Lunedi, 29/10/2012 - Corruzione e illegalità. Il NO delle donne
Testimonianze e riflessioni per una etica pubblica e nella politica
è il titolo del convegno che si tiene
MARTEDI’ 13 NOVEMBRE 2012 (ore 15,00/19,00)
Senato della Repubblica (Roma), Via di Santa Chiara 4 (Sala Bologna)
Introducono e coordinano
Tiziana Bartolini, Daniela Carlà
Intervengono:
Ministro per la Pubblica Amministrazione Filippo Patroni Griffi
Elisabetta Maria Cesqui (Sostituto Procuratore Generale)
Valeria Fedeli (Accordo per le regole e la legalità /Cgil, Cisl, Uil)
Vittoria Franco (Senatrice)
Ermanno Granelli (Consigliere Corte dei Conti)
Francesca Izzo (Docente universitaria)
Maria Carmela Lanzetta (Sindaca di Monasterace)
Beatrice Lorenzin (Deputata)
Gianpiero Menegazzo (Direttore di ACRIB/Associazione Calzaturifici Riviera del Brenta)
Angela Napoli (Deputata)
Stefano Rodotà (Docente universitario)
Nel corso dell'incontro Luisa Laurelli presenta il libro 'Il filo rosso della legalità'' (ed Pulsar)
L'incontro è ideato e organizzato da 'noidonne' e da 'Noi Rete Donne'
PRESENTAZIONE
La corruzione ha assunto nel nostro Paese dimensioni endemiche ed il livello di “diffusività e sistematicità” raggiunto dal fenomeno è ormai inaccettabile. A sottolinearne la gravità, accanto alla cronaca quotidiana, ci sono rapporti e dati ufficiali sia di nostri istituti preposti al controllo e allo studio sia provenienti da accreditati soggetti internazionali. La Corte dei Conti ha valutato in circa 60 miliardi il costo della corruzione e il Corruption Perception Index (CPI) ci pone a 3,9 rispetto al 6,9 della media OCSE su una scala da 1 a 10, dove 10 indica l’assenza di corruzione. La corruzione e l’illegalità diffusa non riguardano solo la politica o la Pubblica Amministrazione ma chiamano in causa anche il privato e hanno contaminato anche altri ambiti, dalle professioni alla sanità, dagli appalti al governo del territorio. La questione va certamente affrontata per un mero richiamo ai principi che regolano la convivenza civile, ma è anche la crisi economica e strutturale che stiamo attraversando a non consentire ulteriori margini di tolleranza verso comportamenti ‘disinvolti’ o palesemente illegali che rappresentano un costo aggiuntivo e pesante per la collettività. Poiché il corpo normativo è adeguato a sanzionare atti, azioni o comportamenti illegali, il punto su cui focalizzare l’attenzione è l’affermazione diffusa di una cultura che guarda alle leggi non come patto sociale a garanzia e tutela della collettività, ma piuttosto come fastidiosi obblighi da eludere o ignorare. L’intento che ci proponiamo con questa iniziativa, la prima di un percorso che vedrà ripetersi nel tempo incontri strutturati sia sul piano tecnico che nella dimensione socio-politica, è quindi di avviare un confronto costruttivo tra soggettiche, a vario titolo, sono interessati ad affermare e a rafforzare nel nostro Paese una cultura della legalità a vantaggio di tutti e tutte. Le leggi in Italia ci sono, occorre lavorare affinché siano rispettate e condivise come bene comune. Tutto questo lo abbiamo pensato come donne, con uno sguardo e un pensiero femminile nella consapevolezza di essere portatrici di specifici interessi nell’affermazione di una cultura della legalità. Sul piano lavorativo, se pensiamo a quanto la trasparenza rappresenti un vantaggio nelle carriere femminili nella PA, e non solo; nel quotidiano, quando ci misuriamo con la burocrazia negli uffici pubblici; nella qualità della vita, quando i tagli alla spesa pubblica falcidiano i servizi socio-sanitari oppure impoveriscono la scuola o la sanità pubblica. Come donne non siamo disponibili a pagare l’ulteriore prezzo che, indirettamente, la corruzione ci accolla in termini di diminuzione di servizi alla persona, servizi che siamo noi a sostenere con il lavoro di cura. La recente polemica riguardante i tagli all’assistenza alle persone non autosufficienti e ai malati di SLA ne è prova tangibile: le risorse pubbliche non possono più essere dissipate affluendo in mille rivoli più o meno legalmente legittimati. I danari che le/i contribuenti pagano sotto forma di tasse e balzelli vari devono essere spesi con coscienza e devono essere investiti sotto forma di servizi e strutture utili alla comunità. Si tratta di principi basilari - e spesso di buon senso - che, come donne, vogliamo riaffermare e contribuire a diffondere nell’interesse di tutti/e. Riteniamo che tale impegno sia in piena coerenza con la battaglia intrapresa come Accordo di Azione Comune per la Democrazia Paritaria, battaglia volta ad aumentare la presenza femminile nelle assemblee elettive, nei CdA e in tutti i luoghi decisionali, allo scopo di portare una nuova idea di gestione nelle istituzioni, nella Pubblica Amministrazione, nella politica e nell’economia. Un’idea che valorizzi l’interesse collettivo a scapito del primato dell’egoismo, che punti alla trasparenza nel metodo e alla correttezza nell’impiego delle risorse pubbliche. Gli atti di questo incontro saranno pubblicati e diffusi attraverso il periodico ‘noidonne’, il sito www.noidonne.org e il profilo facebook ‘Noiretedonne’. Nella consapevolezza che l’odierno incontro non potrà affrontare tutte le dimensioni sociali e produttive che la corruzione e l’illegalità contaminano (basti pensare alla sanità, ai lavori pubblici, all’evasione fiscale o al lavoro nero), ci prefiggiamo, subito dopo le elezioni politiche, di organizzare un secondo incontro (articolato in due sessioni distinte rispettivamente su corruzione e illegalità e in cui si valorizzino le buone pratiche poste in essere) e siamo disponibili ad accogliere riflessioni e suggerimenti per meglio organizzare i contenuti. (Inviare mail a tbartolini@noidonne.org, danielacarla2@gmail.com, morronir@libero.it).
Lascia un Commento