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Roma, C'era ... due volte l'UDI a Monteverde - di Carla Cantatore

Roma, C'era ... due volte l'UDI a Monteverde - di Carla Cantatore

Il 10 aprile 2010 si è svolto l'incontro dell'Udi di Monteverde, che riprende il filo del passato e guarda al futuro accogliendo nuovi contributi. Ecco la sintesi e i vari interventi.

Lunedi, 12/04/2010 - Febbraio 2008, prende vita il Gruppo UDI Monteverde a Roma, il nome viene scelto anche in base al fatto che le donne che ne fanno parte sono, per la maggior parte, di questo quartiere o della vicina Trastevere.

Un po’ come quelle che componevano primo Circolo UDI Monteverde. In seguito altre donne si sono aggiunte al nostro Gruppo, con diversa provenienza logistica, anche perché l’adesione all’UDI non è necessariamente collegata al territorio. Quando è nato il gruppo del quale oggi facciamo parte, però, non sapevamo di avere già una storia, storia di altre donne e storia da farci raccontare. Da un piccolo accenno, un giorno, per caso … un ricordo dell’esistenza di un circolo UDI negli anni ’70 a Monteverde, e quell’accenno ha sollecitato la nostra curiosità e l’interesse a cercarne le tracce e i ricordi.

Abbiamo cercato, sapendo già che, nel guardare indietro, si ritrovano spesso le stesse problematiche (una per tutte, la 194 è sotto attacco perenne, questa volta attraverso la RU486) a volte solo apparentemente risolte. Ci stiamo anche occupando dell’eliminazione della pubblicità offensiva della dignità delle donne in tutte le nostre città, abbiamo incominciato da alcuni anni con richieste singole di rimozione dei manifesti offensivi ottenendole attraverso l’Istituto di Autodisciplina Pubblicitario e organi preposti. Questa iniziativa ha ormai con sé la forza delle delibere Comunali ottenute nel rispetto della Risoluzione del Parlamento Europeo del 3 Settembre 2008 sull’impatto del marketing e della pubblicità sulla parità tra donne e uomini (2008/2038 INI). Risoluzione che contiene, tra gli ambiti prioritari, il contrasto dei messaggi pubblicitari discriminatori e/o degradanti basati sul genere e gli stereotipi di genere.

Ai primi di Novembre, come UDI Monteverde, insieme con l’altra UDI Romana, “La Goccia” abbiamo avanzato la nostra proposta presso il Comune di Roma, e l’ 8 Marzo in apposita seduta, il Comune ha approvato con 44 voti su 44 la proposta di Delibera per Roma. Questo è stato il nostro 8 marzo 2010, il nostro omaggio alle nostre concittadine. Ora, non abbassiamo la guardia, una apposita commissione presso il Comune, con la partecipazione delle Associazioni femministe romane, avrà il compito di seguire l’applicazione della delibera.

La volontà di controllo del patriarcato sul corpo delle donne si è solo evoluta e modificata nella sostanza dell’ agire, non solo nel nostro paese, lo sappiamo bene. Con grande attenzione verso quanto accade in altri Paesi, non ci lasciamo distogliere da quanto accade nel nostro.

Un paese dove, soprattutto in questi anni, attraverso i potentissimi mezzi di cui dispone la comunicazione, saldamente in mani maschili, si è costruita una distorsione della cultura in generale, e in particolare della nostra immagine per cui, mentre si strizza l’occhio ad un modello femminile trasgressivo nei costumi al quale aspirare, vi si contrappone una mentalità bacchettona.

Perfino da altre donne, sentiamo, con dispiacere, giudizi negativi sulla modella o sulle giovani donne seminude proposte dalla TV (che lavorano secondo un modello che a loro appare appetibile e gratificante, che è anche il modello che viene proposto insistentemente), piuttosto che su come viene sfruttato il loro corpo. Nel frattempo, si lascia, come se fosse normale, che venga esaltata con allarmante prepotenza una immagine delle donne svilita fino all’estremo di “merce di scambio”. Su questo atteggiamento di donne verso donne c’è ancora molto da fare e ragionare.

La volontà delle Donne dell’UDI Monteverde è di proporsi accogliente e aperta sia alle Associazioni come alle singole donne che saranno interessate.

Questa, in breve, l’introduzione di Carla Cantatore.



Gli interventi.

Un Circolo UDI a Monteverde, sciolto nel 1982, del quale tracce sostanziose e ricordi abbiamo trovato specialmente grazie alla cortesia e al contributo determinante di Luisa Righi (Fondazione Gramsci), Antonio Murri (Associazione Culturale Monteverde), come di alcune Donne che hanno partecipato a quell’esperienza, portando le loro testimonianze.

-Saluto e accoglienza di Antonio Murri che si è detto orgoglioso ed emozionato di riavere le donne dell’UDI ospiti della sua Associazione, ribadendo la disponibilità ad ospitare le riunioni del Gruppo, oggi come allora.

-Lidia Menapace, nel suo intervento, ha praticamente tracciato un pezzo di storia dell’UDI e del femminismo parlandone con grande attualità. Ha sottolineato come le guerre non servano ad eliminare i conflitti, ma solo coloro che vi partecipano, e come la politica dei maschi usi spesso termini riferibili alla strategia militare mentre le donne, le quali “ sono di stoffa buona” preferiscono tessere, intrecciare (con un collegamento anche alle operaie del tessile nel Veneto, che fieramente si opposero al nazifascismo, durante la resistenza). Ha citato un libro dell’UDI, Sesso amaro in cui erano raccolte 80 interviste a varie donne, edito nel periodo della lotta per la legge 194 invogliandoci anche a leggerlo. Anche le più giovani e le meno “preparate” hanno ascoltato e compreso le ragioni dell’essere femministe oggi.

-Valeria Scafetta, giovane scrittrice, al suo attivo due libri sul fenomeno mafioso, ha ringraziato Lidia per la “lezione”, come è stato recepito un po’ da tutte il suo discorso, e ci ha raccontato con parole efficaci come ha preso coscienza della necessità di essere femministe, nel momento in cui ha capito che le conquiste delle “mamme” non erano date per sempre e che il ruolo “assegnato” alle donne, nel pensare comune, non sia ancora veramente cambiato, e il lavoro da fare sia ancora molto.

Nel 1979, quando venne presentata la proposta di legge di iniziativa popolare contro la violenza sulle donne dall’ UDI, MLD e dai collettivi femministi le donne di Monteverde si impegnarono nella raccolta delle firme e il frutto più visibile del loro lavoro è stato anche il Centro Antiviolenza di Monteverde, quello che ancora oggi è attivo, uno dei primi in Italia.

-Ce ne ha parlato Cristina Zoffoli che di quei giorni è stata una protagonista, e attualmente si occupa di prevenzione della violenza contro le donne e di corsi di formazione con l’Associazione “Non Una di Meno”. Ha illustrato il lavoro che svolgono a Latina, Viterbo, Orvieto, di affiancamento e verifica per sostenere le donne maltrattate e i loro bambini, che sono molto spesso traumatizzati dall’aver assistito alle violenze verso le madri. Ha anche ribadito l’importanza del femminismo rispetto al permanere del “ruolo” al quale, a dispetto dell’impegno speso, troppe donne rimangono ancorate.



Dopo questi interventi, mi è sembrato naturale proporre di riunirci per un ciclo di momenti comuni di approfondimento e di ricerca aperti a tutte le donne che vorranno farne parte. L’idea è stata accolta con molto interesse da alcune e con la disponibilità da altre.

Le donne del Circolo UDI Monteverde sciolsero la struttura nel 1982 e verso il 1985 anche le donne del Movimento si indirizzarono verso altri modi di portare la loro pratica politica nel vivere quotidiano.

Oggi, dopo che l’ UDI ha riletto il proprio acronimo come Unione Donne in Italia, è emozionante venire a conoscenza di episodi come quello raccontato dalla tesoriera del Circolo Udi Monteverde di allora:

- Luisa Bonelli Tomassini, che aveva custodito a lungo il piccolo“capitale” rimasto in cassa dopo lo scioglimento del Circolo, nel 2002 insieme con le altre donne che avevano fatto parte del Circolo UDI Monteverde scelsero di usare quella pur modesta cifra residua per sostenere materialmente i diritti di una giovane Donna Rom, Simona, dandole la possibilità di andare a riprendere i due figli che non vedeva da quattro anni. Abbiamo sentito la storia dalla viva voce delle protagoniste, che non immaginavano ancora di avere così iniziato, simbolicamente, il cammino dell’Unione Donne Italiane verso l’Unione Donne in Italia. Tanto che Simona – che non ha perso una parola di quanto detto nell’incontro- ci ha ringraziate per quello che facciamo, manifestando anche la voglia di partecipare.

- Lucia Formichetti, facendo riferimento anche al discorso di Cristina Zoffoli, ha richiamato l’attenzione sulla necessità che i centri antiviolenza siano messi in grado di accogliere nel modo migliore le donne costrette a farvi ricorso. I dati da lei raccolti ci dicono che in Italia i centri antiviolenza sono appena 100, dei quali molti, oggi, a rischio di chiusura e come questo servizio importante non possa diventare facoltativo. Ci ha esposto come siano appena 40 le case famiglia per ospitare le donne maltrattate con i loro figli e come quest’anno ben 11 asili-nido non potranno aprire. Questo in un paese dove si sostiene di considerare “la famiglia” al primo posto in ordine di importanza.



La seconda volta

Il progetto politico dell’UDI – Monteverde a Roma è anche un filo rosso intessuto nella continuità di un pensiero e un modo di essere, sempre riconoscendo l’esperienza delle donne “prima di noi” con lo sguardo rivolto alle donne di oggi e specialmente a quelle “dopo di noi”, riconoscendoci e collaborando anche con le altre Associazioni.

Sappiamo bene che la sfida è principalmente quella di incidere in una cultura che ha perso molto di quello spessore duramente conquistato. Questo, purtroppo, a tutto campo, e le donne sono spesso le prime a pagare il prezzo dei momenti di decadenza culturale. Ciò nonostante siamo altrettanto convinte che attraverso il confronto, il dialogo, la relazione e, come recita la dichiarazione di intenti del nostro Statuto, il “favorire la presa di parola” delle donne può abituarci a prendere orgoglio del nostro essere più che dell’apparire, come invece vorrebbe la tendenza delle immagini proposte dai media, ed a ricostruire un diritto di cittadinanza che è molto “sulla carta” e meno nei fatti.

Una sfida con noi stesse a prendere coscienza del fatto che siamo tutte importanti, siamo tutte portatrici di preziosi saperi,tutte con una ricchezza di esperienze da condividere e comunicare. E sopratutto avere coscienza di essere legittime titolari di diritti, piuttosto che oggetto di benevole concessioni.



Per informazioni: udimonteverde@gmail.com

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