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Riforme e democrazia paritaria

Riforme e democrazia paritaria

Emilia Romagna - La battaglia per il riequilibrio di genere ha un fronte regionale

Mori Roberta Mercoledi, 26/02/2014 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2014

La parità di genere nella rappresentanza politica e istituzionale non è un affare di partito, non è un problema delle donne, non è un intralcio ai lavori in corso, ma è una questione di civiltà e di qualità della democrazia di cui il nostro Paese non può più fare a meno. Forte di questo convincimento, condiviso pienamente dalle altre presidenti delle commissioni di parità regionali, ho intrapreso assieme a loro una serie di iniziative per sensibilizzare forze politiche e istituzioni, da fine gennaio impegnate nel percorso di riforma elettorale. Siamo tra l’altro consapevoli che dalle riforme nazionali discende l’assetto delle Regioni, che devono adeguare i loro sistemi partecipativi.

Mentre scrivo il testo di legge c.d. Italicum è in prima lettura alla Camera, dopo la forte accelerazione impressa dall’accordo Renzi-Berlusconi. Ciò che mi preme segnalare, al di là della stretta attualità politica, è la battaglia che tante donne non solo parlamentari stanno portando avanti con determinazione per scongiurare un rischio di arretramento sempre dietro l’angolo. La storia recente ci consegna alcune conquiste importanti, tra cui ricordo la stessa percentuale al 40% delle donne elette alla Camera un anno fa, la ratifica della Convenzione di Istanbul e le norme sui femminicidi, la legge sul riequilibrio nei CdA delle aziende partecipate pubbliche e quotate in Borsa, la doppia preferenza di genere per le elezioni comunali. Ebbene, ognuno di questi progressi va presidiato e consolidato a cominciare proprio da quella rappresentanza elettiva che vogliamo paritaria per legge, non per volontà politiche contingenti e mutevoli. Ecco perché abbiamo chiesto e motivato i correttivi di genere nelle nuove norme, che si sostanziano nel 50% delle donne capilista e alternanza donna-uomo in lista, unite o meno (a seconda del modello elettorale) alla doppia preferenza.

Le nostre proposte di riequilibrio, prima condivise con molte Deputate e tradotte in emendamenti, hanno ricevuto l’attenzione del presidente della Commissione competente e relatore del progetto di legge On. Sisto, che ci ha incontrato e spiegato la sua posizione secondo noi insufficiente a garantire parità di accesso al Parlamento. Le abbiamo sottoposte poi ai capigruppo parlamentari, alla presidente della Camera Laura Boldrini e ai segretari delle maggiori forze politiche; con quale esito finale lo sapremo a breve. Sottolineo come nello stesso periodo certi attacchi irresponsabili in Parlamento e gli insulti sessisti istigati sul web hanno purtroppo colpito duramente le nostre rappresentanti istituzionali, in quanto donne. Va tenuto a mente, perché è il segnale concreto di un’inciviltà culturale presente e radicata, che mina il percorso del Paese verso le democrazie europee più evolute. Si tratta di una cultura che ci vorrebbe mere comparse della vita politica e istituzionale, esattamente come ci vorrebbe tenere ai margini della vita professionale e sociale. Non ci stancheremo di combattere per ottenere pari diritti e per rendere autorevole il ruolo delle donne. Cogliamo, insieme, ogni occasione di riforma per fare passi in avanti!



di Roberta Mori, consigliera PD, coordinatrice nazionale commissioni parità regionali



(Redazionale)





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