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RIPRENDE IL CAMMINO DELLA PROPOSTA DI DIRETTIVA UE SULL’EQUILIBRIO DI GENERE FRA GLI AMMINISTRATORI

RIPRENDE IL CAMMINO DELLA PROPOSTA DI DIRETTIVA UE SULL’EQUILIBRIO DI GENERE FRA GLI AMMINISTRATORI

Per Evelyn Regner, Presidente della Commissione ‘Donne’ del Parlamento Europeo, l'Europa "è forte se si libera delle discriminazioni...". Comunicato di Noi Rete Donne

Lunedi, 19/10/2020 - RIPRENDE IL CAMMINO DELLA PROPOSTA DI DIRETTIVA UE SULL’EQUILIBRIO DI GENERE FRA GLI AMMINISTRATORI DELLE SOCIETÀ QUOTATE
richiesta di audizione Evelyn Regner, Presidente della Commissione ‘Donne’ del Parlamento Europeo

Comunicato stampa. Il tema dell’equilibrio di genere negli organi di amministrazione e controllo è tornato al centro del dibattito delle Istituzioni europee, avendo ripreso impulso nei giorni scorsi l’iter della proposta di Direttiva, COM (2012) 614 final, «riguardante il miglioramento dell’equilibrio di genere fra gli amministratori senza incarichi esecutivi delle società quotate in Borsa e relative misure» che, nella sua ultima versione (allegata alla Relazione del Consiglio europeo del 31 maggio 2017) esige che il genere sottorappresentato ottenga almeno il 40% dei posti di amministratore non esecutivo negli organi di amministrazione delle società quotate entro il 31 dicembre 2022. La proposta, che risale al novembre 2012, era stata sostenuta dall’Europarlamento nel 2013, ma a causa di molteplici ‘riserve’ di vari Paesi non si è sino ad ora raggiunto un accordo in sede di Consiglio.

Lunedì 21 settembre 2020 si è però tenuta un’Audizione congiunta tra le Deputate/i della Commissione Giuridica e della Commissione per i Diritti delle Donne del Parlamento Europeo per fare il punto sugli ultimi sviluppi della proposta - in presenza della Commissaria per l’Uguaglianza Helena Dalli e della Presidenza tedesca - in vista della prossima Sessione Plenaria prevista dal 5 all’8 ottobre prossimi.

La Presidente della Commissione ‘Donne’ del Parlamento Europeo, Evelyn Regner, in un comunicato stampa prima della Audizione ha affermato che: «Le donne in Europa devono avere pari opportunità a tutti i livelli. L’Europa è forte se si libera delle discriminazioni. Attualmente le aziende più prospere sono quelle che annoverano più donne nei Consigli di Amministrazione. Purtroppo finora le misure volontarie degli Stati hanno avuto poco effetto. E da 7 anni il bloccaggio del dossier in sede di Consiglio impedisce un grande balzo in avanti delle donne nei consigli esecutivi europei. Noi non tollereremo più questo ritmo da lumaca nelle misure relative alla Parità ed esortiamo il Consiglio a riprendere i lavori sulla proposta».

Quanto all’Italia, il nostro è stato uno dei primi Paesi europei a introdurre, con la legge Golfo-Mosca n. 120 del 2011, l’obbligo di assicurare al genere sottorappresentato (in Italia sino ad ora le donne) una quota dei posti di amministratore e di membro dell’organo di controllo delle società quotate e a controllo pubblico, quota recentemente portata per le società quotate a 2/5 (l’innalzamento della quota è stato disposto dalla legge di bilancio n. 160 del 2019).

Per un quadro della normativa italiana e per una proposta di razionalizzazione della relativa disciplina si veda la proposta di Noi Rete Donne «Norme per l’equilibrio di genere nelle società», che suggerisce fra l’altro di estendere le regole sull’equilibrio di genere anche al di fuori delle società quotate e a controllo pubblico.

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