Poesia - Le poesie di Rita Proto in “Tra ali e radici” (Arduino Sacco Editore, Roma 2016)
Benassi Luca Lunedi, 09/05/2016 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2016
“Tra ali e radici” (Arduino Sacco Editore, Roma 2016), di Rita Proto, è un libro che raccoglie testi composti in oltre un quarantennio. Lo si intuisce dall’anno di composizione posto in calce alle singole poesie, laddove invece la raccolta mostra una compattezza di stile e un’unità tematica sorprendenti per testi scritti in un arco di tempo così lungo. Il filo rosso che conduce le composizioni è quello del rapporto madre-figlia, che viene indagato nel difficile passaggio del divenire, del trasformarsi in donna adulta assommando al ruolo di figlia quello di madre. Il volano della nascita e della trasformazione viene declinato in un’abbondanza di metafore che traggono linfa dalla vita domestica, dalla quiete delle stanze e delle abitudini, che si intrecciano con quella della natura: le piante, le seminagioni, i campi, gli orti, i vasi diventano i luoghi e i soggetti dell’esistenza che nasce e cresce, a dispetto delle mancanze, delle difficoltà, delle delusioni. La mancanza sembra un sentimento che scorre in tutto il libro, accompagnando le vicende familiari delle origine, del rapporto con genitori la cui assenza pesa come un fardello, fino al distacco della figlia, alla separazione. È questo un libro delle incongruenze risolte e degli ossimori, a partire dal titolo, dove alla maestà libera del volo si oppone la fissità ctonia delle radici. Scrive in proposito Marilde Trinchero nella prefazione: «il filo conduttore che attraversa le poesie di questo libro è il tema degli opposti e della loro talvolta complessa conciliazione. […] A volte sembrano nascondersi, poi emergono potenti, temuti, ma necessari. Luce e buio, dolore e gioia, stupore e rassegnazione: compagni di viaggio che chiedono di essere appresi e attraversati.» Si vedano in particolare le due sezioni “Io figlia” e “Io madre”, dove questa contrapposizione biologica marca un conflitto di sentimenti, di rabbie inespresse finalmente curate nell’amore, nella dedizione, nella dolcezza della figlia che è diventata a sua volta madre.
Rita Proto coltiva una scrittura essenziale, ripulita da ogni asperità e stucchevole sentimentalismo, non di rado accostandosi a forme della cultura orientale, afgana o giapponese, come i landays (poesie composte da due versi con cui le donne pasthun denunciano le violenze e i soprusi a cui sono sottoposte) o gli haiku. È questa purezza cristallina del dettato a rendere “Tra ali e radici” un libro prezioso, da leggere con attenzione.
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