Il 15 agosto è scomparsa Rita Borsellino, sorella del magistrato Paolo Borsellino ucciso dalla mafia nel 1992. Una donna che ha fatto della lotta alla mafia un impegno civile e politico
Giovedi, 16/08/2018 - "Ciao Rita è stato bello camminare insieme , grazie per la tua gentilezza, per il tuo coraggio, per la tua voglia di combattere. Ci mancherai molto Rita. Ci mancheranno le tue parole, la tua passione, la tua sete di vita. E, ricordandoti, cercheremo di essere anche noi, un po’ più vivi". Così si legge nel sito di Libera, associazione di cui Rita Borsellino è stata a lungo vicepresidente e presidente onoraria. Dell'impegno di Rita Borsellino contro la mafia NOIDONNE ha parlato negli anni, spesso in occasione di sue candidature. Per sottolineare il senso del suo cammino civle e politico riportiamo un articolo pubblicato nel maggio del 2009.
"E' proprio vero, è il silenzio che puzza, la complicità, anche soltanto la contiguità, anche soltanto il girare la testa dall'altra parte, è quello che puzza di morte. La libertà, la voglia di giustizia hanno un profumo bellissimo che ti contagia, di cui non puoi fare a meno". Una delle tante ed efficaci espressioni con cui Rita Borsellino racconta il suo avvicinamento all'impegno politico dopo l'uccisione del fratello. Grazie all'acuta mediazione narrativa dei due autori, i giornalisti Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza, il racconto contenuto in "Rita Borsellino. La sfida siciliana" (Editori Riuniti, pagg 205, 12,00 Euro) introduce il lettore in una dimensione affatto scontata. Come può essere trasposto in impegno sociale l'impatto devastante del dramma familiare provocato da una violenza come quella subita con l'attentato di Via d'Amelio che costò la vita a Paolo Borsellino e alla sua scorta? E' dalle parole semplici, ma potenti, di Rita che emerge la voce candida di una donna che si fa interprete di un sentire popolare forte e vigoroso: la domanda di giustizia e legalità quali strumenti del vivere civile. Rita Borsellino, intrecciando la dimensione esclusivamente familiare della sua 'prima vita' con l'attuale impegno politico traccia la storia di una evoluzione straordinaria. Una donna che prima ha assolto ai suoi compiti di madre e moglie, ha avuto la forza e la capacità di trasporre il senso del dovere - tutto femminile – in impegno civico. Da vicepresidente di Libera (aprile 1995), Rita ha girato l'Italia parlando del fratello e spiegando cosa è la mafia a migliaia di giovani perché "l'importante è che la storia non si fermi". Oggi è candidata per il centrosinistra ad essere non governatore della Regione Sicilia, ma 'governante' come scherzosamente la chiamano i ragazzi del suo staff che l'accompagnano in una campagna elettorale che è diventata anche un cammino dentro alle coscienze dei siciliani perché il cambiamento è possibile. "Dobbiamo pretenderlo da chi ha il dovere, il potere di farlo. Ma chi ha il potere di cambiare concretamente le cose? La politica, solo la politica". Un caso di femminismo praticato? Sì, crediamo proprio di sì. (NOIDONNE, maggio 2006)
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