista sta camminando, un uomo davanti a lei si accascia e muore. La donna interviene, ma ormai non c’è più niente da fare. Dopo il fatto, lei s’interroga sulla effettiva casualità dell’episodio, sulle sue reazioni e assenza di emozioni, sulle cause e gli effetti diquesto evento tragico, imprevedibile e imprevisto(oppure ineluttabile e previsto dal destino?) che lascia dietro di sé un’ombra di angoscia. Il monologo è frammentario, a tratti interrotto dai brandelli dei pensieri che la morte dell’uomo ha interrotto. Fatalità, destino, paura, ma anche un razionale esame di cosa sia stato scatenato da questo incidente e di cosa ne rimarrà nella memoria. I movimenti di Lucinda Childs, confinata su una piattaforma sospesa a metà tra il palco e il soffitto del teatro, sotto una crudele e uniforme luce bianca, sono degli scatti che poi si fissano, quasi si congelano, così come i suoi pensieri girano in tondo, si arrestano, per poi muoversi di nuovo. Forse il pubblico che non parla inglese avrebbe apprezzato la traduzione stampata del testo o dei sovratitoli, anche se la forza comunicativa ed espressiva di Lucinda Childs è sicuramente arrivata ai più.

Questa prima parte, molto breve, fa da prologo alla seconda, intitolata “Schroedingerhad a catnamed Milton”, che è uno spettacolo di danza di Michele Pogliani, ballerino, coreografo e storico collaboratore di Lucinda Childs, e del MP3 Dance Project.Ispirato al celebre paradosso della probabilità di Schroedinger, dimostrato con un esperimento sul suo gatto, questo sorprendente lavoro vede in scena l’ideatore e coreografo insieme a Agnese Trippa, Nicolò Traiano e Mattia Romano, impeccabili e magnifici, che hanno anche collaborato alla coreografia.

Anche qui, i movimenti a scatto, gli impulsi, le reazioni emotive, sono seguiti ogni volta da lentezza, energia trattenuta, armonia studiata. Questo oscillamento è accentuato dalle video-installazioni di Michele Innocente, proiezioni video in bianco e nero molto suggestive, che in larga parte mostrano immagini di persone o oggetti in movimento veloce, ma proiettati al rallentatore, spesso dai contorni non nitidi, come apparizioni oniriche o realtà sfuggenti, bagliori inafferrabili, alternati a orologi, il cui movimento è meccanico e inalterato. Il coreografo si muove in scena, osservando i tre danzatori da una certa distanza, accennandone i movimenti, come sognandoli o ricordandoseli, o come se li volesse imitare per non aiutarsi a non dimenticarli. La tensione tra razionalità e irrazionalità, casualità e destino, forza e armonia, gesti meccanici e fluidità è sottolineata magistralmente dal sound design di Maurizio Bergmann, che miscela l’algido rigore delle note di Bach a musica contemporanea pulsante e viscerale.

Al Teatro Vascello fino al 7 aprile.


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