Martedi, 10/05/2022 - “But in her new home, in a distant unknown country, it would not be like that. Then she would be married—she, Eveline. People would treat her with respect then. She would not be treated as her mother had been. Even now, though she was over nineteen, she sometimes felt herself in danger of her father's violence. She knew it was that that had given her the
palpitations. …..Latterly he had begun to threaten her and say what he would do to her only for her dead mother's sake. And now she had nobody to protect her.”
Quando Joyce scriveva questo racconto , all’inizio del secolo scorso, non avrebbe potuto immaginare che, un secolo dopo, il tema della violenza domestica sarebbe stato ancora attuale e, ahimè, universale.
Joyce ci dipingeva la giovane dublinese in procinto di cambiare vita, desiderosa di abbandonare la palude della sua città, di recarsi in un luogo sconosciuto (unknown), in cui poter essere rispettata (people would treat her with respect), non come a casa, grazie a Frank, l’uomo che l’aveva corteggiata, le aveva dato attenzioni, l’aveva fatta sentire donna per la prima volta nella vita. Tuttavia, proprio sul momento più bello, il giorno della partenza, Evelyn non riesce a staccarsi dalla ringhiera della banchina, non riesce a salire sul quel piroscafo che l’avrebbe condotta lontano, verso una vita nuova.
Perché rileggere Evelyn?
Per almeno due motivi, che proverò a spiegare. Il primo, direi, perché chiunque abbia vissuto o stia vivendo episodi di violenza, domestica o no, possa non sentirsi solo, possa comprendere che tanti prima o in quello stesso istante possono, purtroppo, trovarsi nella stessa condizione e quindi reagire, raggiungere la propria consapevolezza- primo passo verso l’azione.
Secondariamente la scelta di Evelyn può far riflettere e aprire interrogativi nella mente del lettore: perché non se ne va? E’ così facile andarsene? Senza nessuno che ti protegga (now she had nobody to protect her) come si fa a cambiare strada?
Non sono forse le stesse domande che si pone una ragazza/donna/madre che ha subito violenza? Quante volte, per non distruggere una famiglia, per non sconvolgere le vite dei figli, perché ci si sente sole non si riesce a dare una svolta alla propria vita? Le cronache lo raccontano tutti i giorni – ed ecco allora che rileggere Evelyn da adulte e rileggerlo con le giovani generazioni può aiutare a trovare il coraggio delle proprie scelte.
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