Venerdi, 30/11/2012 - Quattro assessore su dodici nella giunta Capitolina che verrà è un rapporto di sfiducia inaccettabile e che relega le donne ad un rappresentanza minoritaria nell’esecutivo del Comune di Roma.
La proposta di nuovo statuto di Roma Capitale avanzata dalla commissione riforme istituzionali, di cui apprendiamo il contenuto dalla stampa, è un meschino colpo di coda maschilista contro quelle che vengono impropriamente definite ‘quote rosa’ che solo una composizione paritaria del 50% potrà definitivamente cancellare.
E’ incredibile che la commissione riforme istituzionali composta peraltro da soli uomini non abbia ritenuto opportuno raccordarsi con la Commissione delle Elette sul tema della rappresentanza di genere, ma abbia pensato di adottare un testo più restrittivo dell’attuale e assolutamente squilibrato in favore degli uomini.
Le norme dello statuto vigente prevedono infatti una ‘equa composizione di genere’ della giunta comunale. L’attuale Sindaco, contravvenendo alla disposizione su tali norme, è stato costretto dal TAR per ben 2 volte a rivedere la sua giunta su ricorsi da noi proposti e vinti.
In occasione dell’ultimo rimpasto di giunta, nel replicare al Sindaco che presentava la nuova assessora con delega alla casa e patrimonio, dichiarammo in modo chiaro e deciso che non avremmo accettato quote di genere nel nuovo statuto ma solo un esplicito riferimento al 50% di presenza di donne in tutti i ruoli esecutivi dell’amministrazione siano essi la Giunta, di Comune o Municipio, il Cda di una azienda capitolina, dirigenza apicale e amministratori delegati.
La bozza della commissione riforme istituzionali del Comune di Roma, in controtendenza con la recente legge elettorale approvata dal Parlamento lo scorso 13 novembre, le cui normativa prevede per le autonomie locali la doppia preferenza di genere, intende fissare ad un terzo la presenza delle donne nella futura giunta capitolina restringendo così una interpretazione tendente invece ad un rapporto paritario e sbilanciando a favore degli uomini la rappresentanza nel futuro governo della città.
Nel ritenere grave e inaccettabile quanto avvenuto abbiamo immediatamente fatto richiesta di una riunione congiunta tra Commissione delle Elette e Commissione Riforme Istituzionali, chiedendo al Segretario Generale di non dare corso all’ulteriore iter della proposta fintanto che sul provvedimento non sia stato espresso il parere della Commissione delle Elette.
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