Rinnovo Consigli regionali e equilibrio rappresentanze. Lettera aperta
Costituzione e leggi disattese in alcune Regioni che andranno presto al rinnovo delle assemblee elettive
Venerdi, 15/05/2020 - Al Presidente del Consiglio,
Alla Ministra dell’Interno,
Al Ministro per gli affari regionali e le Autonomie,
Alla Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia,
Ai Presidenti delle Regioni Puglia, Piemonte, Liguria, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta, provincia autonoma di Bolzano
Gentilissimi e gentilissime,
In questa primavera si sarebbero dovuti rinnovare i Consigli regionali di molte Regioni. Le consultazioni elettorali sono state rinviate e in questi giorni si sta decidendo in merito alla fissazione della data in cui dovranno essere tenute.
Vogliamo sottolineare che alcune Regioni non si sono ancora adeguate a quanto previsto dalla legge n. 20 del 2016, recante disposizioni volte a garantire l’equilibrio nella rappresentanza tra donne e uomini nei consigli regionali disattendendo oltre che la legge i principi della nostra Costituzione che con l’art.3 si è posta l’obiettivo di garantire una effettiva eguaglianza tra i cittadini e le cittadine e con l’art. 51 di promuovere con azioni positive l’accesso agli uffici pubblici e alle cariche elettive.
L'uguaglianza fra uomini e donne è un principio fondante di tutte le democrazie moderne e, in Europa, uno degli obiettivi principali che sia gli Stati membri che le istituzioni dell'Unione si sono impegnati a perseguire con specifiche azioni politiche e misure legislative. L'obiettivo della piena integrazione delle donne nei processi decisionali e nella rappresentanza politica e istituzionale è, infatti, funzionale alla reale attuazione del modello democratico, che fonda la sua legittimazione sulla piena e libera partecipazione di tutti i cittadini e le cittadine alla vita pubblica.
La prospettiva della democrazia paritaria concretizza il dettato della Costituzione italiana ma questa non è solo una questione di giustizia e di uguaglianza, è uno strumento di rinnovamento della classe dirigente, è garanzia di maggiore trasparenza e rispetto della legalità, è occasione per migliorare i processi decisionali e i metodi nel modo di fare amministrazione e politica, apportando competenze, determinazione e concretezza.
Anche la Carta Europea per l’uguaglianza e la parità delle donne e degli uomini nella vita locale, elaborata dal Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa e dai suoi partners ha evidenziato che, fra i principi fondanti “La partecipazione equilibrata delle donne e degli uomini alle decisioni è una “condicio sine qua non“ della società democratica” e che per attuarlo è richiesto alle autorità locali e regionali di “prendere tutte le misure e adottare tutte le strategie appropriate per promuovere una rappresentanza e una partecipazione equilibrata delle donne e degli uomini in tutti gli ambiti delle decisioni”
La maggior parte delle Regioni, ha adeguato il sistema elettorale per garantire l’attuazione del principio Costituzionale di cui sopra, così come sistemi di riequilibrio del genere meno rappresentato sono stati inseriti nel sistema elettorale nazionale e in quello dei Comuni.
Solo le Regioni Puglia, Piemonte, Calabria, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta e provincia autonoma di Bolzano, non hanno sentito la necessità e l’urgenza di modificare la legge elettorale per garantire una maggiore presenza femminile nei loro Consigli Regionali.
Ancora una volta quindi in alcune Regioni si andrà al voto senza uno strumento che renda concreto il raggiungimento di questo principio democratico.
Chiediamo quindi ai Presidenti delle Regioni in difetto, un’assunzione di responsabilità per rendere finalmente compiuto il nostro sistema rappresentativo. Si tratta di una ‘emergenza’ democratica di quei territori: le leggi elettorali vanno adeguate per garantire l’equilibrio nella rappresentanza tra donne e uomini nei consigli regionali.
E chiediamo altresì al Presidente del Consiglio, al Governo, ai Ministri competenti, in indirizzo, di vigilare affinchè sia colmato il deficit di democrazia presente in quelle Regioni a causa della scarsa presenza delle donne nelle Istituzioni ci aspettiamo, quindi, che vengano assunte decisioni che aiutino a colmarlo.
Per NOI RETE DONNE
Daniela Carlà, Marisa Rodano, Laura Onofri, Patrizia Del Giudice, Lorena Saracino, Mirella Ferlazzo, Alessandra Volpe
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