Roma città ribelle e mai domata…. - di Carla Pergola
Per buona parte della giornata, giovedì 7 aprile 2016 al Ponte di ferro (Ponte dell’industria), presso il monumento alle ‘ragazze del ponte’, sono transitate tante persone....
Per buona parte della giornata di giovedì 7 aprile 2016, al Ponte di ferro (Ponte dell’industria), presso il monumento alle ‘ragazze del ponte’, sono transitate tante persone. (vedi articolo)
Sono arrivate alla spicciolata, camminando piano piano, come fossero tante formicuzze.
Senza troppi clamori, hanno lasciato fiori, fiori, fiori, pensieri, pensieri, pensieri e sorrisi, sorrisi, sorrisi.
A sera, forse a notte fonda, qualcuno/a si è incaricato/a di portare via quei fiori.
Lo so, i soliti, quelli che stranieri, zingari e senza fissa dimora andrebbero buttati in mare, diranno la cosa più idiota che mente umana possa pensare: “quei fiori se li sono fregati i soliti sbandati senza Patria e senza Dio, venuti da queste parti per rubarci tutto”. Dirà qualcuno.
Qualcun altro, per non essere da meno, aggiungerà…: “Sì, sì! Sono stati quelli che ai nostri figli hanno rubato il lavoro e la casa. Ora, non soddisfatti, si attaccano pure a quattro fiori lasciati da chissà chi, chissà perché”. Beata ignoranza!
Se vi capitasse di sentir fare di questi ragionamenti, per favore, non dite le parolacce, risparmiate gli insulti, non date loro ascolto e tirate diritti.
Tanto, loro, quelli di qualche riga sopra, non ammetteranno mai di avere sbagliato tutto. Pure di non darvela vinta, fingeranno di non sapere che le ‘ragazze del ponte’ sono state capaci di un grande atto di generosità.
Sissignori! Le ragazze, dopo aver beneficiato di tutti quegli omaggi floreali, più che vederli appassire ai loro piedi, hanno preferito che qualcuno/a li prendesse per venderli per denaro.
Insomma, a sera, forse a notte fonda, perché queste cose succedono solo a notte fonda, su quel ponte si è svolto un incontro straordinario, al limite dell’incredibile: fra quei fiori, pensieri e sorrisi, si sono incontrate le donne di Roma città ribelle e mai domata e gli abitanti dolenti di Roma disperata e povera.
Sono sicura che avranno banchettato, sbicchierato, suonato, cantato e ballato fino allo sfinimento. Poi, quando la luna ruffiana e spiona li ha informati che la notte stava finendo, ciascuno è andato per la sua strada, dandosi appuntamento al prossimo 7 aprile.
E che c’è di strano se Roma, Città ribelle e mai domata, ha regalato i suoi fiori a Roma disperata e povera perché li vendesse per un pezzo di pane?
Del resto, loro, quelle dieci donne, non sono morte per un pezzo di pane e un pugno di farina?
Ecco, questo sì che potete dirlo! Chissà, forse anche quelli capaci di pensare cose tanto idiote, potranno capire.
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