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Semi di pace. Riscoprire l’umanità comune rompendo muri e barriere

Semi di pace. Riscoprire l’umanità comune rompendo muri e barriere

Grazie al progetto "Semi di Pace", promosso dalla Rivista Confronti, è arrivata in Italia la testimonianza di un lavoro straordinario di solidarietà e di dialogo culturale tra palestinesi e israeliani

Martedi, 10/04/2018 - Mentre da giorni si è riacceso un conflitto sanguinoso con morti e feriti sulla linea che segna il confine tra Israele e i territori Palestinesi, quattro rappresentanti di organizzazioni che promuovono il dialogo e la pace tra israeliani e palestinesi, hanno intrapreso in questi giorni un viaggio in Italia per testimoniare e spiegare a tanti che una via di dialogo e di pace sarebbe possibile. Questo grazie al Progetto “Semi di Pace” promosso dalla Rivista Confronti e sostenuto dall’8 per mille della Chiesa Valdese. (vedi altro articolo in noidonne.org
Hanno cominciato da Roma con una conferenza stampa tenuta presso la Camera dei Deputati per poi proseguire in tante altre città e luoghi. Piera Edelman, israeliana, Rasha Obeid, palestinese si trovano da anni insieme a operare nel “Parents Circle Families Forum”, una organizzazione nata nel 1995 che riunisce persone e famiglie israeliane e palestinesi, oltre 600, che hanno perso un proprio caro a causa del conflitto israeliano- palestinese. Due donne di età diversa, con storie diverse alle spalle. Ma vicinissime nei sentimenti e nella consapevolezza che al trauma del lutto occorreva reagire non con la voglia di vendetta ma di riconciliazione e di pace. La loro azione si basa su un continuo lavoro di incontri e dialogo specie tra i giovani, di educazione all’ascolto: tra gli strumenti una comunità facebook nelle due lingue, “crack in the wall”,“rottura del muro” dove liberamente si alimenta il confronto e la conoscenza reciproca. “Fare riscoprire l’umanità comune, aldilà delle differenze, questo il nostro obiettivo”, dice Rasha. Accanto a loro due uomini, Eli Sahar, israeliano e Naim Albaidad, palestinese, che operano in un’altra organizzazione la “Road to recovery” che, attraverso un impegno comune di volontari palestinesi e israeliani, opera per aiutare le persone che nei territori palestinesi hanno bisogno di essere ricoverati e curati negli ospedali situati nel territorio di Israele. Uno dei compiti più delicati è “scortare” i palestinesi dai luoghi di abitazione attraverso i checkpoint fino all’ospedale di destinazione. Un lavoro fatto di organizzazione di una rete di mezzi di trasporto messi a disposizione gratuitamente ma anche di forme di aiuto, anche psicologico, a superare le difficoltà insormontabili burocratiche poste dalle regole israeliane nei movimenti e scambi tra i due territori. Una rete che ha organizzato fin’ora ben 15mila viaggi, salvando la vita a donne, bambini, adulti . Viaggi di emergenza ma anche viaggi per potere beneficiare di cure nel tempo, impossibili nei territori palestinesi. “Non abbiamo solo salvato la vita a tanti, dicono, abbiamo favorito attraverso questo lavoro l’incontro tra persone che si vivono nemiche l’una dell’altra e che invece si scoprono uguali”.
"Semi di Pace" è un progetto che è arrivato alla 20° edizione e ha prodotto centinaia e centinaia di occasioni di incontri e di occasioni di conoscenza di cose di cui i mezzi di informazione non parlano. Una luce nella notte scura.


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