Lunedi, 05/11/2012 - CRUDELI I GIORNI MA SUPERBO IL GENIO.
CAPOLAVORI DI DONNE RECLUSE NELL’ARCO DEL TEMPO
8 – 25 novembre 2012
Giovedì, Sabato, Domenica: 15,30 - 17,00 - 18,30
Venerdì: 9,00 – 10,30 – 12,00
Casa internazionale delle donne, Roma (ingresso Via della Penitenza 37 / Visite guidate su prenotazione: tel. 06.68401720)
Ideazione di Oria Gargano e Maria Paola Fiorensoli
Testi di Maria Paola Fiorensoli e Roberto Morra
Regia di Roberto Morra
Regista assistente Elena Fazio
Spazio scenico Laboratori e Laboratori Flegrei
Costumi Lia Aiello
Musiche Flavio Spaducci
Allestimento Doppiaeffe s.r.l.
Ricerca storica Maria Paola Fiorensoli
Attrici:
Eleonora Aleotti, Giusi Cicció, Cecilia di Giuli, Elena Fazio, Marina Gimelli, Ilaria Olimpico, Angela Sajeva
La mostra-spettacolo si svolge su un percorso guidato nell’eccezionale location del carcere ottocentesco nell’ex complesso del “Buon Pastore”.
Essa attraversa il tempo, dall’età romana ai nostri giorni e utilizza vari linguaggi letterari e artistici per raccontare personaggi femminili straordinari che hanno composto capolavori durante la loro reclusione o alla vigilia dell’esecuzione. Non una scrittura della memoria ma espressione del dramma che si sta vivendo e a livelli altissimi; opere antesignane, di grande valore letterario e antropologico, e di stili diversi: diaristica, narrativa fantastica e visionaria, autobiografica, processuale, epistolare, cronaca.
Il percorso evidenzia la capacità delle donne di mantenere risorse interiori e di esprimere talenti nelle situazioni più disperate e attraversa tutti i tipi di reclusione - statuale, familiare, persecutoria (religiosa e politica), monastica (coatta), d’alienazione vera o presunta, vendetta, autoreclusione – sottolineando il coraggio, la forza creativa, gli apporti di una genialità irriducibile e misconosciuta.
Vi si sviluppa il tema della sottrazione dei diritti rappresentato da qualsiasi tipo di reclusione che si trasforma secondo dello status di godimento effettivo dei diritti stessi e perciò è ulteriormente crudele e misconosciuta in quella femminile, per la limitazione o l’assenza dell’esercizio degli stessi e delle opportunità connesse.
La reclusione è sessuata ma la mostra-spettacolo non le racconta, al solito, come vittime poiché non esiste una miseria femminile infinita contrapposta a un’epifania di crudeltà maschile.
La violenza è sistemica, è dentro le cose, accade perchè esistono i presupposti sociali, politici economici culturali, di atteggiamento, che la rendono così forte.
Non a caso, la mostra-spettacolo termina il 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza alle donne intitolata alle tre sorelle Mirabal (Aida Patria Mercedes, Maria Argentina Minerva e Antonia Maria Teresa), eroine della resistenza dominicana sotto la dittatura di Trujillo Molino, torturate e uccise il 25 novembre 1960.
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