Roma / Il Festival delle Letterature contro la violenza alle donne
‘Una donna per amica’: il Festival Internazionale delle Letterature contro la violenza alle donne: il 18 giugno Serena Dandini e Concita De Gregorio attive con Telefono Rosa e Centro Donne D.A.L.I.A.
Martedi, 18/06/2013 - Nella sempre splendida cornice della Basilica di Massenzio al Foro Romano, il Festival Internazionale delle Letterature di Roma, ideato e curato con grande sapienza e gusto artistico da Maria Ida Gaeta (vd. intervista al link http://www.noidonne.org/articolo.php?ID=01989, Noidonne/2008), prosegue la programmazione della sua XII edizione. Per questa sera (quarto appuntamento) è stato organizzato un evento davvero speciale, dal titolo ‘Una donna per amica: I had a dream, storie di sogni diventati realtà’, che sarà aperto dai racconti di esperienze di violenze ed abusi subiti ma anche, e soprattutto, di risposte non-violente delle donne, di coraggio ed autonomia ritrovate e di identità riconquistate, raccontando ‘il sogno realizzato dalle donne, tra quel che il mondo è e quello che potrebbe essere’. Dopo l’apertura a cura del Centro Donne D.A.L.I.A. e del Telefono Rosa, le note scrittrici, giornaliste ed autrici, Serena Dandini, Concita De Gregorio, Maram Al-Masri, Taiye Selasi e Farian Sabahi, leggeranno un loro testo inedito, il tutto accompagnato dalla musica minimal del Women in Quartet. “I centri anti-violenza sono molto importanti per le donne vittime di violenza - afferma Serena Dandini, autrice del libro ‘Ferite a Morte’ (Rizzoli, 2013), che sarà portato anche in teatro nell’ambito di un vero progetto ‘militante’, come lo definisce la Gaeta - ma spesso le amministrazioni hanno pochi fondi per tenerli aperti. Anche i media devono contribuire a parlare del fenomeno, al di là degli aspetti sensazionalistici o morbosi, ed oggi, a poco a poco, i giornalisti stanno acquisendo maggior consapevolezza. Infine, faccio un appello agli uomini, dicendo che il problema della violenza alle donne è prevalentemente un problema maschile, che gli uomini se ne devono fare carico insieme a noi e che siamo stanche di lottare da sole. Dunque serve una rivoluzione culturale e vogliamo farla non da sole ma con uomini e donne.” La scrittrice e poetessa siriana Maram Al-Masri (il suo libro “Anime scalze” nasce dall’ascolto di storie di violenza, solitudine ed abbandono) leggerà alcune poesie scritte per il popolo siriano, soprattutto per le donne e i bambini vittime di questa guerra che non sembra finire, e ciascuna immagine evocata rimanderà al coraggio delle donne e madri siriane. Anche la scrittrice Taiye Selasi, autrice del libro ‘Ghana must go’ ritiene che la violenza subita dalla donna sia una tragedia che tocca l’intera famiglia, e la società intera. “Ho aderito subito al progetto della Dandini, che dà voce alle donne uccise, perché lo condivido profondamente – ha concluso Concita De Gregorio – ed offre la possibilità di incontrarsi a donne diversissime, anche in contrasto fra loro. Il mio libro ‘Malamore’ raccoglie storie-limite di donne, spesso iniziate tragicamente ma proseguite con speranza, voci di donne che cambiano la propria voce. Ogni storia parte da un corpo, è importante incarnare, dare fisicità a queste storie. Oggi sembra che sempre più chi ha il potere lo eserciti in maniera vessatoria verso chi è più fragile ed il clima culturale è piuttosto ostile alle donne, anche se ogni persona, ovviamente, rischia di essere sopraffatta. Si è persa la riprovazione sociale, elemento che un tempo assicurava rispetto e rappresentava uno sbarramento etico, una sorta di agenzia di controllo”. Nei dati sul fenomeno del femminicidio, riportati anche da un’appendice al libro della Dandini (grazie alla collaborazione con l’ISTAT e con Maura Misiti, una ricercatrice del Cnr che indaga sul fenomeno), l’Italia si colloca ai primi posti ed i dati forniti, già piuttosto alti, sono probabilmente sottostimati.
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