Domenica, 22/02/2015 - Per giorni e giorni, l'esame a Montecitorio delle Riforme Istituzionali ci ha proposto uno scenario chiarissimo: da una parte il Governo e i gruppi che lo sostengono impegnati a varare le Riforme senza più indugi (vedi la scelta di una seduta fiume, senza pause ne' di giorno ne' di notte) e dall'altra parte le forze dell'opposizione talmente indignate per il taglio dei tempi (e quindi del dibattito) da decidere l'abbandono dell'aula e il loro ritiro in un Aventino dal quale hanno richiesto attenzione anche al Presidente Mattarella. Certo è che l'iter a Montecitorio delle Riforme non ha rappresentato una bella pagina per la nostra Democrazia e la stessa presidente della Camera Boldrini non ha nascosto il suo disagio nel Presiedere un'aula semivuota nel momento in cui si interveniva sulla Carta Costituzionale.
Anche nei gruppi di opposizione ( tra i cosiddetti Aventiniani ) si è avvertito qualche segnale di disagio e c'è stato chi ha presenziato ai lavori d'aula malgrado gli ordini di scuderia. "La decisione dei nostri vertici (leggi Brunetta,capogruppo FI) e' stata sbagliata. L'abbandono dei lavori dell'aula ha proposto l'immagine di un partito che non sa fare opposizione critica e che non vuole le Riforme, mentre noi siamo riformisti e certo non conservatori" dice l'on. Elena Centemero, membro FI della Commissione Affari Costituzionale e membro di un Comitato che ha approfondito i temi del Bicameralismo durante l'esame della legge in Commissione e in Aula. "Se fossero state le donne a prendere le decisioni non avreste visto un'aula vuota e spaccata, ma avremmo trovato insieme soluzioni capaci di unire anziché dividere" dice sempre l'on. Centemero che cita numerosi emendamenti firmati congiuntamente dalle donne di entrambi gli schieramenti e l'accordo raggiunto anche con il Ministro Boschi in materia di istruzione e di inserimento del digitale nell'insegnamento scolastico. Interessante e' anche la critica che l'on. Centemero fa sul linguaggio utilizzato nell'estendere la legge: " la nostra Costituzione e' stata scritta nel '48, quando i principi su cui fondava la società erano essenziali e saldi, e anche il linguaggio scritto fu semplice ed essenziale come necessario nel proporre i capisaldi istituzionali. Ora invece "conclude l'onorevole" nel riscriverne alcuni punti, si è proposto un linguaggio complesso e articolato che fa pensare ad una legge ordinaria che ha aspetti ancora da interpretare, anziché a punti fermi e saldi, come sarebbe opportuno e come fu convinzione dei nostri primi Costituenti."
Insomma, il passaggio alla Camera delle Riforme sul Bicameralismo, ha lasciato l'amaro in bocca sia a destra che a sinistra in merito all'immagine data dalla nostra classe politica. Non è la prima volta, ma forse mai ci si è autocriticati come in questa occasione.
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