RIVER TO RIVER FLORENCE INDIAN FILM FESTIVAL 2023 si è appena concluso

Mercoledi, 13/12/2023 - Il cinefestival, finito ieri, chiude in bellezza, facendone parte, la “50 GIORNI di CINEMA a FIRENZE” che dal 5 ottobre al 12 dicembre scorsi comprendeva vari cinefestival, tra cui Florence Queer Festival, France Odeon (https://www.noidonne.org/articoli/firenze-a-france-odeon-2023-15a-edizione-20033.php), Festival dei Popoli. Festival Internazionale del Film Documentario (https://www.noidonne.org/articoli/liv-ullmann-ospite-al-64-festival-dei-popoli-di-firenze-dopo-cannes-2023-20074.php), Lo Schermo dell’Arte Festival di cinema ed arte contemporanea (https://www.noidonne.org/articoli/lo-schermo-dellaarte-a-firenze-festival-di-cinema-e-arte-contemporanea.php).

Si è tenuto al classico cinema La Compagnia di Firenze con il consueto patrocinio, ‘ab ovo’, dell’Ambasciata dell’India, sotto l'egida di Fondazione Sistema Toscana ed il contributo di Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Cinema e Audiovisivo, Regione Toscana, Comune di Firenze e Fondazione CR Firenze.

Durante gli anni, River to River Florence Indian Film Festival, ha proiettato il meglio della Cinematografia Indiana più recente, utilizzando la propria passione e le proprie competenze per costruire e consolidare il Festival, grazie alla collaborazione di un gruppo di lavoro formato da professionisti e volontari.

Il 2001 è anche l’anno in cui Mira Nair fu premiata con il Leone d’Oro a Venezia per "Matrimonio Indiano". Qui inizia una nuova era per il cinema indiano in Europa, quello che, sinteticamente e forse non senza una punta di ironia, porterà al massimo della notorietà il già da parecchio tempo nato e fecondo, Cinema di Bollywood (ideale quanto improbabile connubio tra Bombay e Hollywood).

Quest’anno a ricevere il River to River Audience Award, riconoscimento del pubblico per il miglior lungometraggio in concorso al 23° River to River Florence Indian Film Festival è stato “Rocky aur Rani ki prem kahani” (La storia d’amore di Rocky e Rani) di Karan Johar (India, 2023), un ‘Bollywood movie’ protagoniste le super-stars Alia Bhatt e Ranveer Singh che ha sbancato al botteghino tra rottura degli schemi e lotta al patriarcato.
Il ‘plot’ è una ‘love story epica’, con tutti i crismi, un vero ‘meltin’pot’ tra risate e riflessioni su tematiche molto attuali come il rispetto della diversità, la violenza di genere e il contrasto tra cultura tradizionale. Spettacolari, come sempre, le coreografie ed ottima la colonna sonora.

La giuria popolare ha poi assegnato il riconoscimento per il miglior documentario a “Call me dancer” di Leslie Shampaine e Pip Gilmour (Uk,Israele,USA,2023), una storia sulla speranza e la forza di volontà necessaria a raggiungere i propri obiettivi più ambiziosi da parte del giovane Manish, un ragazzo che fa di tutto per diventare un ballerino professionista.

Il premio al miglior cortometraggio è andato invece ad “American-born, confused and half-desi” di Ronak Shah (USA, 2023, 17’), protagonista una ragazza americana alla ricerca delle proprie origini indiane, malgrado l’ostilità del padre.

“Siamo molto soddisfatti di questa edizione – ha dichiarato Selvaggia Velo – che ha proposto film di qualità e grandi ospiti al pubblico e alla stampa (...). Un altro elemento molto significativo dell'atmosfera che si è respirata quest'anno è la scelta del pubblico di premiare titoli che portano con sé riflessioni sul momento storico che stiamo vivendo:come “Rocky aur Rani Ki Prem Kahaani” che dietro ai lustrini di Bollywood racconta una storia di emancipazione femminile, lotta al patriarcato e necessità di agire sull'educazione degli uomini per vivere in un mondo dove la parità di genere non sia finalmente solo uno slogan (...)”.