Lunedi, 22/05/2017 - A quattro anni dalla scomparsa della scienziata e in occasione dell’anniversario della sua nascita, la Fondazione Rita Levi-Montalcini ha organizzato un convegno (28 aprile) presso l’Aula magna del Rettorato dell’Università degli Studi RomaTre dal titolo “L’Africa si salva con l’istruzione delle donne”.
Obiettivo dell’iniziativa è stato quello di sollecitare una riflessione sulla validità dei principi che hanno animato la studiosa e Premio Nobel nel costituire la Fondazione: l’istruzione come fattore essenziale per il pieno sviluppo umano e l’affermazione sociale delle donne più svantaggiate, ma l’educazione delle donne anche come strumento essenziale per lo sviluppo dei Paesi più poveri. Numerosi e autorevoli gli interventi previsti (programma).
Abbiamo raccolto le dichiarazioni della Presidente Onoraria della Fondazione, la prof.ssa Biancamaria Bosco Tedeschini Lalli, la quale ha ricordato che la “La Fondazione Rita Levi-Montalcini Onlus è nata nel 2001 occupandosi di 162 progetti tra cui è difficile distinguere i più significativi oggi, a quattro anni dalla morte della Professoressa” e che tra gli attuali obiettivi si ritiene “necessario riprendere con forza la programmazione e l’organizzazione anche con altre ONG”. Abbiamo poi chiesto quali sono le difficoltà che incontra un soggetto come la Fondazione nel gestire le proprie iniziative. “Stiamo raddrizzando e superando le difficoltà economiche (dovute anche alla crisi generale del Paese) e organizzative. Crediamo a fondo alla necessità di proseguire l’intuizione della Professoressa Rita Levi-Montalcini così aperta anche in termini politici e internazionali e così tempestiva”.
Riportiamo l’intervento dell’attuale Vice Presidente, Ambasciatore Francesco Aloisi de Larderel. “Vorrei sottolineare la grande attualità della Fondazione: l’evoluzione della società e del mondo hanno confermato in pieno le analisi che Rita Levi-Montalcini aveva formulato oltre quindici anni fa, quando molti degli sviluppi che ci sono poi stati non erano ancora generalmente percepiti. Abbiamo infatti parlato oggi essenzialmente di tre argomenti: di istruzione, di promozione delle donne, di Africa. Per quanto riguarda il primo dei tre temi non posso che ricordare come Papa Francesco, nella visita che ha compiuto in questa Università il 17 febbraio scorso, abbia iniziato il suo discorso affermano che ‘L’istruzione e la formazione accademica delle nuove generazioni sono una esigenza primaria per la vita e lo sviluppo della società’. Sono parole semplici, ma per questo molto efficaci, che sottolineano l’essenzialità di una funzione che è dell’Università che ci ospita, ma che è lungi dall’essere ugualmente disponibile in tutti i Paesi, in tutte le comunità ed in tutte le fasce sociali del mondo in cui oggi viviamo. Abbiamo poi parlato della specifica funzione che l’istruzione ha nella promozione della condizione delle donne e nella prospettiva della loro piena partecipazione alle società di cui fanno parte: anche questo un problema esistente - anche se in misura ed in modi molto diversi - in praticamente tutte le società odierne. Non si tratta certamente di una questione nuova, ma vedo che la sua perdurante attualità viene ora confermata dal fatto che l’Italia – nell’ambito della sua presidenza del prossimo G7 di Taormina – si è fatta carico dell’iniziativa, che non ha precedenti, di organizzare un ‘G7 delle donne’. La novità del 2017 è quindi che i numerosi ed importanti problemi che riguardano la promozione dei diritti delle donne entreranno nell’agenda dei Capi di Stato e di Governo che si riuniranno a fine maggio a Taormina. Infine abbiamo parlato di Africa. Anche qui si è dimostrata la preveggenza di Rita Levi-Montalcini. Quindici, venti anni fa - quando Rita ha maturato il suo impegno per l’educazione delle donne africane - per il grande pubblico l’Africa era ancora un continente geograficamente lontano, culturalmente estraneo, molto povero nonostante le sue ricchezze naturali e, tutto sommato, esotico. Ma Rita aveva previsto che non era così, che non sarebbe stato più così. Oggi percepiamo tutti che l’Africa è già qui, e che i suoi problemi sono sempre più i nostri. E che quindi anche noi dobbiamo stare in Africa e farci carico dei suoi problemi, proprio perché sono ormai intrecciati con i nostri. I temi di cui abbiamo parlato oggi - che descrivono la missione affidata alla nostra Fondazione – sono quindi tutti di grande attualità. Meritano una presa di coscienza da parte della nostra opinione pubblica ed il pieno coinvolgimento della nostra comunità nazionale. Non vi nascondo che in tempi di crisi economica perdurante da alcuni anni è più difficile per la nostra Fondazione, come per la maggior parte delle ONG a carattere umanitario, raccogliere i fondi necessari. Ma eventi come quello che si è potuto svolgere qui oggi ci aiutano nel nostro lavoro, e per questo rinnovo i nostri più sinceri ringraziamenti all’Università che ci ha ospitato, alle personalità che sono intervenute, ed a tutti coloro che sono stati oggi presenti insieme a noi. Ma vorrei concludere con una nota più personale, e cioè con un affettuoso saluto e ringraziamento a Bianca Maria Bosco Tedeschini Lalli, che è stata fino a pochi giorni fa Presidente della nostra Fondazione ma che - come sappiamo tutti - è stata la fondatrice dell’Università Roma Tre e la prima donna a diventare Rettore di una Università italiana. È stata lei che si è fatta carico della missione che Rita Levi - Montalcini aveva dato alla sua Fondazione e che - con la sua autorevolezza e la sua esperienza - ha guidato in questi anni il gruppo di persone che alla Fondazione hanno lavorato per anni accanto alla Fondatrice. I successi che ha ottenuto nella sua ricca vita professionale e personale sono d’altronde l’esempio di ciò che Rita Levi-Montalcini desiderava diventi possibile per tutte le donne del mondo, a partire dalle ragazze e donne africane.”
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